Chiesa di Sant'Andrea del Vignola (Roma)
Chiesa di Sant'Andrea del Vignola | |
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Roma, Chiesa di Sant'Andrea del Vignola (seconda metà del XVI secolo) | |
Altre denominazioni | Chiesa di Sant'Andrea in via Flaminia, Chiesa di Sant'Andrea al Flaminio |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma |
Religione | cattolica copta |
Indirizzo | Via Flaminia, 194 00196 Roma (RM) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | rettoria |
Dedicazione | Sant'Andrea apostolo |
Fondatore | papa Giulio III |
Data fondazione | 1552-1553 |
Architetti |
Vignola (Jacopo Barozzi) (progetto e costruzione) |
Stile architettonico | Tardo-rinascimentale |
Inizio della costruzione | 1552-1553 |
Completamento | XIX secolo |
Strutture preesistenti | Antico sepolcro romano |
Pianta | rettangolare |
Materiali | laterizi, peperino |
Larghezza Massima | 8,00 |
Lunghezza Massima | 9,88 |
Note | È attualmente affidata alla comunità egiziana copta di Roma. |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Sant'Andrea del Vignola, detta anche Chiesa di Sant'Andrea in via Flaminia o Chiesa di Sant'Andrea al Flaminio, è un edificio di culto di Roma, situato nella periferia settentrionale della città, lungo la via Flaminia, tra Porta del Popolo e Ponte Milvio, nel quartiere Flaminio.
Storia
Dalle origini alla chiesa rinascimentale
Il tratto della via Flaminia, dove oggi si trova la chiesa, costituiva sin dall'antichità il principale asse stradale d'ingresso a Roma da Nord. Per secoli questa zona rimase una distesa di orti e vigne con resti di antichi sepolcri.[1]
L'unica costruzione di rilievo nella zona, prima dell'edificazione della chiesa, era un'edicola sacra, dedicata a sant'Andrea apostolo, a pochi metri da Ponte Milvio, che era stata eretta per commemorare il luogo dell'incontro tra papa Pio II e il cardinale Bessarione, nella Domenica delle Palme del 1462, che portava in salvo a Roma da Patrasso una preziosa reliquia: la testa di sant'Andrea apostolo.
La chiesa, intitolata a sant'Andrea apostolo, fu costruita nel 1552-1553 su progetto di Jacopo Barozzi detto il Vignola (1507 - 1573).
Papa Giulio III (1550-1555) la fece costruire come una cappella privata, all'interno del complesso della propria residenza suburbana (Villa Giulia) per sciogliere un voto fatto in occasione della sua fuga dalla prigionia. Infatti, durante il sacco di Roma (6 maggio 1527), ad opera dei lanzichenecchi dell'imperatore Carlo V d'Asburgo (1550 - 1558), quando era ancora cardinale, era stato preso in ostaggio ed era probabilmente destinato ad essere giustiziato, ma riuscì con aiuto del cardinale Pompeo Colonna (1479-1532) a fuggire dalla città il 30 novembre (giorno della festa di sant'Andrea apostolo), e perciò l'edificio venne fatto erigere come ex voto.
Dopo la morte del papa (1555), il complesso di Villa Giulia subisce una prima divisione e la chiesa non fu più sede di particolari celebrazioni.
Nel 1560, Pio IV (1559-1565) ne affida la cura ai padri agostiniani di Santa Maria del Popolo e ordina la realizzazione di un'abitazione adiacente per ospitare i religiosi.
Dall'Ottocento ad oggi
Nel XIX secolo, l'edificio fu sottoposto a vari interventi di restauro e miglioramento strutturale: i primi interventi documentati sono quelli eseguiti tra il 1826 e il 1828, per volontà di papa Leone XII (1823-1829), ad opera del celebre architetto Giuseppe Valadier (1762 - 1839), il quale ristrutturò radicalmente la cupola, realizzò la sacrestia e il muro di cinta; nel 1852 venne aggiunto sopra l'abside il campanile a vela e nel 1894 venne risistemato completamente il tetto.
Un documento del 1919 attesta che la chiesa era passata alle dipendenze della parrocchia di Santa Croce.
Ulteriori lavori di restauro furono effettuati nel 1977-1978, coprendo la cupola con piombo, e successivamente negli anni Novanta del secolo scorso, ripristinando l'originario rivestimento della stessa in coccio pesto e restituendole in tal modo l'antica resa cromatica.
Sant'Andrea, attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Sant'Eugenio, ed è affidata alla comunità egiziana copta di Roma.
Descrizione
Esterno
La chiesa di forma cubica, realizzata in laterizi a vista, presenta una sobria facciata rivestita in peperino e tripartita da sei paraste corinzie, binate ai lati e lievemente aggettanti, che sostengono una trabeazione sormontata da un timpano triangolare; è aperta da un portale a timpano al centro e due nicchie-finestre ai lati, decorate in alto con una conchiglia semiellettica.
La facciata è sormontata da un attico delineato da una cornice dentellata di peperino, sul quale si inserisce un alto tamburo che sorregge la cupola ribassata ellittica.
La chiesa è circondato per tre lati da un muro di cinta, realizzato per la prima volta durante i restauri condotti da Giuseppe Valadier nel 1826-1828 e più volte ricostruito.
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), presenta una pianta rettangolare con iscritta una croce latina, delimitata da pareti tripartite per mezzo di paraste corinzie senza stilobate. L'imposta della cupola ha una cornice corinzia a modiglioni.
Il disegno del pavimento (restaurato nel 1954), che è originario soltanto parzialmente, dà unità al parallelepipedo di base sul quale poggia la cupola ovale: elemento nuovo e caratterizzante l'architettura vignolesca.
La parete di fondo presenta al centro un'abside rettangolare - ove è inserito l'altare - decorata con dipinti murali ad affresco, databili tra il 1545 e il 1560, attribuiti a Girolamo Siciolante detto il Sermoneta, raffiguranti:
- all'altare, Visione di sant'Andrea apostolo.[2]
- in alto, Colomba dello Spirito Santo tra angeli con motivi decorativi a festoni.[3]
Le due nicchie ai lati dell'abside sono decorate con dipinti murali ad affresco, databili al 1553, eseguiti da Pellegrino Tibaldi, raffiguranti:
- a sinistra, San Pietro e sant'Andrea
- a destra, San Paolo e san Bartolomeo.
Nella parete destra è ubicato un'interessante con dipinto murale raffigurante:
- Madonna con Gesù Bambino tra due angeli reggicorona, san Matteo evangelista e san Giuseppe (1545 - 1560), affresco, attribuito a Girolamo Siciolante detto il Sermoneta.
Galleria fotografica
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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