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Emmanuel Théodose de La Tour d'Auvergne de Bouillon (Turenne, 24 agosto 1643; † Roma, 2 marzo 1715) è stato un cardinale e vescovo francese.
Cenni biografici
Nato a Turenne in Francia. Indicato anche come Cardinale de Bouillon. Terzo figlio del principe Federico Maurizio di Sedan, duca di Bouillon, e di Eléonore-Catherine- Fébronie de Bergh. Fu duca di Albret. Nipote del maresciallo Turenne. Zio del cardinale Henri-Osvald de la Tour d'Auvergne (1737).
Formazione e ministero sacerdotale
Studiò all'Università La Sorbona di Parigi, dove ottenne il dottorato nel 1667.
Ordinato presbitero, fu Canonico del capitolo della cattedrale di Liegi, 1658; in seguito Gran Prevosto di quel capitolo.
Cardinalato
Creato cardinale presbitero nel concistoro del 5 agosto 1669, ricevette la berretta rossa e il titolo di San Lorenzo in Panisperna il 19 maggio 1670.
Ha partecipato al conclave del 1669-1670, che elesse papa Clemente X; entrò in conclave il 20 gennaio 1670. Abate di Saint-Martin de Pontoise, 1670; di Saint-Ouen, Rouen; di Saint-Waast d'Arras, 1672; di Cluny, 1683; di Tournous e di Vignone. Grande elemosiniere di Francia, 1671-1700.
Ha partecipato al conclave del 1676, che elesse papa Innocenzo XI. Optò per il titolo di San Pietro in Vincoli il 19 ottobre 1676.
Ha partecipato al conclave del 1689, che elesse papa Alessandro VIII.
Episcopato
Optò per l'ordine dei cardinali vescovi e la sede suburbicaria di Albano il 19 ottobre 1689. Consacrato il 20 novembre 1689 presso la patriarcale Basilica liberiana, Roma, dal cardinale Flavio Chigi, coadiuvato da Giambattista Rubini (ch), vescovo di Vicenza, e da Francesco Giusti (ch), vescovo di Sutri e Nepi.
Partecipò al conclave del 1691, che elesse papa Innocenzo XII. Optò per la sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina il 21 luglio 1698. Sottodecano del Sacro Collegio dei Cardinali, 1698-1700.
Deluso a causa della negazione da parte del re di alcuni benefici per i membri della sua famiglia, lo criticò in una satira e questo produsse la sua caduta in disgrazia presso la corte francese. Cercò di ottenere la sede di Liegi, ma fallì. Alla fine, riconquistò il favore reale e fu nominato ambasciatore francese davanti alla Santa Sede, 1698-1700. A Roma, contro le istruzioni del re, sostenne François Fénelon contro Jacques Bossuet nella controversia gallicana.
È stato richiamato in Francia, nell'agosto del 1700, ma, a causa dei suoi doveri di sottodecano del Sacro Collegio dei Cardinali, non lasciò Roma.
Legato a latere per l'apertura della Porta Santa della patriarcale basilica vaticana nel Giubileo del 1700 e per la chiusura di quella nella patriarcale basilica di San Paolo fuori le mura.
Ha partecipato al conclave del 1700, che elesse papa Clemente XI. Optò per la sede suburbicaria di Ostia e Velletri, propria del decano del Sacro Collegio dei Cardinali, il 15 dicembre 1700. Ottenne l'eleggibilità ad occupare le sedi di Liegi e Strasburgo, l'8 febbraio 1701. I suoi beni in Francia furono confiscati e lui cedette e tornò in Francia. Fu esiliato nell' abbazia di Tournus. Si riconciliò con il re di Francia e nel maggio del 1710, dopo aver chiesto a lungo il suo richiamo a corte, fuggì nei Paesi Bassi. Un mandato per il suo arresto fu emesso dal Parlamento Reale e i suoi beni furono nuovamente confiscati. Dopo alcuni anni all'estero, durante i quali il cardinale inviò al re numerosi messaggi, giustificando la sua condotta, gli furono restituite le sue rendite e gli fu dato il permesso di risiedere a Roma.
Morte
Morto il 2 marzo 1715, nella sua residenza romana nel noviziato dei Gesuiti di Sant'Andrea al Quirinale. Esposto nella Chiesa gesuita del Santissimo Nome di Gesù, dove si svolsero i funerali il 6 marzo 1715; fu trasferito, con un solenne corteo a cavallo, nella Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale e ivi sepolto.
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi