San Vigilio di Trento
San Vigilio Vescovo · Martire | |
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Santo | |
Giuseppe Alberti, San Vigilio di Trento (1673), olio su tela; Trento, Museo Diocesano Tridentino | |
Età alla morte | 50 anni |
Nascita | Roma 355 |
Morte | Val Rendena 405 ? |
Sepoltura | Catacombe di Priscilla. Ora nella Basilica di San Pietro in Vaticano |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Trento |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 26 giugno |
Altre ricorrenze | Nel Rito Ambrosiano 29 maggio |
Santuario principale | Duomo di Trento |
Attributi | Baculo pastorale, mitria, palma, zoccolo |
Patrono di | Trento, San Vigilio (Concesio), Moena, Amblar, Cevo, Vallarsa, Dosson, Iseo, Lodrino, Monterotondo, Spiazzo, Rivalta sul Mincio, Pove del Grappa, Nago, Nova Trento, Droane, Calco, Zelarino. |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 26 giugno, n. 2 (Nel Rito Ambrosiano è celebrata il 29 maggio):
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San Vigilio (Roma, 355; † Val Rendena, 405?) è stato un vescovo e martire latino. Venerato come martire della fede e Santo dalla Chiesa cattolica, fu missionario nella valle dell'Adige e nella zona di Trento. Fu il terzo vescovo di Trento.
Biografia e leggende
Il nome Vigilio deriva dal latino Vigilius (vigilante). Non si conosce il nome del padre, mentre la madre si chiamava Massenzia e i suoi fratelli Claudiano e Magoriano, che divennero anch'essi santi. Vigilio si trasferì presto con i suoi genitori da Roma (possibile città natale) a Trento ma completò la sua formazione teologico-filosofica prima ad Atene, dove fece amicizia con San Giovanni Crisostomo e poi a Roma. Circa nel 380 tornò a Trento, dove si fece ammirare per la sua formazione culturale ma anche la sua umiltà e di cui venne nominato Vescovo nel 385 circa. L'incarico gli fu dato da Valeriano di Aquileia, ma anche Sant'Ambrogio, Vescovo di Milano, si dice sia collegato all'ordinazione, regalando le insegne vescovili e diventando amico e guida per il giovane Vescovo.
Vigilio fu attivo come missionario ai tempi di papa Siricio, quando ancora molte zone del Trentino dovevano essere evangelizzate; operò soprattutto nella valle dell'Adige, e nella zona di Trento (arrivando a Sud fino al Lago di Garda) e fece costruire numerose chiese. Grazie all'interessamento dello stesso Vescovo di Milano riuscì a far arrivare nella Val di Non e nella Val di Sole i missionari san Sisinio, san Martirio e sant'Alessandro che lì furono in seguito trucidati.
San Vigilio è ricordato proprio per la clemenza voluta nei confronti delle popolazioni locali dopo l'episodio, che accadde il 29 maggio 397 a Sanzeno nella Val di Non (lat. Anaunia). Lo stesso Santo scrisse l'opera "De Martyrio SS. Sisinnii, Martyrii et Alexandri" riguardante questi fatti.
Una leggenda vuole che Vigilio, fuggendo dalla Valle Rendena dove si era recato per evangelizzate le popolazioni pagane, si trovò senza via di fuga nei pressi dell'attuale abitato di Cadine. Ponendo la mano sulla roccia aprì un varco, riuscendo così a raggiungere Trento ed a salvarsi. Ancora oggi quella gola è nota ai trentini come Bus de Vela, dal nome del sobborgo adiacente.
Vigilio fu molto attivo nel combattere l'idolatria e questa azione avrebbe causato il suo martirio: accompagnato dai fratelli e da un altro missionario si recò in Val Rendena dove celebrò la Messa e gettò nel fiume Sarca una statua di Saturno. Questo scatenò l'ira dei pagani, che lo uccisero, secondo la leggenda, usando bastoni e zoccoli di legno. I suoi resti furono poi portati a Trento per essere seppelliti nel Duomo, che lui stesso aveva fatto costruire e dove si trovano ancora oggi. La strada di ritorno percorsa dalla sua salma è stata oggetto di recente (1988) lavoro di ripristino e segnalazione da parte della SAT (Società Alpinisti Tridentini) e denominata con il nome di "Sentiero di San Vigilio" o "San Vili". Recentemente però Mons. Iginio Rogger ha messo in dubbio la storicità del martirio, giudicandolo non provato.[1]
Culto
Subito dopo il martirio la fama di Vigilio si sparse in Italia. Eugippio, successore di Vigilio nell'incarico vescovile a Trento, fece intitolare a Vigilio la Cattedrale di Trento e la fece ingrandire, data l'importanza acquisita dal culto dedicato al Santo. La chiesa venne poi rinnovata in stile romanico lombardo. Molte altre chiese in Trentino-Alto Adige sono dedicate a Vigilio e alcune località portano il suo nome, la più famosa delle quali si trova 10 km a Sud di Brunico. È uno dei patroni del Trentino e dell'Alto Adige, delle miniere e dei minatori (vedi anche Santa Barbara) e dell'Arcidiocesi di Trento. Inoltre a Roma, vicino alla Abbazia delle Tre Fontane, c'è una Parrocchia intitolata a S. Vigilio[2].
È raffigurato con il baculo pastorale, la palma e uno zoccolo di legno.
La ricorrenza liturgica si festeggia il 26 giugno, presunta data del suo martirio.
Nell'arte
Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che lo raffigurano, si ricorda:
- Incoronazione di Maria Vergine con san Vigilio vescovo, san Sisinio, san Martirio e sant'Alessandro (1583), olio su tela, di Paolo Naurizio, conservato presso il Museo Diocesano Tridentino di Trento.
- San Vigilio di Trento (1673), olio su tela, di Giuseppe Alberti, conservato presso il Museo Diocesano Tridentino di Trento.
Feste Vigiliane
A Trento, nell'ultima settimana di giugno, ogni anno si festeggia il santo patrono, con una settimana di festa: le feste Vigiliane.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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