Museo Diocesano "Mons. Aurelio Sorrentino" di Reggio Calabria

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Museo Diocesano "Mons. Aurelio Sorrentino" di Reggio Calabria
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Francesco De Mura (attr.), Resurrezione di Lazzaro (1730 ca.), olio su tela
Altre denominazioni
Categoria Musei diocesani
Stato bandiera Italia
Regione ecclesiastica Regione ecclesiastica Calabria
Regione Stemma Calabria
Provincia Reggio Calabria
Comune Reggio Calabria
Località o frazione {{{Località}}}
Diocesi Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova
Indirizzo Via Tommaso Campanella, 63
89127 Reggio di Calabria (RC)
Telefono +39 0965 385510
Fax +39 0965 330963
Posta elettronica info@museodiocesanoreggiocalabria.it
direzione@museodiocesanoreggiocalabria.it
Sito web [1]
Facebook
Proprietà Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova
Tipologia arte sacra
Contenuti dipinti, grafica e disegni, lapidi, libri antichi a stampa, paramenti sacri, presepi, sculture, suppellettile liturgica, tessuti
Servizi accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, didattica, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate
Sistema museale di appartenenza
Sede Museo Palazzo Arcivescovile
Datazione sede XVIII secolo, fine
Sede Museo 2°
Datazione sede 2°
Fondatori mons. Giovanni Ferro
Data di fondazione 25 gennaio 1957
Note
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Coordinate geografiche
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Il Museo Diocesano "Mons. Aurelio Sorrentino" di Reggio Calabria è allestito in un'ala del Palazzo Arcivescovile, costruito alla fine del XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio, sorto accanto alla Duomo alla fine del XVI secolo. È stato istituito il 25 gennaio 1957 per volere dell'arcivescovo Giovanni Ferro, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di Santa Maria Santissima Assunta in Cielo e dal territorio diocesano.

Il Museo è intitolato a mons. Aurelio Sorrentino, che ha guidato la Diocesi di Bova, dal 1962 al 1966 e l'Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, dal 1977 al 1990.

Percorso espositivo ed opere

L'itinerario museale si sviluppa in dieci sezioni espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XV al XX secolo, ed ordinate per tematiche.

Sezione I - Anteprima di una Pinacoteca diocesana

Nonostante le dispersioni connesse alle vicende storiche che hanno interessato la città, in particolare per gli eventi sismici del 1783 e del 1908, è ancora oggi consistente e di elevata qualità il patrimonio pittorico conservato nel Museo. Di rilievo:

Sezione II - Celebrazione del Sacrificio eucaristico

Coppia di lampade pensili (XIX secolo), argento sbalzato e cesellato

L'altare è il fulcro della la celebrazione liturgica ed eucaristica. Nella sezione è ricostruito un altare, nel quale sono reimpiegati:

Lo spazio espositivo accoglie una selezione di oggetti liturgici, propri dell'arredo d'altare e di vasi sacri per l'Eucarestia, in particolare:

  • Paliotto d'altare (secondo quarto XVII secolo), in tessuto ricamato in seta policroma, proveniente dalla Chiesa della SS.ma Annunziata.
  • Balza di tovaglia d'altare (secondo quarto XVII secolo), di seta ricamato a punto floscio o posato in bavella di sete policrome, di manifattura siciliana, proveniente dalla Chiesa della SS.ma Annunziata, oratorio della Confraternita dell'Immacolata.
  • Servizio di cartegloria (1777), argento sbalzato e cesellato, di argentiere messinese, proveniente dal Santuario di Santa Maria delle Grazie di Gallico Superiore.
  • Coppia di lampade pensili (XIX secolo), in argento sbalzato e cesellato, provenienti dalla Cattedrale.

Sezione III - Adorazione e custodia dell'Eucarestia

L'uso di conservare l'Eucarestia, da utilizzare essenzialmente come viatico, è molto antico. La custodia eucaristica in connessione all'altare risale al IX secolo, assumendo nel tempo soluzioni diversificate (tabernacolo, repositorio, ecc.). In questa sezione sono esposti:

  • Parato liturgico del cardinale Gennaro Portanova (ultimo quarto XVIII secolo), composto da quattro pezzi (piviale, pianeta, stola e manipolo), in Gros de Tour bianco ricamato in oro, di manifattura dell'Italia meridionale, proveniente dalla Cattedrale.
  • Ostensorio raggiato (1757), in argento sbalzato, bulinato e cesellato, di argentiere napoletano, proveniente dalla Chiesa della SS.ma Annunziata.
  • Ostensorio raggiato (1780 ca.), in argento sbalzato e cesellato, rame dorato e pietre ornamentali, opera del messinese Pietro Donia, proveniente dalla Chiesa dell'Immacolata di Scilla.
  • Fastigio di baldacchino per esposizione eucaristica (1864), in argento argento sbalzato e cesellato, velluto rosso ricamato in filo oro, opera di argentiere napoletano, appartenuto alla Confraternita di SS. Crispino e Crispiniano.

Sezione IV - Arte per la liturgia

Nella sezione sono esposti preziosi oggetti liturgici, fra i quali spiccano:

Sezione V - Tesoro delle Cattedrali

Francesco Jerace, Ostensorio raggiato (1928), oro sbalzato e cesellato

La sezione presenta la suppellettile liturgica, proveniente sia dal Duomo di Reggio Calabria, sia dalla Concattedrale di Santa Maria Isodia a Bova, documenta l'indirizzo trasmesso all'arte sacra dai vescovi, le cui volontà hanno avuto la loro prima e concreta applicazione proprio nella Chiesa Cattedrale. Tra le opere esposte, si segnalano:

Inoltre, sono qui conservati tre oggetti liturgici, provenienti dalla Cattedrale e commissionati nel 1928 a Francesco Jerace, in occasione del Congresso Eucaristico nazionale svoltosi a Reggio Calabria.

  • Ostensorio raggiato, in oro sbalzato, cesellato con elementi a fusione.
  • Calice, in argento fuso, cesellato e dorato con smalti
  • Pisside, in argento sbalzato, cesellato, dorato con parti a fusione

Sezione VI - Vescovo Sponsus Ecclesiae

La sezione documenta il significato liturgico e il valore artistico di alcune insegne episcopali, paramenti sacri ed oggetti liturgici, riferibili a vescovi dell'Arcidiocesi di Reggio e della Diocesi di Bova. Di particolare pregio:

Bottega orafa napoletana, Baculo pastorale dell'arcivescovo Antonio De Ricci (1453 - 1490), argento sbalzato e cesellato

Sezione VII - Arte e devozione: le Confraternite

Nella sezione sono presentati elementi di vestiario ed accessori a carattere simbolico-funzionale, della confraternite. Tra i tanti materiali esposti, merita attenzione:

Sezione VIII - Arte e devozione: il culto dei Santi

La sezione accoglie oggetti devozionali connessi al culto dei santi e della Madonna. Di particolare pregio:

Ambito messinese, Corona della Madonna Isodia (1614), argento sbalzato, traforato e bulinato
Manifattura catanzarese, Dalmatica (XVII secolo), velluto cesellato e Gros de Tours laminato
  • Corona di statua (1824), in argento sbalzato, traforato e cesellato, di argentiere messinese, proveniente dalla Chiesa dell'Immacolata di Scilla.
  • Pugnale della Madonna addolorata (1832 - 1839), in lamina d'argento sbalzata, bulinata e legno, di argentiere napoletano, proveniente dalla Chiesa di Gesù e Maria.
  • Coppia di candelabri con fusto raffigurante Angelo reggicornucopia (1885), in lastra d'argento sbalzata e cesellata, di Vincenzo Catello, proveniente dalla Basilica di Santa Maria della Consolazione: questi furono donati dalla Città di Reggio, come rendimento di grazie alla Madonna per aver preservato il popolo reggino dal contagio del colera.

Sezione IX - Segno sacrale dei paramenti liturgici

Nella sezione sono conservati i paramenti liturgici di provenienza, manifattura e tipologia decorativa differenti. Particolarmente importanti:

  • Dalmatica (inizio del XVII secolo), in velluto cesellato e Gros de Tours laminato, di manifattura catanzarese.
  • Piviale viola (XVII secolo), in damasco di seta con stolone in Gros de Tours laminato, di manifattura siciliana.
  • Pianeta, stola e manipolo (terzo quarto XVIII secolo), in taffetas chiné à la branche e passamaneria in seta gialla, di manifattura catanzarese.
  • Piviale (metà del XVIII secolo), in damasco fondo raso e taffetas lanciato a liage répris di manifattura siciliana.

Sezione X - Frammenti della memoria: la Cattedrale

Il portico accoglie una selezione di frammenti lapidei provenienti dalla Cattedrale di Santa Maria Santissima Assunta in Cielo, gravemente danneggiata dal terremoto del 28 dicembre 1908, poi demolita per essere ricostruita, poco distante dal sito originario. In particolare, si notano:

  • Scultura acefala (XVII secolo), in marmo bianco scolpito, di bottega dell'Italia meridionale.
  • Coppia di angeli con strumenti della Passione (1715 - 1728), in marmo scolpito, di bottega messinese, provenienti dall'altare della Cappella del Crocifisso in Cattedrale.
  • Lapide sepolcrale del canonico Francesco Gatto (1740), in marmo bianco scolpito, di bottega messinese, proveniente dalla Cappella del SS. Sacramento in Duomo.
  • Lapide con iscrizione commemorativa dell'antico campanile (1841), in marmo bianco scolpito, di bottega calabrese.

Galleria fotografica

Bibliografia
  • Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Editore Touring, Milano 2005, p. 36 - ISBN 9788836536535
  • Lucia Lojacono (a cura di), Il Museo Diocesano "Mons. Aurelio Sorrentino" di Reggio Calabria. Catalogo, Iiriti Editore, Reggio Calabria (in corso di stampa)
Voci correlate
Collegamenti esterni