San Germano di Capua

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San Germano di Capua
Vescovo
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Capua
V secolo
Morte Capua
30 ottobre 541
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale VI secolo
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Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 30 ottobre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi libro
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Capua
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Consorte

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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 30 ottobre, n. 7:
« A Capua sempre in Campania, san Germano, vescovo, di cui scrisse il papa san Gregorio Magno. »

San Germano di Capua (Capua, V secolo; † Capua, 30 ottobre 541) è stato vescovo di Capua ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalle altre Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.

Agiografia

Figlio di Amanzio e Giuliana, dopo la morte del padre si spogliò di tutti i suoi beni per darli ai poveri.

Divenne vescovo di Capua nel 519 ca. e fu eletto dal clero e dal popolo alla morte del suo predecessore Alessandro.

Il Liber pontificalis lo menziona come uno dei legati papali mandati nel 519 da papa Ormisda a Costantinopoli per cercare di risolvere lo scisma del patriarca Acacio, che era stato scomunicato da Papa Felice III nel 484.

Acacio aveva diffuso, nel 482, un documento noto come Henoticon che pretendeva di conciliare l'eresia monofisita, che attribuiva al Cristo solo la natura divina, con la dottrina teologica della Chiesa cattolica, sancita anche dal Concilio di Calcedonia, che riconosceva la natura umana e divina nella persona di Gesù Cristo.

La delegazione guidata da Germano fu accolta trionfalmente a Costantinopoli. All'udienza dall'imperatore fu letto il celebre libellus di papa san Ormisda, dopo breve contraddittorio condotto sapientemente dai delegati, alla fine i vescovi presenti convennero con le tesi pontificie e così il Giovedì Santo del 519, anche il patriarca di Costantinopoli Giovanni accettò la formula proposta dalla delegazione papale.

La pace nella Chiesa era stata raggiunta e lo scisma rientrato, fra l'esultanza generale. I legati pontifici rimasero a Bisanzio più di un anno, per consolidare il risultato della conciliazione, anche nelle altre Chiese Orientali e per superare ulteriori contrasti dovuti a irrequieti monaci sciti.

San Gregorio Magno parla di questo vescovo nel suoi Dialoghi dove sono riportati due episodi che riguardano san Germano. Nel primo si parla del diacono romano Pascasio apparso a Germano nelle Terme di Agnano e che, per le sue preghiere, sarebbe stato liberato dalle pene del Purgatorio.

Nel secondo si narra che san Benedetto mentre era in contemplazione a Montecassino, ebbe la visione dell'anima di san Germano che saliva al cielo, trasportata dagli angeli e in un globo di fuoco; il santo patriarca allietato da tanta gloria del vicino vescovo di Capua, mandò persone fidate a chiedere di lui, ricevendo la notizia che nel momento stesso della visione, Germano moriva; era il 30 ottobre 541.

Culto

Germano fu sicuramente amico di san Benedetto, come lo fu di san Sabino vescovo di Canosa e del papa Giovanni I. Inizialmente Germano fu sepolto in Capua Vetere, nella chiesa di Santo Stefano, dove lui stesso aveva fatto collocare le reliquie del santo protomartire e in questa chiesa, edificata dall'imperatore Costantino, san Germano fu a lungo venerato.

Poi costruita la nuova città, il suo corpo fu trasferito in essa. Nell'866 l'imperatore Ludovico II venne in Italia e dimorò per circa un anno a Capua e quando ripartì, portò con sé il corpo di san Germano; poi passando per la città fondata dall'abate Bertario ai piedi di Montecassino, con il nome di Eulogimenopoli, egli vi lasciò parte delle reliquie di san Germano; per la presenza di queste reliquie e per la venerazione che si era instaurata, la città si chiamò poi San Germano, nome rimasto fino al 1863, quando fu mutato in quello più antico di Cassino.

Nel suo viaggio di ritorno in Germania, Ludovico II lasciò altre reliquie del santo vescovo a Piacenza, dove da secoli sono venerate nella cripta della celebre chiesa di San Sisto. E proprio da Piacenza nel 1846, l'abate di Montecassino Frisari, ottenne per la città di Cassino alcune reliquie di san Germano, perché il dito del santo, che era l'unica reliquia superstite nel tempo, era andata persa durante i saccheggi dei francesi alla fine del XVIII secolo.

Stessa sorte accadde nel disastroso bombardamento Alleato durante la seconda guerra mondiale che distrusse l'abbazia di Montecassino e la sottostante città di Cassino, quando andarono perdute le reliquie superstiti del santo e alcune opere d'arte che ne ritraevano l'effigie.

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