Arcidiocesi di Capua

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Arcidiocesi di Capua
Archidioecesis Capuana
Chiesa latina

Duomo di Capua.JPG
arcivescovo Salvatore Visco
Sede Capua

sede vacante
Capua

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Suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli
Regione ecclesiastica Campania
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
coadiutore
vicario Elpidio Lillo
provicario
generale
ausiliari

Arcivescovi emeriti:

Luigi Diligenza
Parrocchie 60
Sacerdoti

91 di cui 77 secolari e 14 regolari
2.156 battezzati per sacerdote

16 religiosi 250 religiose 11 diaconi
207.200 abitanti in 500 km²
196.200 battezzati (97,4% del totale)
Eretta I-IV secolo
Rito romano
Cattedrale {{{cattedrale}}}
Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Piazza Landolfo 1, 81043 Capua [Caserta], Italia
tel. +390823961444 fax. 0823.62.26.37 @
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati dall'annuario pontificio 2017 (gc ch )

Dati dal sito web della CEI
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

L'arcidiocesi di Capua (in latino: Archidioecesis Capuana) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2016 contava 196.200 battezzati su 207.200 abitanti. È attualmente retta dall'arcivescovo Salvatore Visco.

Territorio

L'arcidiocesi comprende la città di Capua, dove si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo.

Il territorio è suddiviso in 60 parrocchie, raggruppate in 7 foranie: Capua, Bellona, Tifatina, Marcianise, Santa Maria Capua Vetere, Basso Volturno, Macerata.

Storia

La diocesi di Capua sarebbe, secondo la tradizione, una delle più antiche diocesi italiane, risalendo a prima della metà del I secolo. Tuttavia, i primi riscontri storici di un vescovo di Capua si hanno solo con il vescovo Proterio, che fu presente al concilio di Roma del 313 a.C. al tempo di papa Melchiade, al quale successe Proto Vincenzo, diacono romano e legato del Papa Silvestro I a Nicea, dove ebbe una parte di primo piano nelle controversie ariane.

Nel 443 fu eletto vescovo Prisco, esule del Nord Africa ed uomo di grande santità, discepolo di San Pietro, che predicò il Cristianesimo a Capua per la prima volta. È il suo nome che la tradizione popolare vuole a capo della lista dei vescovi di Capua.

Altro titolare di questa sede vescovile fu Germano, che il papa Ormida mandò due volte a Costantinopoli per ristabilire l'unità con la chiesa Romana. Morì nel 540 e venne subito considerato Santo. Gli successe Vittore, un dotto esegeta.

Molto importante è la figura di Simmaco, vescovo dal 424 al 440. Fu il fondatore della Basilica di Santa Maria Maggiore, l'odierno Duomo, anticamente Santa Maria Suricorum, sopravvissuta alla distruzione dei Saraceni e diventata il nucleo iniziale della nuova città, la futura Santa Maria Capua Vetere, divenendone la Cattedrale. La sua esistenza è attestata dalla lettera De obitu Paulini del prete Uranio che narra di lui e di Acindino, mentre accorsero, nel giugno del 431, a far visita al vescovo di Nola, san Paolino (che morì tre giorni dopo).

Simmaco, stando alle fonti, sarebbe morto nel 449, dopo 19 anni di episcopato a Capua ed il suo culto si mantenne vivo fino al XIV secolo, quando ebbe un forte incremento. Inoltre dal 1313 circa comparvero i primi calendari con inserito il suo nome; furono presenti varie chiese nel territorio di Capua a lui intitolate. Attualmente San Simmaco è Patrono di Santa Maria Capua Vetere, e la sua festa liturgica si celebra il 22 ottobre.

Tra gli altri vescovi, pressappoco tutti famosi per la loro cultura, vanno ricordati: nel 1200 M. Marino, discepolo di San Tommaso d'Aquino, nel 1500 Filippo de Berilli, che soffrì per amore della giustizia, Fra Nicolò Schimberg, un insigne teologo; Cesare Costa, attivo riformatore del clero e colto canonista e gli Arcivescovi Roberto Bellarmino e Capecelatro, bibliotecari della Santa Romana Chiesa e autori di molti lavori.

Nell'841, nel corso di una lotta di successione nel ducato, Radelchi I assoldò una banda di saraceni, contro Landone I, saccheggiando e distruggendo la città di Capua e costringendo la popolazione alla fuga, dapprima a Sicopoli, e dopo pochi anni, nell'856, su un'ansa del fiume Volturno, luogo dove aveva sede il porto fluviale romano di Casilinum. Così fu costituito un nuovo sito, la "Nuova Capua", in cui i vescovi si trasferirono.

Verso la fine del X secolo, Capua raggiunse il suo apogeo: il principe Pandolfo I Testadiferro, con la conquista del Principato di Salerno (978), riunificò per primo i domini dell'Italia longobarda meridionale, detta Langobardia Minor.

Il 14 agosto 966 papa Giovanni XIII, che aveva trovato rifugio a Capua, elevò la sede al rango di arcidiocesi metropolitana, che ebbe come suffraganee Atina, Aquino, Caiazzo, Calvi, Carinola, Caserta, Fondi, Gaeta, Isernia, Sessa Aurunca, Sora, Teano e Venafro.

Gli arcivescovi di Capua avevano alcuni privilegi speciali: erano legati nati della Santa Sede, era loro riservato il diritto di ungere con l'Olio santo i principi di Capua, sottoscrivevano i loro diplomi con il minio o con il cinabro e autenticavano le loro bolle con il piombo.

Il 30 aprile 1979 in forza della bolla Quamquam Ecclesia di papa Giovanni Paolo II l'arcidiocesi perse la dignità metropolitica e divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

L'arcidiocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 207.200 persone contava 196.200 battezzati, corrispondenti al 94,7% del totale.

Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni