Ad Gentes
Ad Gentes Decreto del Concilio Vaticano II (1962-1965) sotto il pontificato di Paolo VI | |
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Data: | 7 dicembre 1965 |
Argomenti trattati: | attività missionaria della Chiesa cattolica. |
(IT) Testo integrale sul sito della Santa Sede. | |
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Ad Gentes (spesso abbreviato in AG) è il titolo latino del decreto del concilio Vaticano II sull'attività missionaria della Chiesa cattolica.
Il decreto fece emergere la coscienza della dimensione intrinsecamente missionaria della Chiesa con l'autorevolezza e la maturità del proprio magistero.
Antecedenti
L'espressione riguardante l'intrinseca dimensione missionaria della Chiesa, usata dal documento conciliare, non era del tutto nuova. Monsignor Danilo Catarzi, nei suoi Lineamenti di dommatica missionaria[1] scriveva che la Chiesa "è missionaria per la sua stessa natura"[2]. Prima ancora Henry de Lubac affermava che la Chiesa è essenzialmente missionaria in tutti i suoi membri[3][4].
Il decreto si riallaccia inoltre alla Costituzione sulla Chiesa Lumen Gentium, ed offre nei vari capitoli, accanto ai fondamenti di una teologia della missione, istruzioni e norme per il concreto compimento dell'attività missionaria.
Linee portanti del testo
L'introduzione si ricollega a quanto dichiarato nella Lumen Gentium. La definizione della Chiesa come "sacramento universale di salvezza" ne coglie chiaramente l'insegnamento.
Il fondamento teologico della missione sono le missioni in seno alla Trinità. La missione del Figlio e la missione dello Spirito Santo continuano nelle missioni della Chiesa.
- La missione della Chiesa deve conformarsi quindi alla missione del Figlio nel mondo e al suo esempio, cioè alla sua povertà, alla sua dedizione e al suo amore universale.
- La forza dello Spirito Santo fu visibile nella missione del Figlio, ed essa continua ad essere l'elemento determinante nel proseguimento della sua missione attraverso la Chiesa nel corso della storia della Chiesa stessa e dell'umanità.
La missione propria della Chiesa, missione di trasmettere la fede e la salvezza di Cristo, ha il suo fondamento nel comando del Risorto agli apostoli. Dagli apostoli l'impegno missionario passò ai vescovi ed ai presbiteri.
La missione è soprattutto rivolta agli uomini che sono "lontani da Cristo". Questo vuol dire che fine ultimo dell'evangelizzazione non deve essere considerato il "trapianto della Chiesa", tanto meno fare proselitismo.
La Chiesa non è che un mezzo nel cammino verso la fede e, una volta fondata, non rappresenta un punto di arrivo, ma nuovamente l'inizio per una nuova missione diretta agli uomini.
L'attività missionaria viene descritta come una attività strettamente religiosa, soprannaturale, che continua ad eseguire la volontà di salvezza di Dio nel mondo.
Viene espressamente esclusa l'intromissione della Chiesa e dell'attività missionaria nelle competenze delle autorità civili e statali.
Ogni conversione è una decisione personale, nel pieno rispetto della libertà di coscienza e della persona.
Nella definizione dell'"opera missionaria in se stessa", viene prospettato come fondamentale il compito della Chiesa di rendersi presente nel mondo.
Note | |
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Bibliografia | |
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