Sant'Eleuterio di Tournai

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San Eleuterio
Vescovo
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Sant'Eleuterio di Tournai
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 75 anni
Nascita Tournai
456
Morte Tournai
20 febbraio 531
Sepoltura Necropoli vaticana
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Consacrazione vescovile 486 dal Vescovo San Remigio di Reims
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Incarichi ricoperti Vescovo di Tournai
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
13° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione Pre-canonizzazione
Ricorrenza 20 febbraio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Baculo pastorale
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 20 febbraio, n. 4:
« A Tournai nel territorio dell'odierno Belgio, sant'Eleuterio, vescovo. »

San Eleuterio di Tournai (Tournai, 456; † Tournai, 20 febbraio 531), venerato come santo dalla chiesa cattolica, fu vescovo di Tournai per 45 anni (486-531). Il suo nome deriva dal greco Ελευθέριος (Eleutherios), che, tratto dall'omonimo aggettivo, significa letteralmente libero. Lottò per salvaguardare il cristianesimo contro gli invasori barbari e contro il diffondersi dell'Arianesimo.

Biografia

Cattedrale di Tournai, Reliquiario di Sant'Eleuterio di Tournai

Eleuterio, in franco Lehire, nacque a Tournai da Blanda e da Sereno, un nobile gallo-romano che possedeva molte terre a Tournai e nel villaggio di Blandain. Si era convertito al cristianesimo al tempo della predicazione di San Piatone e aveva donato il terreno su cui sorse la cattedrale di Notre-Dame di Tournai. Eleuterio fece i suoi studi letterari e teologici con molto profitto, ebbe come compagno di studi san Medardo, che poi diverrà vescovo di Noyon, che gli predisse che un giorno sarebbe divenuto vescovo di Tournai. Ciò avvenne realmente nel 486, quando alla morte del vescovo Teodoro fu eletto per succedergli e fu consacrato dal vescovo di Reims San Remigio.

I primi anni del suo episcopato furono particolarmente difficili, nel 476 era caduto l'impero romano ed erano già iniziate le invasioni barbariche di Burgundi, Visigoti, Alemanni e Franchi, questi ultimi ancora pagani, avevano stabilito la propria capitale proprio a Tournai, così Eleuterio fu costretto a rifugiarsi, spostando la sede vescovile nel vicino e più sicuro villaggio di Blandain. Fu molto impegnato sia a convertire i barbari che erano pagani, che a combattere contro il diffondersi dell'Arianesimo. La diocesi di Tournai che era molto estesa era il più importante centro cristiano del nord della Francia e aumentò d'importanza quando, nel 496, dietro l'esempio della conversione al cristianesimo del re Clodoveo, tutto il suo popolo si convertì, facendosi battezzare.

Eleuterio poté riportare la sede vescovile a Tournai, si prodigò per battezzare un gran numero di Franchi.

Negli anni seguenti andò tre volte in pellegrinaggio a Roma, nel 501 ebbe in dono dal Papa Simmaco alcune reliquie di Santo Stefano e di Santa Maria Egiziaca, al suo ritorno fu accolto da una gran folla e si racconta che attorno a lui si siano formati due cerchi di luce visibili da tutti. Al passaggio di Eleuterio con le reliquie si verificarono parecchie guarigioni improvvise di storpi e di un muto conosciuto da tutti. Anche Clodoveo ebbe modo di sperimentare le virtù profetiche di Eleuterio, quando di ritorno dalla battaglia di Tolbiac, pentito per alcuni suoi crimini politici, andò da lui da penitente perché intercedesse e gli ottenesse il perdono divino. Eleuterio gli rivelò in anticipo tutti i suoi misfatti, prima che il re si decidesse a confessarli. Questi stupito e commosso si pentì sinceramente.[1]

Clodoveo tenne sempre in grande stima Eleuterio e fece molte donazioni di terreni alla sua diocesi.

Nel 520 riunì un sinodo per condannare le eresie che ancora erano molto diffuse, soprattutto il pelagianesimo e l'arianesimo.

Morì nel 531 per mano di una banda di eretici che lo assalirono mentre usciva dalla chiesa e lo ferirono ripetutamente, Eleuterio sopravvisse qualche giorno e infine il 20 febbraio spirò.

Il suo funerale fu officiato dall'amico Medardo, vescovo di Noyon, che informato dell'aggressione, era partito da Noyon per fargli visita, ma giunse quando già Eleuterio era morto.

Culto

Alla sua morte fu seppellito nella chiesa di Blandain, dove restò fino alla fine del IX secolo. Poi fu traslato nella cattedrale di Notre-Dame a Tournai. Questo fu fatto perché a una pia donna di Roubaix era apparso in sogno Eleuterio, ordinandole di andare a nome suo dal vescovo del tempo Heidilon o Hédillon (880-†902), per dirgli di disseppellirlo e riportarlo nella cattedrale di Tournai. Nel 1247 le reliquie furono sistemate in una nuova cassetta d'argento finemente lavorata, che ancora oggi si può ammirare nella cattedrale. Durante le guerre di religione del XVI secolo, il Capitolo di Tournai, per preservarle dagli Ugonotti, le mandò a Douai. Anche durante la Rivoluzione francese furono preservate facendole custodire in un'abitazione di Tournai, dove rimasero fino al 1802, quando il vescovo François-Joseph Hirn (1802-†1819, con una solenne cerimonia, le riportò in cattedrale.

Nelle raffigurazioni artistiche Eleuterio viene rappresentato:

  • Nell'atto di confessare re Clodoveo
  • Con una chiesa in mano per ricordare che fu il rifondatore della diocesi di Tournai. È raffigurato così in una piccola statua che sormonta l'elegante cassetta con le sue reliquie, nella cattedrale di Notre-Dame di Tournai.
  • Con una verga o un flagello in mano, simboli del suo martirio.
Predecessore: Vescovo di Tournai Successore: Bishopcoa.png
- Prima del 540 Agrecius 549-552 I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
- {{{data}}} Agrecius 549-552
Note
  1. Paul Guérin (a cura di), Vie des Saints des Petits Bollandistes, Parigi, Bloud et Barral editori, 1876, tomo VII, p. 604.
Bibliografia
  • Alban Butler, Il primo grande dizionario dei santi secondo il calendario Casale Monferrato, Edizioni PIEMME, 2001 ISBN 88-384-6913-X
  • René François Rohrbacher, Histoire universelle de l'Église Catholique, Paris, 1843, Gallica, p. 141
Voci correlate
Collegamenti esterni