Basilica di San Sebastiano fuori le Mura (Roma)
Basilica di San Sebastiano fuori le Mura | |
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Roma, Basilica di San Sebastiano fuori le Mura (XVII secolo) | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Appia Antica, 136 00179 Roma (RM) |
Telefono | +39 7808847 |
Posta elettronica | info@sansebastianofuorilemura.org sansebastianofuorilemura@diocesidiroma.it |
Sito web | |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | San Sebastiano |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. |
Fondatore | Costantino I |
Data fondazione | IV secolo, primo quarto |
Architetti |
Flaminio Ponzio (ricostruzione del XVII secolo) |
Stile architettonico | barocco |
Inizio della costruzione | XVII secolo |
Completamento | XVII secolo |
Titolo | San Sebastiano alle Catacombe (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Catacombe di San Sebastiano, basilica costantiniana |
Iscrizioni | SCIPIO CARD(inale] BURGHENSIUS, S[acrae] R[omae] E[cclesiae] MAJOR PENITENTIARIUS, AN[no] DOM[ini] MDCXII |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di San Sebastiano fuori le Mura è una chiesa di Roma, che sorge lungo la via Appia Antica, situata nella periferia meridionale della città, nel quartiere Ardeatino: è una delle Sette chiese di Roma che i pellegrini, in occasione del Giubileo, dovevano visitare a piedi in un solo giorno per acquisire l'indulgenza.[1]
Denominazione
Nel corso dei secoli la chiesa ha ricevuto anche l'attributo ad catacumbas per la presenza delle Catacombe di San Sebastiano, sulle quali venne costruita, mentre l'attributo "fuori le Mura" è in riferimento al fatto che questa si trova al di fuori delle Mura Aureliane e serviva a distinguerla dalla chiesa di Chiesa di San Sebastiano al Palatino.
Storia
Basilica costantiniana
La chiesa fu costruita nel IV secolo, sul luogo dove, secondo la tradizione, erano conservate le spoglie degli apostoli Pietro e Paolo, qui traslate nel 258 dalle Vie Cornelia e Ostiense durante le persecuzioni e successivamente riportate nei siti originari quando furono edificate le basiliche a loro dedicate. Intorno al 305, con la sepoltura del martire romano san Sebastiano nella catacomba, si sviluppò un'importante cimitero cristiano sul quale l'imperatore Costantino I (274-337) fece erigere, nel primo quarto del IV secolo, una grande chiesa, originariamente denominata Basilica Apostolorum, in onore di san Pietro e san Paolo, ma nel corso del tempo il culto a san Sebastiano ha prevalso sia nella denominazione dell'area funeraria sia della basilica, oggi a lui intitolata vox populi.
Per approfondire, vedi la voce Catacombe di San Sebastiano (Roma) |
La basilica costantiniana, costruita in opera listata, si presentava a pianta circiforme (lunga 73,4 m. e larga 31 m.) a tre navate divise da pilastri sormontati da archi in laterizi (bipedali) con copertura a capriate lignee e preceduta da un grande cortile quadrangolare: modello riscontrabile anche nelle altre chiese fatte erigere dall'imperatore a Sant'Agnese sulla via Nomentana e a San Lorenzo sulla via Tiburtina. La parte superiore della navata centrale emergeva su quelle laterali, e in essa si aprivano finestre ad arco. La facciata era aperta da tre porte e il piano di calpestio era totalmente occupato dalle lastre tombali.
Nell'826, le spoglie di san Sebastiano, conservate nella cripta, furono traslate nella Basilica di San Pietro in Vaticano per volere di Eugenio II (824-827), probabilmente per il timore di un assalto dei saraceni, precauzione quanto mai fondata, visto che circa venti anni dopo la chiesa venne distrutta in incursione dei pirati arabi e il monastero, che subì i danni maggiori, fu, sia pure per breve tempo, abbandonato.
Poco tempo dopo, il complesso fu completamente ricostruito da papa Niccolò I (858-867).
Nel 1167 Pasquale III (1164-1168) affidò la basilica ai monaci cistercensi.
Nel 1218 Onorio III (1216-1227), in occasione di ulteriori restauri, riportò le spoglie del martire nella basilica, conservati ancora oggi presso la Cappella di San Sebastiano. In tale occasione furono costruiti il campanile (oggi profondamente trasformato) e il chiostro, i cui resti sono stati rinvenuti nel corso degli scavi novecenteschi sotto la navata sinistra.
Nel 1259, ai cistercensi subentrarono i Canonici Regolari Lateranensi nuovamente sostituiti dai primi durante il pontificato di Eugenio IV (1431-1447).
Nel corso dei secoli la chiesa ha subito diversi restauri, fra cui va ricordato l'intervento condotto nel 1563, limitato, peraltro, alla sola zona presbiterale.
Basilica odierna
La trasformazione del complesso nelle forme attuali ebbe inizio nel 1584, quando i monaci cistercensi lo abbandonarono: esso allora fu dato in commenda al cardinale Scipione Caffarelli-Borghese (1577-1633) che intraprese tra il 1608 e il 1613 un completo rimodellamento della chiesa su progetto di Flaminio Ponzio (1560-1613) e sotto la direzione artistica di Guido Reni (1575-1642). Il restauro fu completato da Giovanni Vasanzio (1550-1621), mentre la facciata fu realizzata nel 1612 dal Ponzio. Nella nuova basilica, ricavata occupando la sola navata centrale della chiesa costantiniana (ormai in decadenza), furono rifatti soffitto e pavimento, e iniziate le due cappelle laterali delle Reliquie e di San Sebastiano. L'opera voluta dal Borghese, che richiamò i cistercensi nel monastero, venne proseguita nel 1672 dal cardinale Francesco Barberini (1597-1679) e nel 1712 da papa Clemente XI (1700-1721), il quale il 18 aprile 1714 con bolla pontificia la eresse a sede parrocchiale.
I monaci cistercensi amministrarono il complesso fino al 23 giugno 1826, quando papa Leone XII (1823-1829) con la lettera apostolica Ex locis sacris fu affidato all'Ordine dei Frati Minori, che l'amministrano tuttora.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di San Sebastiano alle Catacombe istituito il il 30 dicembre 1960 da papa Giovanni XXIII: l'attuale titolare è il cardinale Lluís Martínez Sistach.
Descrizione
Esterno
La facciata, realizzata da Flaminio Ponzio nel 1612, che prospetta su di un ampio cortile, è suddivisa in due ordini: l'inferiore, è costituita da un portico a tre arcate con quattro coppie di colonne di spoglio binate con capitelli ionici di granito provenienti dalla basilica costantiniana; il superiore, scandito da quattro coppie di paraste, è aperto da tre grandi finestre rettangolari con timpano semicircolare; un grande timpano triangolare conclude il prospetto.
La cornice marcapiano, che separa i due ordini, reca l'iscrizione:
« | SCIPIO CARD(inale] BURGHENSIUS, S[acrae] R[omae] E[cclesiae] MAJOR PENITENTIARIUS, AN[no] DOM[ini] MDCXII » |
Interno
L'interno è a navata unica scandita su tre lati da tre arcate inquadrate da coppie di paraste. Il soffitto ligneo realizzato nel 1612 da Annibale Durante su disegno di Giovanni Vasanzio, presenta:
- al centro, Martirio di san Sebastiano;
- ai lati, Stemmi del cardinale Scipione Caffarelli Borghese e di papa Gregorio XVI.
Lato sinistro
Lungo il lato sinistro si notano di particolare interesse storico-artistico:
- accanto all'ingresso,
- in basso, Lapide con il carme dedicato da papa Damaso a sant'Eutichio di Roma, redatto nel IV secolo (16): l'iscrizione, rinvenuta dagli archeologi all'inizio del XX secolo e qui collocata, rappresenta uno dei più importanti esempi della celebre calligrafia filocaliana.
- in alto, Tabernacolo (seconda metà del XV secolo), in marmo bianco di Mino da Fiesole (15).
- nella cappella, dedicata a san Sebastiano (14), realizzata nel 1672 per volontà del cardinale Francesco Barberini e progettata da Ciro Ferri su modello di quella delle Reliquie, in asse con la sepoltura del santo nella catacomba. All'interno dell'ambiente si conservano:
- all'altare, Urna contenente i resti di san Sebastiano;
- sotto l'altare, Statua giacente di san Sebastiano (1670-1672 ca.), in marmo di Giuseppe Giorgetti,[2] collaboratore di Gian Lorenzo Bernini: l'opera venne realizzata dallo scultore su disegno del maestro.
- tra la cappella e il primo altare, per una porta si accede alla Cappella del Santissimo Crocifisso (13), che era l'antica sacrestia, costruita da Carlo Fontana nel 1727, dove si notano:
- sulla volta, Dio Padre con Santi (1618), affresco di Pietro da Cortona.
- alla parete, Madonna con Gesù Bambino con san Sebastiano e santa Lucina (1627), olio su tela di Marco Tullio Fontana.
- al primo altare, dedicato a san Carlo Borromeo (12), è collocata:
- pala con San Carlo Borromeo in adorazione della croce (1613-1614), olio su tela di Archita Ricci.
- al secondo altare, dedicato a san Francesco d'Assisi (11), si conserva:
- pala con San Francesco d'Assisi riceve le stimmate (seconda metà del XVI secolo), olio su tela, attribuita a Girolamo Muziano.
Presbiterio e altare maggiore
La navata centrale termina con l'arco trionfale che porta al presbiterio, a pianta quadrata, è sormontato da una cupola, nel quale si possono ammirare:
- nell'abside (8), entro mostra d'altare con quattro colonne di verde antico, eseguita nel 1610-1612 da Flaminio Ponzio, è collocata:
- pala con Gesù Cristo crocifisso tra la Madonna e san Giovanni apostolo (1614), olio su tela di Innocenzo Tacconi.
- al centro, Mensa d'altare (9) costituita da un sarcofago strigilato del V secolo decorato con tre rilievi raffiguranti:
- Arresto di san Pietro;
- Gesù Cristo con san Pietro e san Paolo;
- Risurrezione di Lazzaro.
- ai lati dell'altare, Busti di san Pietro e san Paolo (1608), in marmo di Nicolas Cordier detto il Franciosino.[3][4]
Lato destro
Lungo il lato destro si notano di particolare interesse storico-artistico:
- accanto all'ingresso, Monumento funebre di Altobello da Montecorvino (1515), in marmo bianco e grigio, di ambito romano (1).
- a destra della cappella, entro nicchia, Salvator Mundi (1679), in marmo di Gian Lorenzo Bernini (2): l'opera solo nel 2001 è stata ritrovata nel convento e attribuita dagli studiosi al celebre scultore.[5]
- nella prima cappella, detta delle Reliquie (3), commissionata nel 1625 dal duca Massimiliano I di Baviera (1573-1651), si conservano:
- Pietra con impronte ritenute dei piedi di Gesù relative al celebre episodio del Domine quo vadis?, quando secondo la tradizione Cristo apparve a san Pietro che fuggiva da Roma per evitare il martirio;
- Freccia e colonna del martirio di san Sebastiano;
- Calice di piombo con ceneri e ossa di san Fabiano.
- a destra della cappella, Monumento funebre del cardinale Giovanni Maria Gabrielli (1720), in in marmi policromi di ambito romano (4).
- al primo altare, dedicato a santa Francesca Romana (5), si conserva:
- pala con Visione di santa Francesca Romana (1727), olio su tela di Filippo Frigiotti.
- dopo la seconda cappella, è posto l'antico ingresso alla Catacomba (6), dove nel vestibolo è collocato:
- Dio Padre e Santi (1610-1617) di Antonio Carracci.
- al secondo altare, dedicato a san Girolamo (17), è collocato:
- pala d'altare con San Girolamo inginocchiato verso l'angelo (1613), olio su tela di Archita Ricci.
- nella seconda cappella, dedicata a san Fabiano (7), detta anche Cappella Albani, costruita nel 1706-1712 dall'architetto Carlo Fontana, con la collaborazione di Alessandro Specchi e Filippo Barigioni su commissione di papa Clemente XI, sono custoditi:
- all'altare, gruppo scultoreo con San Fabiano papa e angeli (1712), in marmo di Pietro Francesco Papaleo.[6]
- alla parete sinistra, Elezione di san Fabiano (1712), olio su tela di Pier Leone Ghezzi.
- alla parete destra, San Fabiano consacra l'imperatore Filippo l'Arabo (1708), olio su tela di Giuseppe Passeri.
Per una porta (10) lungo il lato sinistro della chiesa, si entra nella cosiddetta Navata esterna, ossia l'antico deambulatorio, che gira intorno all'abside, dove è ordinata una pregevole raccolta di epigrafi ed esposto un plastico della basilica costantiniana.
Mentre nella navata destra dell'edificio originario è collocato il Museo dei sarcofagi, dove sono conservati i reperti archeologici, provenienti dal sottosuolo della chiesa e dalla cimitero circostante, che sono stati recuperati durante le campagne di scavo che hanno interessato il complesso nei primi decenni del XX secolo.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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