Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi (Roma)

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Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Roma Ch.SS.GiovanniEvangelista+Petronio.jpg
Roma, Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi
Altre denominazioni
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Via del Mascherone, 61
00186 Roma (RM)
Telefono +39 06 68808647
Fax
Posta elettronica [mailto: ]
Sito web

[http:// Sito ufficiale]

Sito web 2
Proprietà Arciconfraternita delle Stimmate dei Bolognesi
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Rettoria
Dedicazione San Giovanni evangelista
San Petronio
Vescovo
Fondatore Papa Gregorio XIII, Arciconfraternita delle Stimmate dei Bolognesi
Data fondazione 1582
Architetto

Ottaviano Mascherino

Stile architettonico Barocco
Inizio della costruzione 1582
Completamento 1700
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione {{{AnnoInaugur}}}
Inaugurato da {{{InauguratoDa}}}
Data di consacrazione
Consacrato da {{{ConsacratoDa}}}
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti Chiesa di San Tommaso de Hipanis
Pianta croce greca
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore {{{Nome scopritore}}}
Datazione scavi {{{Datazione scavi}}}
Scavi condotti da {{{Scavi condotti da}}}
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima {{{LunghezzaMassima}}}
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine {{{Altitudine}}}
Iscrizioni DIVIS IOANNI EVANGELISTAE / ET PETRONIO DICATUM MDCC
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
41°53′39″N 12°28′14″E / 41.89424, 12.47055 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa dei SS. Giovanni Evangelista e Petronio
Chiesa dei SS. Giovanni Evangelista e Petronio
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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La Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi è un edificio di culto di Roma, che sorge lungo via del Mascherone, situato nel centro storico della città, nel rione Regola; questa è la chiesa regionale dei bolegnesi.

Storia

Dalle origini al Seicento

Nel XVI secolo i bolognesi residenti a Roma erano soliti riunirsi nella Chiesa di San Giovanni a Porta Latina. Nel 1575 la comunità decise di acquistare l'Ospedale e la Chiesa di San Giovanni Calibita sull'Isola Tiberina, dove fu costituita una confraternita per l'assistenza ai concittadini, che nel 1576 venne riconosciuta da papa Gregorio XIII (1572-1585), intitolata a san Petronio, e in seguito elevata ad Arciconfraternita della quale fu membro san Filippo Neri (1515-1595).

Nel 1581 alla fraternita venne affidata la Chiesa di San Tommaso de Hipanis,[1] fondata probabilmente all'inizio dell'XI secolo e menzionata per la prima volta nella bolla del 1186 di Urbano III (1185-1187) tra le dipendenze di San Lorenzo in Damaso. Nei documenti del Basso Medioevo era detta "San Tommaso de Spanis" o "Hipanis", perché affidata a sacerdoti spagnoli, mentre in quelli dell'inizio del XVI secolo è ricordata anche come "San Tommaso della Catena".[2] Nel 1575 Gregorio XIII decise di toglierne la cura agli spagnoli, probabilmente per motivi di trascuratezza e negligenza.[3]

Sempre nel 1581, lo stesso pontefice e l'Arciconfraternita incaricarono l'architetto Ottavio Mascherino (1536-1606) di ricostruire completamente l'edificio sacro. I lavori iniziati nel 1582 proseguirono lentamente e solo alla metà del XVII secolo furono portati a termine con l'erezione della cupola. La chiesa, ancora priva di facciata, fu dedicata san Petronio e san Giovanni evangelista, patroni della città di Bologna.

Tra il 1696 e il 1700 fu effettuato un ampio restauro durante il quale venne anche realizzata la facciata.

Dal Settecento ad oggi

L'Arciconfraternita, ricca dei lasciti di molti sui membri, operò beneficamente fino all'occupazione francese, quando la stessa fu soppressa e la chiesa adibita a magazzino, privata di molti sui beni e di importanti opere d'arte, fra cui il celebre dipinto raffigurante Madonna con Gesù Bambino in trono con san Giovanni evangelista, san Petronio e angeli (1626-1629), olio su tela del Domenichino.[4][5]

Solo nel 1869, l'Arciconfraternita fu ricostituita e nel 1873 la chiesa, grazie al contributo di numerosi confratelli, venne completamente restaurata.

Nel 1892 con le leggi eversive post-unitarie l'edificio fu confiscato dallo Stato italiano e in seguito restituito all'autorità ecclesiastica con Regio Decreto del 16 ottobre 1940.

La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di San Lorenzo in Damaso.

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santi Giovanni Evangelista e Petronio, istituito da papa Giovanni Paolo II il 25 maggio 1985: l'attuale titolare è il cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo.

Descrizione

Esterno

La facciata, edificata tra il 1696 e il 1700, si presenta divisa da due paraste corinzie in tre ordini verticali: nel centrale si apre il portale d'ingresso con timpano centinato, sormontato da una grande finestra rettangolare a balcone incorniciata, sormontata un timpano spezzato triangolare con croce apicale; nei due laterali, in bugnato liscio vi sono, in basso, due porte minori (che immettono all'annesso oratorio, secondo un progetto dello stesso Mascherino) sormontate da altrettante finestre quadrate inferriate, mentre in alto sono aperte da altre quattro rettangolari incorniciate e due oculi.

Sull'architrave del portale è posta l'iscrizione dedicatoria nella quale si legge:

(LA) (IT)
« DIVIS IOANNI EVANGELISTAE / ET PETRONIO DICATUM MDCC » « Dedicata ai santi Giovanni evangelista e Petronio 1700 »

Interno

L'interno, ornato da lesene scanalate, presenta una pianta a croce greca con un braccio allungato nella zona absidale, con cappelle laterali e una copertura a cupola.

Nella chiesa sono custodite, di particolare interesse storico-artistico:

a sinistra: Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi, altare maggiore;
a destra: Francesco Gessi, Morte di san Giuseppe (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela
Note
  1. La chiesa si presentava a tre navate con abside semicircolare.
  2. La strada, dove affaccia la chiesa un tempo era detta "della Catena", secondo alcuni studiosi perché le famiglie nobili (i Rubeis prima e i Farnese dopo) utilizzavano a loro piacimento una catena per chiudere la via considerandola come una loro proprietà privata, mentre secondo altri qui aveva sede una confraternita di penitenti i cui membri usavano andare in processione battendosi con le catene.
  3. La relazione della visita pastorale del 1566, infatti, così documenta:
    « Questa chiesa sta dietro il palazzo di Farnese alle stalle e la metà di detto palazzo è sua parrocchia, l'altra metà di s. Caterina, suole stare serrata generalmente per negligenza di chi la governa. Il cappellano si chiama messer Bonifacio et ha uno scudo al mese et egli esercita la cura: non vi è tabernacolo pel sacramento, ma si guarda nel muro in una finestrella di legno con chiave et con un velo innanzi e la lampada vi suole stare accesa. »
    (M. Armellini, Le chiese di Roma dal IV secolo al XIX, Roma 1891, p. 426)
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 31.08.2019
  5. L'opera originariamente ubicata sull'altare maggiore, fino al 1953 era conservata nella Pinacoteca Nazionale di Brera a Milano, mentre attualmente è esposta alla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 30 marzo 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.