Sant'Anastasia di Sirmio
Sant'Anastasia di Sirmio Laica · Martire | |
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Santa | |
Mosaico con Sant'Anastasia (1872) | |
Nascita | Roma |
Morte | Sirmio 25 dicembre 304 |
Venerata da | Chiesa cattolica, Chiese ortodosse |
Ricorrenza | 25 dicembre |
Attributi | foglia di palma, vaso di medicinali |
Patrona di | tessitori |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 25 dicembre, n. 2:
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Sant'Anastasia di Sirmio (Roma, ; † Sirmio, 25 dicembre 304) è stata una laica e martire latina del IV secolo.
Biografia
Anastasia nacque a Roma in una famiglia patrizia. Suo padre era senatore, sua madre cristiana; ebbe come precettore San Crisogono.
Si sposò, ma il marito Publio si oppose alle sue attività caritative e la segregò in casa.
Dopo la morte di Publio giunse a Sirmio (oggi Sremska Mitrovica) in Illiria, dove svolse la sua opera di impegno ad assistere i cristiani perseguitati, in modo particolare curando quelli in carcere.
Scoperta la sua fede, fu processata e avendo rifiutato di abiurare il cristianesimo, fu arsa viva, secondo la tradizione, il 25 dicembre 304, durante l'ultima persecuzione dei cristiani a opera dell'imperatore Diocleziano.
La diffusione del culto
Quando, sotto l'imperatore Costantino, il Cristianesimo divenne religione di stato, le fu dedicata una chiesa a Sirmio. La sua devozione si diffuse soprattutto nelle province romane orientali e le sue spoglie furono portate a Bisanzio e deposte nella basilica della Risurrezione (Anastasis).
In Italia il culto di Anastasia si sviluppò alla fine del V secolo, diffuso dai Goti e dai Longobardi e nei secoli successivi in tutta Europa a opera dei Benedettini. A lei e stata dedicata una chiesa a Verona e una a Roma, nonché un titolo cardinalizio.
È stata definita, in greco, Farmacolìtria (Guaritrice dai veleni) e in russo, Uzoreshìtel'nitza (Colei che libera dai vincoli): quindi, viene considerata protettrice sia dalle malattie che dagli inganni del Demonio.
È stata anche innalzata al rango di "Grande Martire" e inserita tra i quindici martiri nominati nel Canone eucaristico, cioè nella preghiera che il sacerdote (cattolico od ortodosso) recita durante il rito liturgico dell'Eucaristia.
Oggi
Dopo lo Scisma d'Oriente, la figura di Anastasia perse di importanza quale simbolo del legame tra il mondo cattolico e quello ortodosso.
Tuttavia figura ancora tra i santi venerati da entrambe le Chiese: per questo motivo, nel 1995 due icone che la raffiguravano (una dipinta secondo la tradizione occidentale e l'altra secondo quella orientale) furono spedite nello spazio sulla stazione MIR nell'ambito della missione "Santa Anastasia - una speranza per la pace" per contribuire alla riconciliazione dei popoli dell'ex-Jugoslavia (i Croati e gli Sloveni sono in maggioranza cattolici, i Serbi in maggioranza ortodossi). L'iniziativa era patrocinata dall'UNESCO e le icone furono benedette dal papa Giovanni Paolo II, dal Patriarca di Mosca Alessio II e dal patriarca di Serbia Pavel. Al loro ritorno sulla Terra le icone giunsero a Sremska Mitrovica, terra del martirio della santa, per contribuire, secondo le intenzioni delle Chiese cattolica e ortodossa, alla pacifica convivenza dei popoli balcanici.
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