Adorazione dei Magi (Beato Angelico)
Beato Angelico, Adorazione dei Magi e Gesù Cristo in pietà con simboli della Passione (1438 - 1440 ca.), affresco | |
Adorazione dei Magi | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Museo Nazionale di San Marco, primo piano, dormitorio, cella 39 |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | dipinto murale |
Soggetto | Adorazione dei Magi; Gesù Cristo in pietà con simboli della Passione |
Datazione | 1438 - 1440 ca. |
Ambito culturale | ambito fiorentino |
Autori |
|
Materia e tecnica | affresco |
Misure | h. 184 cm; l. 362 cm |
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L'Adorazione dei Magi è un dipinto murale, eseguito tra il 1438 ed il 1440 circa, ad affresco, da Guido di Pietro detto Beato Angelico, probabilmente con la collaborazione del giovane allievo Benozzo Gozzoli (1420 – 1497), ubicato nella cella 39 del dormitorio, al primo piano, nel Convento di San Marco, oggi sede del Museo Nazionale di San Marco di Firenze.
Descrizione
Soggetto
La scena è la più grande del ciclo delle celle ed ha la forma di un lunettone con al centro in una nicchia, dove sono raffigurati:
- Adorazione dei Magi
- Gesù Cristo in pietà con simboli della Passione.
Lunettone
La scena dell'Adorazione dei Magi si svolge all'esterno della capanna della Natività, della quale si vede solo una parete spoglia, dove compaiono:
- Maria, avvolta in un manto, sta seduta su una sella d'asino, mentre offre Gesù Bambino all'adorazione dei Magi e degli astanti.
- San Giuseppe, a fianco della Madonna, tiene in mano uno dei doni offerti dai Magi, del quale apre lo scrigno per osservarne il contenuto.
- Magi, indossano splendide vesti e portano i doni (oro, incenso e mirra) in preziose pissidi. Essi come di consueto, rappresentano le tre diverse età dell'uomo (gioventù, maturità e vecchiaia):[1]
- Magio anziano con la barba bianca, inginocchiato, ha già deposto la sua corona a terra, è colto nell'atto di sfiorare teneramente i piedi del piccolo Gesù, al quale ha già offerto il suo dono;
- Magio d’età matura, inginocchiato, è colto in atteggiamento di profonda adorazione, ed il suo dono è nelle mani di san Giuseppe;
- Magio giovane, in piedi, indossa uno splendido manto e tiene in mano una preziosa pisside contenente il proprio dono; lo sguardo è fisso sul Bambino.
- Corteo dei Magi, che si dispone in maniera tradizionale, procedendo orizzontalmente verso la capanna che si trova all'estremità sinistra. In esso si scorgono vari personaggi, fra i quali si distinguono:
- Alcuni uomini borghesi, vestiti di cappelli e preziosi abiti alla moda dell'epoca;
- Servi e staffieri con i cavalli.
Nicchia
Nella nicchia è raffigurato Gesù Cristo in pietà con simboli della Passione, caratteristica iconografia con intenti didattici e mnemonici, nel quale compaiono:
- al centro: Gesù Cristo, in piedi all'interno del sarcofago, con il corpo martoriato dalle ferite delle mani e del costato, occhi abbassati e l'espressione afflitta.
- nella strombatura:
- a sinistra, Colonna della flagellazione;
- a destra, Verga con la spugna inzuppata d'aceto.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La sobrietà e semplicità dell'opera è sicuramente influenzata dalla destinazione particolare dell'ambiente nel quale è ubicato, dove i frati vivevano una vita fatta di contemplazione, preghiera e meditazione. Ciò porta ad una lettura dell'episodio evangelico più essenziale e quindi più efficace, scevra da distrazioni decorative superflue e adeguata più che mai all'immediatezza narrativa.
- I corpi dei personaggi sono scolpiti dalla luce cristallina, che dà una forte sensazione, tramite il chiaroscuro, di rilievo plastico. Le fisionomie sono dolci, ma incisive, il panneggio realistico, la collocazione spaziale è solida e ben calibrata.
Notizie storico-critiche
Il Convento di San Marco, appartenuto ai monaci silvestrini, fu affidato nel 1436 ai domenicani di Fiesole dal papa Eugenio IV. L'edificio, che era gravemente degradato, fu radicalmente ristrutturato e trasformato dal 1437 dall'architetto fiorentino Bartolomeo Michelozzi (1396 – 1472) su incarico di Cosimo de' Medici (1389 – 1464). I lavori si prolungarono fino al 1452, iniziando dalle celle e proseguendo con la sistemazione del chiostro, della sala capitolare e della biblioteca (1444); era intanto ultimata la chiesa, consacrata nel 1443.
La decorazione pittorica fu affidata al Beato Angelico, che ne curò l'esecuzione fra il 1438 e il 1446, parallelamente al progredire dei lavori architettonici di Michelozzo, sino alla partenza per Roma, avvenuta nel 1446 - 1447. Secondo lo storico dell'arte John Pope-Hennessy, il pittore ritornò a dedicarsi alla decorazione del convento anche dopo il ritorno dal soggiorno romano. Si può, quindi, complessivamente stabilire un periodo di attività nell'edificio dal 1438 al 1446-1450.
L'opera, in particolare, fa parte del ciclo di dipinti murali, che decorano le 44 celle del dormitorio al primo piano, affrescate dall'Angelico e dai suoi aiuti, primo fra tutti Benozzo Gozzoli (1420-1497), fra il 1438 ed 1450, e costituiscono uno degli insiemi più celebri e stilisticamente maturi di tutta l’arte del Quattrocento. L'esecuzione dei singoli dipinti (uno per cella) è semplice ed essenziale, poiché questi sono dedicati ai frati secondo quanto si conviene a degli uomini di fede. I soggetti, tratti in gran parte dal Nuovo Testamento e con particolare insistenza sul tema della Passione di Gesù Cristo, costituiscono una sorta di spunto per la preghiera e la meditazione quotidiana.
L’Adorazione dei Magi si trova nella cella 39 del corridoio settentrionale, che è un ambiente di superficie doppia rispetto alle altre, dove risedette Cosimo de' Medici (1389 – 1464) ed altri ospiti di riguardo del convento, tra cui il papa Eugenio IV (1431 - 1447).
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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