Papa Pio II
Pio II Papa | |
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al secolo Enea Silvio Piccolomini | |
Pinturicchio, Papa Pio II in cattedra (part. da Papa Pio II va ad Ancona per affrettare la Crociata), 1503 - 1509, affresco; Siena, Cattedrale di Santa Maria Assunta, Libreria Piccolomini | |
Età alla morte | 58 anni |
Nascita | Corsignano 18 ottobre 1405 |
Morte | Ancona 14 agosto 1464 |
Sepoltura | Roma, Basilica di Sant'Andrea della Valle |
Ordinazione presbiterale | 4 marzo 1447 |
Nominato vescovo | 19 aprile 1447 da Niccolò V |
Consacrazione vescovile | 15 agosto 1447 dal card. Juan de Carvajal |
Creato Cardinale |
17 dicembre 1456 da Callisto III (vedi) |
Cardinale per | 7 anni, 7 mesi e 28 giorni |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
210° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
19 agosto 1458 Conclave del 1458 |
Consacrazione | 3 settembre 1458 |
Fine del pontificato |
14 agosto 1464 (per decesso) |
Durata del pontificato |
5 anni, 11 mesi e 26 giorni |
Predecessore | papa Callisto III |
Successore | papa Paolo II |
Extra | Papa Pio II Anni di pontificato |
Cardinali | 13 creazioni in 3 concistori |
Proclamazioni | Santi |
Eventi | Nessun Giubileo indetto |
Collegamenti esterni | |
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Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini (Corsignano, 18 ottobre 1405; † Ancona, 14 agosto 1464) è stato il 210º vescovo di Roma e papa italiano dal 1458 alla morte.
Biografia
Pio nacque a Corsignano (oggi Pienza[1]), nel territorio senese, da una famiglia nobile.
La famiglia aveva scelto questo nome per via di un loro parente di nome Giulius Piccolominis Amideis, che era imparentato con la famiglia degli Amidei. Quando seppero della discendenza degli Amidei dalla Gens Iulia, decisero di chiamare il futuro papa Pio II, Enea Silvio, in onore di Enea, figlio di Venere che, diceva la Gens Iulia, era il primo membro della loro famiglia.
Formazione e carriera ecclesiastica
Segretario del suo Vescovo
Dopo aver studiato alle università di Siena e Firenze, si stabilì a Siena come insegnante, ma nel 1431 accettò il posto di segretario di mons. Domenico Capranica, arcivescovo di Fermo, allora sulla strada che lo conduceva al Concilio di Basilea per protestare contro l'ingiustizia del nuovo papa Eugenio IV, che gli rifiutava il cardinalato al quale era stato designato da Martino V. Arrivato a Basilea dopo numerose avventure, successivamente servì Capranica e diversi altri signori.
Nel 1435 venne inviato dal cardinale Niccolò Albergati, legato di Eugenio al concilio, in missione segreta in Scozia. Lo scopo di questa missione viene raccontato in vari modi anche da lui stesso. Piccolomini visitò l'Inghilterra oltre alla Scozia e fu soggetto a diversi pericoli e vicissitudini in entrambe le nazioni. Di tutto questo ha lasciato un prezioso resoconto.
Conciliarista
Al suo ritorno si schierò attivamente con il concilio nel suo conflitto con il Papa e, anche se ancora laico, ottenne una parte importante nella direzione dei suoi affari.
Egli appoggiò la creazione dell'antipapa Felice V, ma quando agli inizi del 1442 il concilio elesse Amedeo, Duca di Savoia, come antipapa, Enea, percependo che la posizione del concilio era alla lunga indifendibile, trovò un pretesto per ritirarsi alla corte dell'imperatore Federico III a Vienna. Lì venne incoronato poeta imperiale laureato, e ottenne il patrocinio del cancelliere dell'imperatore, Kaspar Schlick, del quale celebrò un'avventura amorosa a Siena nella romanza, Eurialo e Lucrezia.
Il suo carattere era stato fino ad allora quello di un facile uomo di mondo, senza pretesa di coscienziosità nella morale o di coerenza in politica. Egli iniziò a essere più regolare nel primo aspetto e nel secondo adottò una linea definita facendo pace con Roma. Essendo stato inviato in missione a Roma nel 1445, con lo scopo apparente di indurre Eugenio a convocare un nuovo concilio, venne assolto dalle censure ecclesiastiche e fece ritorno in Germania con il compito di assistere il Papa.
Diplomatico
Questo fece, in maniera molto efficace, con la destrezza diplomatica con la quale ammorbidì le differenze tra la corte papale di Roma e gli elettori imperiali tedeschi; ed ebbe anche una parte importante nel compromesso col quale, nel 1447, il morente Eugenio accettò la riconciliazione offerta dai principi tedeschi, lasciando senza supporto il concilio e l'antipapa. Enea per quel tempo era già stato ordinato presbitero: infatti era già canonico di Trento e parroco di Sarentino nel 1446. Uno dei primi atti del successore di Eugenio, Papa Niccolò V, fu quello di nominarlo vescovo di Trieste nel 1447.
Nel 1450 venne inviato come ambasciatore dall'imperatore Federico per negoziare il matrimonio di questi con la principessa Eleonora del Portogallo, cosa che riuscì a portare a termine; nel 1451 intraprese una missione in Boemia, dove concluse un soddisfacente accordo con il capo degli hussiti, Giorgio di Podebrady; nel 1452 accompagnò Federico a Roma, dove l'imperatore sposò Leonora e venne incoronato re dei Romani.
Nell'agosto 1455 Enea tornò a Roma con un'ambasciata per profferire l'obbedienza della Germania al nuovo Papa, Callisto III. Egli portò con sé forti raccomandazioni dell'imperatore e di Ladislao d'Ungheria, per la sua nomina al cardinalato, ma sorsero dei ritardi a causa della determinazione del Papa a promuovere prima un suo nipote, ed egli dovette aspettare fino al dicembre 1456. Ottenne invece temporaneamente il vescovato di Varmia (Ermeland).
Pontificato
Callisto III morì il 6 agosto 1458. Il 10 agosto i cardinali entrarono in conclave. Il benestante cardinale di Rouen, benché francese e dal carattere discutibile, sembrava certo di essere eletto. Enea, come ci dice in un passaggio della sua storia dell'epoca, pubblicò clandestinamente nel Conclavi de' Pontifici Romani, con quale arte, energia ed eloquenza frustrò le speranze del cardinale francese. Sembrò che l'elezione non dovesse ricadere su Pio, ma nessun altro candidato sembrò averci pensato seriamente, né probabilmente vi era qualcuno complessivamente più degno della tiara, anche se il sacro collegio probabilmente comprendeva alcuni uomini di alta morale..
Dopo essersi alleato con Ferdinando, il pretendente aragonese al trono di Napoli, il suo atto successivo fu di riunire un congresso dei rappresentanti dei principi cristiani a Mantova, per prendere un'azione comune contro i Turchi Ottomani, che nel frattempo avevano conquistato definitivamente Costantinopoli e stavano per prendere possesso di tutto l'Impero bizantino, guidati da Maometto II. Fu questo, infatti, il motivo dominante del suo Pontificato.
Il 19 gennaio 1459 istituì l'Ordine Betlemita. Nessun Pontefice prima di lui aveva fondato in prima persona un Ordine cavalleresco, ma Papa Pio II aveva persino tentato di sciogliere i più potenti Ordini esistenti, ordinando loro di confluire in questa nuova Milizia. Il suo lungo trasferimento verso il luogo dell'assemblea poteva far pensare a una processione trionfale. Il congresso fu invece un fallimento completo rispetto ai suoi obiettivi ostentati, ma almeno mostrò che l'impotenza della cristianità non era dovuta al Papa. Al suo ritorno dal congresso, Pio spese un periodo considerevole di tempo nel suo paese di origine, nel territorio senese e descrisse il diletto e il fascino della vita di campagna in un linguaggio molto gradevole.
Venne richiamato a Roma dai problemi causati da Tiburzio de Maso, che venne alla fine catturato e giustiziato. Gli Stati Pontifici erano a quell'epoca grandemente disturbati da baroni ribelli e dalle scorrerie dei condottieri, ma questi mali vennero gradualmente abbattuti. Anche la Guerra Napoletana ebbe fine, col successo dell'alleato del Papa, Ferdinando. Il Papa tentò anche delle mediazioni nella Guerra dei tredici anni tra Polonia e cavalieri dell'Ordine Teutonico e quando fallì nell'ottenere il successo, scagliò l'anatema su polacchi e prussiani.
Nel luglio 1461, Pio canonizzò santa Caterina da Siena e nell'ottobre dello stesso anno ottenne quello che inizialmente sembrò un brillante successo, inducendo il nuovo re di Francia, Luigi XI, ad abolire la sanzione pragmatica di Bourges, con la quale l'autorità del Papa in Francia era stata gravemente ostacolata. Ma Luigi si aspettava che Pio avrebbe in cambio sposato la causa francese a Napoli e quando questo non avvenne ristabilì la sanzione pragmatica per mezzo di ordinanze reali. Pio venne anche coinvolto in una serie di dispute con il re di Boemia e il Conte del Tirolo e la crociata per la quale il congresso di Mantova era stato convocato non fece progressi.
Di fronte allo scarso interesse delle potenze occidentali a partecipare a una nuova crociata "contro il turco", il Papa fece circolare in Europa, a scopo polemico, una lettera al Sultano, Maometto II, in cui offriva al signore turco, una volta convertitosi al cristianesimo romano, il titolo di imperatore romano, per il quale in occidente nessuno era più degno agli occhi di Pio II.
Pio riuscì a riconciliare l'imperatore e il re d'Ungheria, e ottenne grande incoraggiamento, oltre a vantaggi economici, dalla scoperta di miniere di allume nel territorio pontificio, ma si era alienato la Francia; il Duca di Borgogna non mantenne le sue promesse; Milano era assorbita dal tentativo di prendere Genova; Firenze consigliò cinicamente al Papa di lasciare che turchi e veneziani si logorassero a vicenda.
Pio era inconsapevolmente vicino alla sua fine e il suo malessere probabilmente portò alla febbrile impazienza con la quale, il 18 giugno 1464, partì per Ancona allo scopo di condurre la crociata di persona. Sembrò certo che il risultato di tale impresa sarebbe stato ridicolo o disastroso, ma l'ingegno di Pio II comparve nuovamente e la rese patetica. Pio soffriva di febbre quando lasciò Roma, l'esercito crociato si sciolse ad Ancona alla ricerca di un trasporto e quando infine giunse la flotta veneziana, il Papa morente poté solamente vederla dalla finestra. Spirò due giorni dopo, il 14 agosto 1464. Gli successe papa Paolo II.
Personalità e produzione letteraria
Pio II è considerato uno dei più interessanti successori di Pietro. Ebbe una natura vitale, sincera e amorevole, franca e ingenua anche nelle sue aberrazioni e difetti.
Quando le sue prospettive si allargarono e le responsabilità si fecero più profonde, anche il suo carattere si ampliò e approfondì. Mentre competeva con ogni altro uomo in industriosità, prudenza, saggezza e coraggio, eccelse nella semplicità dei gusti, nella costanza degli affetti, nella gentile allegria, nella magnanimità e nella pietà. Come capo della Chiesa fu abile e sagace e mostrò di comprendere le condizioni alle quali poteva essere mantenuto il suo potere spirituale; le sue idee erano lungimiranti e liberali; e si fece influenzare poco dai fini personali.
Pio è interessante in particolare come il tipo di studioso e pubblicista che si fa strada per la sua forza intellettuale, facendo intravedere quell'età di là da venire in cui la penna deve essere più forte della spada; e non di meno come la figura in cui, più che in ogni altra, lo spirito medioevale e quello moderno si incontrano e fondono e dove il secondo prende definitivamente il sopravvento sul primo.
Pio fu un autore versatile e prolifico. La sua opera più importante sono i Commentari del suo tempo, la cui stesura iniziò dopo l'elezione del 1458 e proseguì sino alla morte; furono pubblicati nel 1584 (oltre un secolo dopo) con il nome di Gobelinus (Giovanni Gobelino, un parente tedesco di Piccolomini), al quale vennero attribuiti, ma che era in realtà solo il copista.
L'edizione fu curata dall'arcivescovo di Siena, Francesco Bandini Piccolomini, che alterò pesantemente l'opera, mutilandola dei passi più scabrosi e scandalosi e modificandone lo stile. Numerosi passaggi soppressi all'epoca della pubblicazione sono stati pubblicati nella Transazione dell'Accademia de' Lincei da Signor Cugnoni, assieme ad altre opere inedite. I Commentari di Pio sono una lettura di notevole valore storico. "Pio II", dice Creighton, "è il primo scrittore che tentò di rappresentare il presente come sarebbe apparso ai posteri, che applicò coscientemente una concezione scientifica della storia alla spiegazione e all'organizzazione degli eventi". Le sue Epistole, che egli stesso raccolse, sono anch'esse un importante fonte di informazioni storiche.
I più preziosi di questi scritti storici minori sono le sue storie della Boemia (Historia Bohemica) e dell'imperatore Federico III, quest'ultima parzialmente autobiografica. Abbozzò dei trattati biografici su Europa ed Asia e nella prima parte della sua vita produsse numerosi trattati sulle controversie politiche e teologiche dei suoi tempi, così come su soggetti estetici.
Fu molto ammirato come poeta dai suoi contemporanei, ma la sua reputazione nelle "belle lettere" è dovuta principalmente all'Eurialo e Lucrezia, che viene letto ancor oggi, in parte per la sua fedeltà e in parte per il fatto singolare di essere un racconto amoroso scritto da un futuro Papa. Pio compose inoltre alcune commedie, delle quali solo una è giunta ai giorni nostri. Tutte queste opere sono in latino.
Pio non fu uno studioso eminente, il suo latino è spesso scorretto e conosceva poco il greco; ma i suoi scritti hanno un'alta qualità letteraria e verranno sempre premiati come riproduzioni vivide e accurate dello spirito della sua epoca.
Rimane celeberrimo il suo detto sul malcostume italico della raccomandazione:
« | Quand'ero solo Enea nessun mi conoscea. Ora che son Pio tutti mi chiaman zio. » |
Pio ispirò la struttura urbanistica, forse la prima pianificazione urbana di sempre, della sua splendida città che oggi porta il suo nome: Pienza (Siena).
Nella sua produzione storico-letteraria spicca anche un volumetto su usi e costumi della Germania, che intitolasi appunto Germania ovvero De situ, ritu, moribus et conditione Germaniae descriptio. È molto importante poiché qui si possono rintracciare le cause remote del Luteranesimo nel malcontento dei tedeschi contro Roma.
Il palio in suo onore
Il 2 luglio 2005, in occasione del seicentenario della sua nascita, a Siena è stato corso il palio in suo onore, ed è stato vinto dalla Nobile Contrada del Bruco con il cavallo Berio montato dal fantino Luigi Bruschelli detto Trecciolino.
Opere
- Europa
- Germania
- Historia de Duobus Amantibus - Storia dei due amanti
- Commentarii, Roma 1584
- Epistole (in particolare Epistola ad Mahometem)
- Eurialus et Lucretia
- Chrysis (commedia)
- Libellus dialogorum de generalis concilii auctoritate et gestis Basileensium (genere storico)
- Commentarius de rebus Basileae gestis (genere storico)
- Historia rerum Frederici III imperatoris (genere storico)
- Historia Bohemica (genere storico)
- De Librorum Educatione (1450)
Concistori tenuti da Papa Pio II per la creazione di nuovi cardinali
Concistoro del 5 marzo 1460
- (1) Italia · Angelo Capranica, vescovo di Rieti; † 3 luglio 1478;
- (2) Italia · Berardo Eroli, vescovo di Spoleto; † 2 aprile 1479;
- (3) Italia · Niccolò Forteguerri, vescovo di Teano; † 21 dicembre 1473;
- (4) Italia · Alessandro Oliva, O.E.S.A., Priore Generale del suo Ordine; † 20 agosto 1463;
- (5) Italia · Francesco Todeschini Piccolomini, nipote di Sua Santità e amministratore apostolico di Siena, poi eletto papa con il nome di Pio III il 22 settembre 1503; † 18 ottobre seguente.
cardinale in pectore pubblicato nel concistoro del 1462
- (6) Austria · Burkhard von Weißpriach, arcivescovo di Salisburgo (Austria); † 16 febbraio 1466.
Concistoro del 18 dicembre 1461
- (7) Italia · Bartolomeo Roverella, arcivescovo di Ravenna; † 3 maggio 1476;
- (8) Francia · Jean Jouffroy, O.S.B. Clun., vescovo di Arras (Francia); † 24 novembre 1473;
- (9) Spagna · Jaime Francisco de Cardona i de Aragón, vescovo di Urgell (Spagna); † 1º dicembre 1466;
- (10) Francia · Louis d'Albret, vescovo di Cahors (Francia); † 4 settembre 1465;
- (11) Italia · Giacomo Ammannati Piccolomini, figlio adottivo di Sua Santità e vescovo di Pavia; † 10 settembre 1479.
- (12) Italia · Francesco Gonzaga, protonotario apostolico; † 21 ottobre 1483.
Concistoro del 31 maggio 1462
- (13) Germania · Johann von Eych, vescovo di Eichstätt (Baviera); † 1º gennaio 1464.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo | |
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Juan de Carvajal
- Papa Pio II
Successione degli incarichi
Predecessore: | Prevosto della Basilica di San Lorenzo di Milano | Successore: | |
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Martino di Canale | 1436 - 1440 | Leonardo da Vercelli |
Predecessore: | Vescovo di Trieste | Successore: | |
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Niccolò II Aldegardi | 1447 -1450 | Ludovico Della Torre |
Predecessore: | Vescovo di Siena | Successore: | |
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Neri da Montecarlo | 1450 -1458 | Antonio Piccolomini |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Sabina | Successore: | |
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Guillaume d'Estaing | 1456 -1458 | Berardo Eroli |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Varmia | Successore: | |
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Franciszek Kuhschmalz Vescovo |
1457 -1458 | Paweł Legendorf |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Callisto III | 19 agosto 1458 - 14 agosto 1464 | Papa Paolo II |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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Collegamenti esterni | |
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- Prevosti della Basilica di San Lorenzo di Milano
- Vescovi di Trieste
- Vescovi di Siena
- Cardinali presbiteri di Santa Sabina
- Amministratori apostolici di Varmia
- Presbiteri ordinati nel XV secolo
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- Vescovi consacrati nel XV secolo
- Vescovi italiani del XV secolo
- Vescovi del XV secolo
- Vescovi per nome
- Concistoro 17 dicembre 1456
- Cardinali italiani del XV secolo
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