Beata Maria Teresa Fasce

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Beata Maria Teresa Fasce, O.S.A.
Religiosa
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al secolo Maria Giovanna
battezzata
Beata
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 65 anni
Nascita Torriglia
27 dicembre 1881
Morte Cascia
18 gennaio 1947
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa Cascia, dicembre 1907
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

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Beatificazione 12 ottobre 1997, da Giovanni Paolo II
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Ricorrenza 18 gennaio
Altre ricorrenze
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Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Erede
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Onorificenze
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Nomi postumi
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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{{{Festività}}}
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 18 gennaio, n. 13:
« A Cascia, in Umbria, beata Maria Teresa (Maria Giovanna) Fasce, badessa del monastero dell'Ordine di Sant'Agostino, che con ogni cura unì l'ascesi e la contemplazione alle opere di carità verso i pellegrini e i bisognosi. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beata Maria Teresa Fasce, al secolo Maria Giovanna (Torriglia, 27 dicembre 1881; † Cascia, 18 gennaio 1947) è stata una religiosa e badessa italiana del monastero di Cascia appartenete dell'ordine delle agostiniane, proclamata beata da Giovanni Paolo II nel 1997.

Biografia

Infanzia e formazione

Nacque a Torriglia (Genova), il 27 dicem­bre 1881, da Eugenio Fasce e Teresa Valenti ed il giorno seguente fu battezzata con il nome di Maria Giovanna. Il padre aveva sposato Teresa in seconde nozze portando nella nuova famiglia tre figli e ne ebbe da lei altri cinque. La famiglia, comunque, viveva in condizioni agiate.

Grazie alla proprietà di una seconda casa a Genova, la piccola poteva trascorrere lì i mesi più rigidi; l'abitazione era ubicata presso la chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Consolazione, affidata all'Ordine agostiniano.

Maria Teresa visse un'infanzia serena nell'ambito familiare sotto la cura dei genitori, che crebbero i figli ad una solida vita cristiana. A Genova frequentò le elementari presso le suore Guanelliane. Nel 1888 si preparò alla Santa Cresima con grande fervore e nel 1889, all'età di 8 anni, si accostò alla Prima Comunione.

In quello stesso giorno suo padre morì.

Via cristiana

Maria Teresa fu molto operosa nelle attività della parrocchia di Nostra Signora della Conso­lazione che frequentava con assiduità. Per un'educazione più accurata fu inviata nel collegio delle suore Giannelliane di Genova per frequentare corsi di musica e ricamo.

Intanto Maria Teresa, che nella parrocchia si era scelto come confessore il padre agostiniano Ferriello, conobbe il ramo femminile di quell'Ordine. In quel tempo si andava propagando la devozione a Santa Rita da Cascia, canonizzata il 24 maggio del 1900 da Papa Leone XIII.

Maria Teresa partecipò a tutte le funzioni liturgiche e alle manifestazioni celebrate nella parrocchia in onore delle nuova santa, ancora poco conosciuta fuori dell'ambiente agostiniano e dell'Umbria.

Vocazione religiosa

Lesse inoltre la vita della santa e capì che il destino della sua vita era segnato dalla vocazione religiosa agostiniana.

Fu un vero colpo di fulmine per Maria Teresa che, dopo lunghe preghiere e conversazioni col suo confessore, decise di farsi monaca agostiniana proprio a Cascia.

Quando manifestò il suo proposito in famiglia, il fratello Vittorio si oppose e ricorse al parroco di Torriglia per impedirne il passo decisivo. Non fu semplice convincere la famiglia e pure i superiori che l'avreb­bero accolta,in Liguria ma non in Umbria.

Il rifiuto venne anche dall'Abbadessa di Cascia, che non vedeva bene una ragazza di città lassù in un paese dove "c'erano solo quattro ciottoli".

Maria Teresa riuscì comunque ad entrare nel desiderato monastero agostiniano il 22 giugno del 1906 emettendo i voti religiosi nel dicembre 1907.

Nel monastero trovò tuttavia un forte clima di "aridità spirituale", causato da sette consorelle di Macerata che quasi costrinsero Maria Teresa a lasciare il convento. Per questo, nel 1910, decise di tornare a casa sua per una pausa di riflessione.

La crisi e il ritorno a Cascia

Rientrata nella sua famiglia a Genova, decise nuovamente di fare ritorno a Cascia nel 1911 e di risolvere i conflitti interni con le consorelle del monastero; il 17 luglio del 1914 venne nominata maestra delle novizie e il 1° agosto del 1917 vicaria della badessa del monastero di Cascia.

Il 12 agosto 1920 viene eletta badessa dello stesso monastero che guiderà con fermezza fino al 1947, anno della sua morte.

Durante il suo superiorato diffuse ampiamente il culto verso santa Rita, fondando, tra l'altro, nel 1923 un periodico: Dalle api alle rose. Accanto al monastero agostiniano fece erigere una casa di accoglienza (l'alveare) per bambine (chiamate le apette) con particolari situazioni di disagio famigliare.

Promosse pellegrinaggi verso Cascia, tanto che si prodigò per la costruzione di un nuovo santuario per accogliere i pellegrini e i fedeli.

L'edificazione del nuovo santuario trovò i soliti, quasi immancabili, ostacoli burocratici per la costruzione. Richiese inoltre un elevato sforzo finanziario,affrontato con una illimitata fiducia nella Divina Provvidenza, in tempi non certo facili.

L'opera fu ultimata nel maggio del 1947, quattro mesi dopo la morte di Maria Teresa, avvenuta il 18 gennaio.

Le difficoltà per la salute

La salute di Maria Teresa fu costellata da diverse malattie quali l'asma, il diabete, problemi cardiaci e di circolazione che le impedirono negli ultimi anni di camminare. Per ventisette anni dovette inoltre convivere con un tumore al seno.Per questo è invocata per affrontare con spirito di fede questo male.

Il 12 ottobre del 1997 è stata proclamata beata dal pontefice Giovanni Paolo II.

Donna dalla forte personalità, Maria Teresa Fasce lancia a tutti un messaggio preciso: affidarsi alla Provvidenza non vuole dire stare fermi ad aspettare, ma pregare e agire. Madre affettuosa di tutti gli indifesi, la beata comprende l’importanza della propaganda, come attività per diffondere il culto di santa Rita nel mondo.

Nonostante le difficoltà, grazie alla sua tenacia, riesce a realizzare opere di carità ritiana che esistono ancora oggi: la Basilica, l'Alveare di Santa Rita e la Rivista "Dalle Api alle Rose".

Il suo corpo riposa nell’abside di sinistra della Basilica inferiore.

Cascia e le opere ritiane devono molto a questa donna grande, determinata ed eroica nella fede e nelle sofferenze.

Voci correlate
Collegamenti esterni