Vespasiano

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Vespasiano
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 69 anni
Nascita Rieti
17 novembre 9 [1]
Morte Rieti
23 giugno 79
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vespasiano (lat. Titus Flavius Vespasianus; Rieti, 17 novembre 9[1]; † Rieti, 23 giugno 79) è stato il nono imperatore romano.

Biografia

Inizio della carriera politica

Il padre di Vespasiano era un ricco esattore delle tasse e usuraio; sua madre, invece, era sorella di un senatore, e questo potrebbe aver incoraggiato il suo accesso alle cariche pubbliche. All'inizio della sua carriera, in qualità di questore, poté conoscere le condizioni della parte orientale dell'Impero e già prima di compiere trentatré anni aveva ricoperto magistrature ancor più importanti. Dopo aver prestato servizio con l'esercito in Germania, compì al comando della seconda legione una spedizione nel sud della Britannia, coronata da successo; raggiunse il grado consolare nell'anno 51, e dieci anni dopo divenne proconsole d'Africa.

Apparve per la prima volta come membro della corte imperiale quando accompagnò Nerone nel suo tour attraverso la Grecia; Vespasiano, però, dimostrò di essere un pessimo uomo di corte perché - è stato riferito - si addormentò in presenza dell'Imperatore durante la recita di una delle sue poesie.

Guerra giudaica

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Prima guerra giudaica

Nonostante questo episodio, Vespasiano fu incaricato di reprimere la rivolta dei Giudei, scoppiata nel 66.

L'oppressione brutale da parte dei governatori romani, culminata con le atrocità di Gessio Floro, aveva infatti costretto gli Ebrei a una insurrezione, durante la quale era stata massacrata la guarnigione romana di Gerusalemme. Diverse ragioni avevano costretto il Senato di Roma a prendere in seria considerazione la rivolta, non ultima la diffusa credenza secondo cui un nuovo potere sorto dalla Giudea avrebbe rimpiazzato Roma quale sovrana del mondo.

Assunto l'incarico e preso con sé il figlio Tito, Vespasiano invase la Giudea. Durante le operazioni militari un notabile ebreo, da lui fatto prigioniero, gli preannunciò che sarebbe divenuto imperatore e che in seguito lo avrebbe liberato. Si trattava dello storico Giuseppe Flavio che infatti, quando il vaticinio si compì, ottenne la protezione dell'Imperatore, la liberazione e, con essa, la concessione di portare il nome di Flavio.

Presa del potere

Nel frattempo Nerone si era suicidato; il suo successore, Galba, era stato ucciso da Ottone e questi, a sua volta spodestato dai partigiani di Vitellio, si era dato la morte. L'1 luglio 69, quando ancora la guerra giudaica era in corso, la guarnigione di stanza in Egitto proclamò imperatore Vespasiano e questa scelta fu confermata dai soldati che si trovavano in Giudea. Vitellio, infatti, parassita e favorito di Nerone, acclamato dalle legioni in Germania, era tanto poco promettente da un punto di vista militare quanto moralmente indegno.

Vespasiano rimase al suo posto in Giudea; nel frattempo il suo luogotenente Antonio Primo invase l'Italia con gli eserciti della Pannonia e dei Balcani, sconfisse le forze di Vitellio nei pressi di Cremona e, il 20 dicembre 69, raggiunse Roma, difesa dalla guardia pretoriana e dalla popolazione. Solamente l'estate successiva Vespasiano lasciò la conduzione degli affari in Palestina al figlio Tito ed entrò in città per ottenere dal Senato la ratifica dell'elezione imperiale.

Impero

L'impero di Vespasiano fu decisamente un periodo di riforme. Tito fu associato al trono in qualità di Cesare. Il Senato, liberato degli elementi poco rispettabili, riottenne la dignità perduta; fu abrogata una delle leggi più odiose e tiranniche, il reato di lesa maestà; i tribunali furono riformati, la disciplina militare fu rinsaldata. Vespasiano, abile amministratore, seppe risanare le finanze e dare nuovo splendore alla città: durante il suo regno, ad esempio, fu avviata la costruzione del Colosseo.

In politica estera, fu portata a termine la guerra giudaica: Gerusalemme subì un pesante assedio, durante il quale morì più di mezzo milione di persone. L'assedio concluse il 2 settembre del 70 quando Tito espugnò la città e distrusse essa e il Tempio. In seguirono ci fu la repressione di una rivolta in Gallia e il consolidamento del potere romano in Britannia.

Vespasiano, evento raro nella Storia di Roma imperiale, arrivò vicino al compimento del settantesimo anno d'età e morì di morte naturale, a Rieti, dov'era nato e dove si era nato per godere di un'aria più pura che rinvigorisse la sua debole salute. Primo fra gli imperatori, lasciò il trono al figlio, Tito.

Rapporti con il Cristianesimo

Ancor più importante per il successivo progresso della civiltà fu il periodo di tranquillità che la Chiesa nascente godette durante l'impero di Vespasiano. In generale, la classe dirigente romana continuò a considerare i cristiani come una setta ebraica, e per questo anch'essi subirono l'imposizione di una tassa di mezzo siclo per la ricostruzione del tempio di Giove capitolino, andato distrutto durante l'assalto delle forze di Vespasiano alla città di Roma; questa tassa, comunque, non dovette costituire una grave imposizione.

Tertulliano nell'Apologetico ed Eusebio nella sua Storia ecclesiastica concordano nell'assolvere Vespasiano dalla colpa di essere stato un persecutore: papa Lino, primo successore di san Pietro, morì durante l'impero di Vespasiano e non risulta che sia stato martirizzato; sant'Apollinare di Ravenna, che pure è ricordato come martire e morì durante l'impero di Vespasiano, potrebbe essere stato ucciso dalla folla fanatica e non dalla pubblica autorità. Invece, durante l'impero di Domiziano sarebbe stata martirizzata Flavia Domitilla, figlia dell'omonima figlia di Vespasiano, insieme al marito Tito Flavio Clemente, anch'egli membro della famiglia imperiale.

Predecessore: Imperatore romano Successore: LupaCapitolina.png
Vitellio 1 luglio 69 - 23 giugno 79 Tito I
II
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X
con
con
Vitellio {{{data}}} Tito
Note
  1. La Catholic Encyclopedia riporta come giorno di nascita il 18 novembre, ma si tratta di una svista. Scrive infatti Svetonio:
    « Vespasianus natus est in Sabinis ultra Reate vico modico, cui nomen est Phalacrinae, XV. kal. Dec. vesperi. »
    (Vita divi Vespasiani II, 1)
Bibliografia


Voci correlate