Santa Giulia Salzano
Santa Giulia Salzano, S.C.S.C. Religiosa | |
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Santa | |
Nuova iconografia di santa Giulia Salzano | |
Età alla morte | 82 anni |
Nascita | Santa Maria Capua Vetere 13 ottobre 1846 |
Morte | Casoria 17 maggio 1929 |
Professione religiosa | 1905 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 23 aprile 2003, da Giovanni Paolo II |
Canonizzazione | 17 ottobre 2010, da Benedetto XVI |
Ricorrenza | 17 maggio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 17 maggio, n. 8:
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Santa Giulia Salzano (Santa Maria Capua Vetere, 13 ottobre 1846; † Casoria, 17 maggio 1929) è stata una religiosa italiana, fondatrice della congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore. Per il suo carisma fu designata in occasione della sua beatificazione come Donna Profeta della Nuova Evangelizzazione[1].
Biografia
Infanzia e studi
Figlia di Diego Salzano, capitano dei lancieri di Ferdinando II Re di Napoli, e di Adelaide Valentino, Giulia era la quarta di sette figli, di cui due deceduti in tenera età. La sua prima infanzia trascorse felicemente nell'ambito della famiglia, ma presto la morte interruppe questa serenità. Nel 1856 si spense il fratello maggiore, Achille, all'età di diciotto anni, e qualche mese dopo, lo stesso anno, morì il padre; l'anno seguente morì il fratello più piccolo, Mario, all'età di due anni, e infine, nel 1858 mori il secondogenito Francesco.
Rimasta sola con i tre figli sopravvissuti (Giulia, Vincenzo e Chiara), in una situazione economica assai difficile e con controversie giudiziarie circa l'eredità dello sposo, la madre affidò Giulia, di quattro anni, per la sua formazione alle Suore della Carità nel regio Orfanotrofio di San Nicola della Strada. Qui la piccola rimase otto anni, dal 1853 al 1861, con buon profitto scolastico. Già allora mostrava un'anima profondamente religiosa e orientata all'insegnamento catechistico. L'8 dicembre del 1854, mentre a Roma Papa Pio IX proclamava il dogma dell'Immacolata Concezione, si accostò alla Prima Comunione.
Nel 1861 Giulia ritornò in famiglia, aiutando la madre nelle faccende di casa. In pari tempo proseguì i suoi studi e, nel 1864, ottenne il diploma di maestra elementare di grado inferiore.
Maestra elementare e catechista
Ottenne l'incarico di insegnare nella scuola comunale di Casoria, nel circondario di Napoli, ove si trasferì con tutta la famiglia nell'ottobre 1865; Giulia esercitò questo ufficio fino al 1888.
La sua attività fu coniugata con un notevole interesse per la formazione religiosa e, benché l'insegnamento scolastico della religione fosse stato abolito dalle leggi del Regno d'Italia, Giulia s'impegnava nella spiegazione del catechismo e nell'educazione alla fede dei fanciulli, dei giovani e degli adulti e coltiva la devozione alla Vergine Maria.
Questo zelo la portò alla collaborazione con la parrocchia per la preparazione dei bambini alla Prima Comunione, all'organizzazione di mesi mariani, mesi in onore del Sacro Cuore, novene e tridui, che attiravano numerosi fedeli. In questo impegno di catechesi venne incoraggiata dal Beato Ludovico da Casoria, che un giorno le disse:
« | Bada Giulia di non farti venire la tentazione di abbandonare i fanciulli della nostra cara Casoria, perché la volontà di Dio è che tu viva e muoia in mezzo a essi. » |
Su suggerimento dell'arcivescovo di Napoli, cardinale Sisto Sforza, si mise in contatto con la santa Caterina Volpicelli incaricata dall'arcivescovo di organizzare laboratori di cucito per provvedere di arredi sacri le chiese povere. Giulia vi aderì e mise su un laboratorio, inaugurato nel 1877 in presenza della Volpicelli, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore.
La consacrazione religiosa
Dietro il suo suggerimento Giulia si iscrisse, nel 1880, tra le Piccole Ancelle, che allora si chiamavano Oblate del Sacro Cuore. Dopo due anni di noviziato, nel 1882 fu nominata assistente del gruppo delle Piccole Ancelle che lei stessa aveva fatto sorgere a Casoria, consacrandosi con grande impegno alla direzione delle Ancelle, alla scuola, al catechismo, all'organizzazione di esercizi spirituali, sempre in stretto contatto con la Volpicelli. Questa considerevole attività senza sosta ebbe la meglio sulla sua salute, cosicché il medico la consigliò di abbandonare l'occupazione di maestra. Giulia scorse in ciò la mano di Dio perché liberata dalla scuola avrebbe potuto dedicarsi tutta alle opere di apostolato.
Nonostante le mancasse un anno e mezzo di insegnamento, ottenne nel 1888, per interessamento del consiglio municipale di Casoria, la pensione intera. In questa situazione Giulia pensava sempre di consacrarsi a Dio nella vita religiosa, anzi a fondare una famiglia religiosa dedita alla catechesi. Per discernere meglio partecipò, nel giugno 1889, a un corso di esercizi spirituali predicato dal padre gesuita Giuseppe Piccirelli che seppe aiutarla nella sua scelta e divenne suo padre spirituale al 1918 quando morì.
L'opera di apostolato
Migliorata nella salute, si tuffò con ardore nelle opere di apostolato. Per prima cosa eresse in casa sua una cappella che venne inaugurata come oratorio, il 15 ottobre del 1890. Ben presto, numerose ragazze di Casoria s'iscrissero e parteciparono alle adunanze settimanali. Difficoltà sorsero soltanto da parte del direttore dell'opera di Caterina Volpicelli, il canonico Luigi Caruso, che avrebbe voluto la Salzano religiosa nella Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore da lui dirette.
Ma il suo oggetto principale di lavoro era la catechesi. Per attuare questo proposito prese in affitto un appartamento ove, il 21 novembre del 1893, iniziò la vita comune con due ex allieve, Maria Natale e Giuseppina Rullo, e, il 5 febbraio del 1894, la Pia Casa Catechistica, embrione della futura Congregazione, poté essere inaugurata.
La nuova comunità
Lo sviluppo della sua attività specifica l'allontanò dall'opera della Volpicelli, che la comprese perfettamente e la incoraggiò a seguire la via che aveva intrapresa a Casoria.
Dopo la morte dell'ultimo fratello, Vincenzo Salzano, nel 1894, la madre di Giulia, sua sorella Chiara e anche la domestica raggiunsero la piccola comunità. Avuti da Roma, nel gennaio 1899, i permessi per la celebrazione quotidiana della Messa e la custodia del Santissimo Sacramento, l'attività s'intensificò ancora con ritiri, corsi di esercizi, conferenze e convegni e si rendeva ormai necessaria una sede più spaziosa, che venne inaugurata, il 26 aprile del 1903.
All'inizio del 1904 cominciarono ad arrivare le prime vocazioni fra cui Albina Lenzi, che sarà stretta collaboratrice della Salzano e, poi, le succederà nella guida della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore fondata da Giulia Salzano e approvata canonicamente il 28 gennaio del 1905. Furono l'ignoranza, la povertà e l'avversione alla fede cristiana a far maturare l'esigenza di realizzare questo Istituto concepito appunto per appagare l'ansia di evangelizzazione di madre Salzano, che così diceva:
« | La suora catechista deve sentirsi sempre pronta tutte le ore, per istruire piccoli, grandi e ignoranti; non deve misurare i sacrifici che richiede tal ministero, anzi dovrebbe desiderare di morire sulla breccia, se così piacesse Dio. » |
Nonostante le gravissime difficoltà col confessore della comunità, nominato nel gennaio 1905, perché voleva imporsi come fondatore dirigendo tutto nei minimi dettagli, i primi anni furono un periodo di grandi progressi. Il 21 novembre del 1905, le prime otto Suore ricevettero l'abito religioso. Il 1° febbraio del 1907, madre Salzano e Suor Lenzi emisero i tre voti per cinque anni, seguite il 26 luglio del 1907 dal resto della comunità.
Nel 1910, madre Salzano ottenne la benedizione di Papa Pio X per la comunità religiosa della Casa catechistica. Grazie ai fondi della benefattrice signora Marruco, mancata nel 1910, si poté erigere la chiesa per 1'Opera catechistica che fu consacrata nel 1916.
Intanto, madre Salzano lavorava alla stesura delle Regole, ma non ottenne dalla Congregazione dei Religiosi il decreto di lode, giudicando l'Istituto troppo poco sviluppato, ma, il 12 agosto del 1920, vi fu il decreto di approvazione diocesana. Le Costituzioni furono approvate a Roma, i1 4 febbraio del 1922, mentre il riconoscimento pontificio giunse, il 19 marzo del 1960.
Gli ultimi anni
Nel febbraio del 1928 subì una crisi di angina pectoris e il suo stato apparve critico. Ma, dopo due settimane, il male si placò e lei poté a poco a poco riprendere le sue attività e prese perfino parte con le sue Suore Catechiste del Sacro Cuore al Congresso Catechistico Diocesano, indetto dall'arcivescovo di Napoli, per l'aprile di quell'anno, dando un notevole contributo e realizzando quanto diceva:
« | Cerchiamo di essere generose nell'offrire i nostri sacrifici a Gesù, teniamoli occulti nel nostro cuore, quanto meno sono palesi alle creature tanto più sono accetti a Lui. » |
Il 16 maggio 1929, raccolse ancora attorno a sé i fanciulli che venivano preparati alla Prima Comunione per esaminarli, aiutata da altre Suore, il giorno dopo, fu colpita da un attacco cardiaco e rese piamente l'anima a Dio, realizzando cosi quanto aveva detto:
« | Sento dinanzi a Dio che fino a che mi resta un soffio, lo debbo impegnare per la gloria di Dio e per il bene dell'opera catechistica... » |
Il culto
"Donna Giulietta" così chiamata dai Casoriani, morì il 17 maggio 1929 e lasciò viva la fama di santità, tanto che già il 29 gennaio 1937 fu avviato l'iter per la Canonizzazione. Il 23 aprile 2002, Papa Giovanni Paolo II dispose la pubblicazione del Decreto con il quale veniva riconosciuta l’eroicità delle virtù e il 20 dicembre dello stesso anno, era riconosciuto il miracolo attribuito alla sua intercessione. Esso, avvenuto presso "l'Ospedale Cotugno" nel 1993, riguarda una bambina di 10 anni, Stefania Milo, alunna delle suore al Corso Vittorio Emanuele a Napoli, che fu guarita in maniera rapida, completa e duratura senza esiti a medio e lungo termine da grave sepsi batterica con meningite purulenta, complicata da coagulazione intravasale disseminata e da sindrome di Waterhouse-Friederichsen.
Note | |
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