Carlo il Calvo




Carlo II Laico | |
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François-Séraphin Delpech (1778–1825) Carlo il Calvo (823-877) , litografia (XIX secolo), Royal Collection Britannica | |
Età alla morte | 54 anni |
Nascita | Francoforte sul Meno 13 giugno 823 |
Morte | Brides-les-Bains 6 ottobre 877 |
Re dei Franchi Occidentali (formalmente Re dei Franchi Occidentali) | |
In carica | 20 giugno 840 – 6 ottobre 877 |
Incoronazione | Orléans, 6 giugno 848 |
Predecessore | |
Successore | |
Imperatore del Sacro Romano Impero (formalmente Imperatore dei Romani) | |
In carica | 25 dicembre 875 – 6 ottobre 877 |
Incoronazione | Basilica di San Pietro, Roma, 25 dicembre 875 (da papa Giovanni VIII) |
Predecessore | |
Successore | |
Re d'Italia | |
In carica | 31 gennaio 876 – 6 ottobre 877 |
Incoronazione | Pavia, 31 gennaio 876 |
Predecessore | |
Successore | |
Re di Provenza | |
In carica | 875 – 6 ottobre 877 |
Predecessore | |
Successore | |
Re di Aquitania | |
In carica | 838 – 855 |
Dinastia | Carolingi |
Padre | Ludovico I il Pio |
Madre | Giuditta di Baviera |
Coniugi |
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Figli |
Carlomanno (di primo letto)
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Religione | Cattolica |
Carlo II, detto il Calvo (Francoforte sul Meno, 13 giugno 823; † Brides-les-Bains, 6 ottobre 877), è stato un re e imperatore franco, fu re dei Franchi Occidentali (840-877), d'Aquitania (nominale dall'838 ma effettivo tra l'852 e l'855), di Lotaringia (869-877), d'Italia e di Provenza (875-877), anche sovrano dell'Impero carolingio (875-877).
Cenni biografici
Era il quarto figlio dell'Imperatore d'Occidente (814-840) Ludovico I il Pio e della sua seconda moglie Giuditta dei Welf (Guelfi), figlia di Guelfo I (?-820), conte di Altdorf e di Hedwig di Baviera, appartenente alla dinastia dei vecchi Guelfi.
Primo periodo
La sua nascita portò grossi problemi per la successione a Ludovico, come era stata prevista nella Ordinatio imperii dell'817. Ludovico, infatti, cercò di assegnare territori anche all'ultimo suo figlio, ma dal momento che nell'ordinatio non era considerato un caso del genere, ci furono notevoli resistenze da parte dei figli Lotario (imperatore e re d'Italia), Pipino (re di Aquitania) e Ludovico (re di Baviera).
Nell'829 alla dieta di Worms, Ludovico, invece, assegnò al figlio Carlo parte dell'Alemannia (o Svevia), l'Alsazia, la Rezia e parte della Borgogna, territori tolti al fratello Lotario il quale, nonostante fosse il padrino di Carlo, si risentì e perciò venne allontanato da corte e inviato in Italia, con il divieto di far uso del titolo imperiale. Nell'agosto dell'829, a sostituire Lotario nella custodia del fratello Carlo, fu chiamato a corte Bernardo di Settimania, conte di Barcellona, che era stato insignito del titolo di ciambellano e aveva ricevuto il feudo della marca di Spagna.
A seguito della successiva guerra civile Carlo perse il formale possesso dei suoi territori, a volte espandendoli, ottenendo talvolta, temporaneamente, la dignità regale d'Aquitania, tra l'832 e l'834.
Nell'838, alla morte di Pipino I, l'imperatore, Ludovico il Pio, avocò a sé il regno d'Aquitania per assegnarlo al suo quarto figlio, Carlo il Calvo. Ma i nobili di Aquitania, che volevano mantenere l'indipendenza dall'impero, proclamarono re il figlio di Pipino I, Pipino il Giovane (noto poi come Pipino II di Aquitania), figlio maggiore di Pipino I.
Nell'839, alla dieta di Worms, Ludovico il Pio, oltre ad ignorare del tutto il nipote Pipino II, assegnò al figlio Ludovico la sola Baviera, per cui l'impero, alla sua morte sarebbe stato diviso praticamente in due parti, con la linea di demarcazione, da nord a sud, che correva lungo il fiume Mosa, fino alla Mosella, a Toul, poi attraversando la Borgogna ed il lago di Ginevra, arrivava alle Alpi, che seguiva sino al mare Mediterraneo. Lotario I, avendo il diritto di prelazione, scelse la parte orientale, e a Carlo il Calvo, toccò la parte occidentale. L'imperatore Ludovico diseredò Pipino II e chiese agli Aquitani di inviarlo ad Aquisgrana, presso la corte imperiale, ad imparare l'arte del buon governo; gli Aquitani rifiutarono, così Pipino il Giovane mantenne il controllo dell'Aquitania, mentre Carlo continuò ad essere solo il re nominale.
Guerre per il possesso dell'Aquitania
Alla morte di Ludovico il Pio, Carlo si alleò con il fratello Ludovico per contrastare Lotario, divenuto imperatore, che si era alleato con il nipote Pipino II. Lo scontro avvenne a Fontenay, nelle vicinanze di Auxerre, dove le truppe di Ludovico II ebbero la meglio sull'esercito di Lotario, e Pipino dovette ritirarsi in Aquitania e continuare la lotta contro lo zio Carlo il Calvo, che attaccò l'Aquitania e depose il conte di Tolosa, Bernardo di Settimania, che passò dalla parte di Pipino II.
L'anno successivo i due fratelli rafforzarono la loro alleanza attraverso il giuramento di Strasburgo e scatenarono una nuova offensiva contro Lotario. La guerra civile si concluse con l'accordo di Verdun (843) che assegnava a Lotario il titolo imperiale, l'Italia, la Borgogna, la Provenza e la Lotaringia, e mentre a Ludovico il Germanico veniva garantito il regno orientale, a Carlo era garantito il regno occidentale che comprendeva l'Aquitania, Tolosa e la Settimania.
Il 13 dicembre dell'842, Carlo sposò Ermentrude, figlia del conte di Orleans, Oddone (o Eudes) I e d'Engeltrude di Fézensac, forse discendente di Carlo Martello; nell'867, 25 anni dopo avvenne la separazione ed Ermentrude si ritirò in convento[1].
Nell'844 Carlo il Calvo mise sotto assedio la città di Tolosa e Bernardo di Settimania fu catturato. Nello stesso anno Pipino II si era alleato con i Normanni, che, guidati da Jarl Oscar, ebbero modo di perlustrare l'Aquitania sino alla Garonna e arrivarono a Tolosa, la saccheggiarono ma non riuscirono a liberare Bernardo che Carlo il Calvo condannò alla decapitazione[2], per sospetto tradimento e fu quindi giustiziato per ordine di Carlo il Calvo[3].
Pipino II, al comando delle truppe aquitane con Guglielmo di Settimania, sconfisse Carlo il Calvo[3], il 14 giugno 844[4], sulle rive del fiume Agout. Ma dopo un incontro dei tre re, i suoi tre zii, Carlo il Calvo, re dei Franchi occidentali, Ludovico il Germanico, re dei Franchi orientali e l'imperatore, Lotario I, re di Lotaringia, gli fu imposto di riconoscersi vassallo di Carlo, assegnando a Pipino II il titolo di re della piccola Aquitania (senza il Poitou, l'Angoumois e la Saintonge). Carlo il Calvo, nell'845, a Saint-Benoît-sur-Loire, lo riconobbe governatore di tutta l'Aquitania[5].
Carlo il Calvo si dimostrò un sovrano illuminato nei confronti della cultura, accogliendo nei suoi territori i monaci irlandesi che diffondevano la cultura in Europa, risulta che il monaco Giovanni Scoto fosse alla corte di Carlo già nell'845. Nell'847 Bordeaux venne riconquistata dalle truppe di Pipino II e fu affidata a Jarl Oscar, un vichingo che era già stato alleato di Pipino nell'844, ed aveva perlustrato l'Aquitania sino alla Garonna ed era arrivato a Tolosa, che fu saccheggiata e prima ancora aveva perlustrato la Loira e saccheggiato Nantes. La perdita della più grande città dell'Aquitania alienò a Pipino le simpatie degli Aquitani e nel giro di un anno tutti i nobili lo abbandonarono.
Infatti nell'848 i nobili Aquitani appoggiarono l'elezione di Carlo il Calvo a re di Francia e di Aquitania[1], che fu incoronato re di Francia ed Aquitania, ad Orléans il 6 giugno 848. Allora il fratello di Pipino II, Carlo (825-863), avendo avuto notizia della deposizione di Pipino, chiese di essere investito del regno di Aquitania. Pipino con i suoi alleati Normanni, era riuscito a rientrare a Bordeaux, dopo che era stata conquistata ancora una volta da una banda di Normanni, e liberare il conte di Tolosa Guglielmo di Settimania, che era loro prigioniero.
Pipino e Guglielmo, allora, si recarono in Settimania per farla sollevare contro Carlo il Calvo, ma, nell'849, Carlo tornò in Aquitania ed, approfittando dell'assenza del conte Guglielmo di Settimania, riuscì ad entrare a Tolosa; mentre Pipino portava la guerra in Settimania, Guglielmo entrò a Barcellona, senza difficoltà, probabilmente per la morte del conte Sunifredo.
Fra l'851 e l'852 Pipino II venne fatto prigioniero da Sancho II di Guascogna, che consegnandolo a Carlo il Calvo fu premiato con la trasformazione del suo titolo da conte di Guascogna Citeriore a duca di Guascogna, mentre Pipino II fu costretto a farsi monaco e, nell'852, fu rinchiuso nel monastero di san Medardo a Soissons[5].
Nell'854 Ludovico III il Giovane, figlio di Ludovico II il Germanico, con l'appoggio dei nobili aquitani, attaccò[6] Carlo il Calvo ed arrivò sino a Limoges, mentre i Normanni si erano stabiliti nella Valle della Loira devastando Poitiers, Angoulême, Périgueux, Limoges, Clermont e Bourges. Pipino II ne approfittò per lasciare il monastero in cui era stato rinchiuso e raccogliere intorno a sé molti nobili che, alla notizia della sua fuga, avevano abbandonato Ludovico il Giovane, che dovette rientrare in Baviera[7]. Pipino II attaccò ancora una volta Carlo, riuscendo a tenerlo impegnato e per pochi mesi ebbe il controllo dell'Aquitania[5]. In quello stesso anno Carlo il Calvo recuperò diversi territori e fece incoronare re d'Aquitania, a Limoges, suo figlio, Carlo III il Bambino; in pratica l'Aquitania era governata da due re, quello ufficiale, nel nord e Pipino II, nel sud.
Lotte contro i Normanni e successione in Provenza e Lotaringia
Nell'856 furono i Normanni risalirono dalle foci della Senna e saccheggiarono Parigi, devastando poi tutti i territori tra la Senna e la Loira. Carlo per combattere i Vichinghi, nell'858, chiese il supporto di Ludovico il Germanico che era ancora alle prese con gli Slavi e rifiutò, il nipote, Lotario II[8], nell'estate dell'858, con un contingente di nobili lotaringi, si aggregò all'esercito di Carlo il Calvo, nella campagna contro i vichinghi. In quegli anni mise in atto una serie di fortificazioni e ponti lungo i fiumi che sbarravano il passaggio delle navi vichinghe[9].
Con l'elezione al soglio pontificio di Papa Niccolò I (858-867), Carlo il Calvo dovette subire, assieme a suo fratello Ludovico ed i vari nipoti, i rimproveri per le eventuali disobbedienze alle richieste del papa stesso, e le esortazioni ad esaltare la chiesa di Roma, che secondo il pontefice, era un preciso dovere dei re cristiani.
In quello stesso periodo si era profilata una campagna contro le chiese private e Prudenzio di Troyes (?-861) e Incmaro di Laon si batterono affinché le chiese al momento della consacrazione fossero consegnate alle gerarchie ecclesiastiche, mentre Incmaro di Reims, appoggiato da Carlo il Calvo, controbatteva che pur eliminando gli abusi, le chiese private erano accettabili. Nell'863 morì Carlo di Provenza, figlio di Lotario I. Carlo il Calvo, che aveva manifestato l'interesse di impadronirsi dei suoi territori, ma era stato sconfitto da Carlo di Provenza già tre anni prima, cercò di succedergli, ma venne impedito da un'azione del nipote, l'imperatore Ludovico II, che, per primo, era arrivato in Provenza, se ne era impadronito ed aveva ceduto alcuni territori al fratello Lotario II.
Nell'869 morì un altro dei figli di Lotario I, Lotario II, che aveva il dominio della Lotaringia. Approfittando che il legittimo erede, Ludovico II, era impegnato in Italia, Carlo cercò di entrarne in possesso e con il suo esercito e l'appoggio di una parte della nobiltà di Lotaringia, conquistò Metz allo scopo di precedere il fratello Ludovico il Germanico, che a sua volta aveva simpatizzanti in Lotaringia. Il 9 settembre 869 Carlo il Calvo fu incoronato re di Lotaringia dall'arcivescovo Incmaro di Reims nella cattedrale di Metz.
Ludovico il Germanico, invece di scatenare una guerra, preferì trovare un accordo con il fratellastro, dividendosi il territorio. L'anno successivo sancirono la spartizione con il Trattato di Meerssen (870), con il quale a Carlo spettò la parte occidentale della Lotaringia. I due fratelli ignorarono nella spartizione Ludovico II, il quale si rivolse al papa Adriano II per perorare la sua causa. Il pontefice inviò due ambasciatori nelle corti di Carlo e Ludovico per fare risolvere le questioni al vescovo di Reims Incmaro, il quale però ignorò il volere del papa mostrandosi leale nei confronti del suo sovrano Carlo, garantendo a lui e al fratello i territori che si erano divisi.
Carlo, rimasto vedovo (6 ottobre 869), si sposò in seconde nozze con Richilde delle Ardenne (ca. 845-910), figlia del conte Bivin di Vienne (822-877), già sua concubina, prima per procura il 12 ottobre 869, poi di persona, ad Aquisgrana, il 22 gennaio 870[1].
Imperatore e re d'Italia
Ludovico II il Giovane morì nell'875 senza eredi maschi, lasciando solo una figlia. In quel momento Carlo il Calvo e Ludovico II il Germanico erano gli ultimi figli di Ludovico il Pio ancora in vita e i più alti in grado nella successione al trono imperiale. Carlo il Calvo varcò le Alpi con il suo esercito allo scopo di ottenere il trono e il titolo imperiale. Il fratello, d'altra parte, voleva garantire la successione imperiale al figlio Carlomanno il quale varcò il Brennero deciso a contrastare lo zio[10].

Iniziò una disputa dove i grandi vassalli d'Italia parteggiarono per l'una o l'altra fazione allo scopo di rafforzare i propri poteri. Tra i sostenitori di Carlomanno ci fu il futuro l'Imperatore Berengario, allora marchese del Friuli, che conquistò i territori bergamaschi di un conte che appoggiava Carlo. Il re dei Franchi occidentali, Carlo, che aveva l'appoggio di papa Giovanni VIII, riuscì ad imporsi nella lotta e si fece incoronare imperatore il 25 dicembre dell'875.
Lasciato poi in Italia il cognato Bosone, nominato da lui duca d'Italia e conte di Provenza, Carlo fu costretto a rientrare frettolosamente in Gallia, poiché il fratello Ludovico aveva attaccato e devastato i territori occidentali. Il nuovo imperatore liberò Aquisgrana e poi Colonia, minacciando di occupare i territori del fratello. Questi gli intimò di non varcare il Reno, ma dopo il fallimento delle trattative, fu Ludovico stesso a superarlo e ad impartire una sonora sconfitta a Carlo[10].
Tuttavia Ludovico II il Germanico morì il 28 agosto dell'876. I figli Carlomanno, Ludovico il Giovane e Carlo il Grosso si spartirono il regno orientale sulla base delle regole di successione da lui stabilite allorchè era in vita. Spettò al figlio Carlomanno, designato dal padre come Re di Baviera nonché come suo successore del titolo regale dei Franchi orientali, proseguire la guerra in Italia.
Nel corso dell'876, i Vichinghi avevano ripreso a risalire la Senna, minacciando la ricca abbazia di Saint Denis, facendo fuggire i monaci. Allora Carlo negoziò nuovamente per un loro ritiro dalla Senna; lo ottenne pagando 5000 libbre d'argento e il 7 maggio 877, ordinò la raccolta del tributo speciale, il Tributum Normanicum. Per ottenere l'appoggio dei marchesi e dei grandi feudatari francesi ed affrontare Carlomanno in Italia, il 14 giugno 877 Carlo proclamò il capitolare di Quierzy, nel quale riconobbe l'ereditarietà dei grandi feudi.
Morte
Carlo il Calvo, alla fine di giugno, accompagnato dalla moglie Richilde e da una piccola parte dei suoi vassalli maggiori attraversò le Alpi e, a Vercelli, ricevette la visita di papa Giovanni VIII che lo incitò a continuare la guerra contro i figli di Ludovico il Germanico. Frattanto Carlomanno era sceso in Italia con un imponente esercito, passando dal Brennero. Temendo uno scontro, e non essendo stato raggiunto dai suoi vassalli, che erano rimasti in Gallia perché ritenevano il problema dei vichinghi prioritario rispetto a quello italiano, Carlo dovette abbandonare l'Italia, cercando rifugio nella Moriana. Arrivò malato per il viaggio lungo e disagiato, e morì a Brides-les-Bains il 6 ottobre 877. Sul trono dei Franchi occidentali gli succedette il figlio Ludovico il Balbo, mentre in Italia Carlomanno poté farsi eleggere re d'Italia dalla dieta di Pavia.
I dubbi sulla sua calvizie
Si ritiene che il soprannome di Carlo sia stato usato in modo ironico e non descrittivo; cioè che in realtà non fosse calvo, anzi, dalle fonti sembra che possedesse una folta capigliatura[11]. Un'interpretazione alternativa si basa sul fatto che inizialmente non deteneva alcun regno: "Calvo" sarebbe in questo caso un riferimento ironico alla sua mancanza di terra, in un'età in cui i suoi fratelli erano già insediati in vari regni da alcuni anni.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Re dei Franchi Occidentali | Successore: | ![]() |
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Luigi I | 840 – 877 | Luigi II |
Predecessore: | Re d'Italia (formalmente Re dei Longobardi) |
Successore: | ![]() |
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Ludovico II | 875 – 877 | Carlomanno |
Predecessore: | Imperatore dei Romani | Successore: | ![]() |
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Ludovico II | 875 – 877 | Carlo il Grosso dopo vacanza quadriennale |
Predecessore: | Re di Provenza | Successore: | ![]() |
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Ludovico II | 875 – 877 | Luigi il Balbo |
Predecessore: | Re di Aquitania | Successore: | ![]() |
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Pipino II | 852 – 855 | Carlo III il Bambino |
Predecessore: | Re di Lotaringia conteso con Ludovico il Germanico |
Successore: | ![]() |
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Lotario II | 869 – 877 | Luigi il Balbo |
Predecessore: | Abate di Saint Denis | Successore: | ![]() |
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Luigi | 867 - ? | Gozzelino |
Altre sezioni
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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