Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi (Roma)




Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi | |
![]() Roma, Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi | |
Stato |
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Regione |
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Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune |
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Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via del Mascherone, 61 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 68808647 |
Proprietà | Arciconfraternita delle Stimmate dei Bolognesi |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Rettoria |
Dedicazione |
San Giovanni evangelista San Petronio |
Fondatore | Papa Gregorio XIII, Arciconfraternita delle Stimmate dei Bolognesi |
Data fondazione | 1582 |
Architetto | Ottaviano Mascherino |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1582 |
Completamento | 1700 |
Strutture preesistenti | Chiesa di San Tommaso de Hipanis |
Pianta | croce greca |
Iscrizioni | DIVIS IOANNI EVANGELISTAE / ET PETRONIO DICATUM MDCC |
Coordinate geografiche | |
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La Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi è un edificio di culto di Roma, che sorge lungo via del Mascherone, situato nel centro storico della città, nel rione Regola; questa è la chiesa regionale dei bolegnesi.
Storia
Dalle origini al Seicento
Nel XVI secolo i bolognesi residenti a Roma erano soliti riunirsi nella Chiesa di San Giovanni a Porta Latina. Nel 1575 la comunità decise di acquistare l'Ospedale e la Chiesa di San Giovanni Calibita sull'Isola Tiberina, dove fu costituita una confraternita per l'assistenza ai concittadini, che nel 1576 venne riconosciuta da papa Gregorio XIII (1572-1585), intitolata a san Petronio, e in seguito elevata ad Arciconfraternita della quale fu membro san Filippo Neri (1515-1595).
Nel 1581 alla fraternita venne affidata la Chiesa di San Tommaso de Hipanis,[1] fondata probabilmente all'inizio dell'XI secolo e menzionata per la prima volta nella bolla del 1186 di Urbano III (1185-1187) tra le dipendenze di San Lorenzo in Damaso. Nei documenti del Basso Medioevo era detta "San Tommaso de Spanis" o "Hipanis", perché affidata a sacerdoti spagnoli, mentre in quelli dell'inizio del XVI secolo è ricordata anche come "San Tommaso della Catena".[2] Nel 1575 Gregorio XIII decise di toglierne la cura agli spagnoli, probabilmente per motivi di trascuratezza e negligenza.[3]
Sempre nel 1581, lo stesso pontefice e l'Arciconfraternita incaricarono l'architetto Ottavio Mascherino (1536-1606) di ricostruire completamente l'edificio sacro. I lavori iniziati nel 1582 proseguirono lentamente e solo alla metà del XVII secolo furono portati a termine con l'erezione della cupola. La chiesa, ancora priva di facciata, fu dedicata san Petronio e san Giovanni evangelista, patroni della città di Bologna.
Tra il 1696 e il 1700 fu effettuato un ampio restauro durante il quale venne anche realizzata la facciata.
Dal Settecento ad oggi
L'Arciconfraternita, ricca dei lasciti di molti sui membri, operò beneficamente fino all'occupazione francese, quando la stessa fu soppressa e la chiesa adibita a magazzino, privata di molti sui beni e di importanti opere d'arte, fra cui il celebre dipinto raffigurante Madonna con Gesù Bambino in trono con san Giovanni evangelista, san Petronio e angeli (1626-1629), olio su tela del Domenichino.[4][5]
Solo nel 1869, l'Arciconfraternita fu ricostituita e nel 1873 la chiesa, grazie al contributo di numerosi confratelli, venne completamente restaurata.
Nel 1892 con le leggi eversive post-unitarie l'edificio fu confiscato dallo Stato italiano e in seguito restituito all'autorità ecclesiastica con Regio Decreto del 16 ottobre 1940.
La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di San Lorenzo in Damaso.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santi Giovanni Evangelista e Petronio, istituito da papa Giovanni Paolo II il 25 maggio 1985: l'attuale titolare è il cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo.
Descrizione
Esterno
La facciata, edificata tra il 1696 e il 1700, si presenta divisa da due paraste corinzie in tre ordini verticali: nel centrale si apre il portale d'ingresso con timpano centinato, sormontato da una grande finestra rettangolare a balcone incorniciata, sormontata un timpano spezzato triangolare con croce apicale; nei due laterali, in bugnato liscio vi sono, in basso, due porte minori (che immettono all'annesso oratorio, secondo un progetto dello stesso Mascherino) sormontate da altrettante finestre quadrate inferriate, mentre in alto sono aperte da altre quattro rettangolari incorniciate e due oculi.
Sull'architrave del portale è posta l'iscrizione dedicatoria nella quale si legge:
(LA) | (IT) | ||||
« | DIVIS IOANNI EVANGELISTAE / ET PETRONIO DICATUM MDCC » | « | Dedicata ai santi Giovanni evangelista e Petronio 1700 » |
Interno
L'interno, ornato da lesene scanalate, presenta una pianta a croce greca con un braccio allungato nella zona absidale, con cappelle laterali e una copertura a cupola.
Nella chiesa sono custodite, di particolare interesse storico-artistico:
- all'altare destro, Morte di san Giuseppe (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela di Francesco Gessi.
- nei pennacchi della volta, Allegorie delle Virtù cardinali (1719-1739), affreschi attribuiti a Pompeo Aldrovandini.

a destra: Francesco Gessi, Morte di san Giuseppe (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela
Note | |||||||
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Bibliografia | |||||||
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Voci correlate | |||||||
Collegamenti esterni | |||||||
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