San Crodegango di Metz

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San Crodegango di Metz
Vescovo
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battezzato
Santo
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Vetrata con San Crodegango; Metz, cappella di Santa Glossinda
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 54 anni
Nascita Hesbaye
712 ca.
Morte Metz
6 marzo 766
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Consacrazione vescovile 30 settembre 742
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Incarichi ricoperti Vescovo di Metz
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° vescovo di Roma
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Extra San Crodegango di Metz
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
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Ricorrenza 6 marzo
Altre ricorrenze
Santuario principale Abbazia di San Sinforiano a Metz
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 6 marzo, n. 7:
« A Metz in Austrasia, nell'odierna Francia, san Crodegango, vescovo, il quale dispose che il clero vivesse come tra le mura di un chiostro sotto una esemplare regola di vita e promosse notevolmente il canto liturgico. »

San Crodegango di Metz o Crodegando (Hesbaye, 712 ca.; † Metz, 6 marzo 766) è stato un fondatore e vescovo franco di Metz, allora capitale dell'Austrasia, parente del re Pipino del quale fu cancelliere di corte.

Biografia

Nato a Hesbaye, nel Brabante, era figlio di Sigramnus, conte di Hesbaye, e di Landrada di Hesbaye, figlia di Lamberto di Hesbaye e di Clotilde, figlia di Teodorico III, nobili franchi; venne educato presso il monastero benedettino di Saint-Trond e nel 737 fu nominato da Carlo Martello referendario del regno di Austrasia. Il 30 settembre 742 fu consacrato vescovo di Metz, ma conservò le cariche a corte: divenne uno dei principali collaboratori di Pipino il Breve in materia di politica ecclesiastica e si fece promotore della riorganizzazione della Chiesa e della vita religiosa nei sui territori.

La sua principale preoccupazione fu quella di esercitare un severo controllo sui costumi del clero secolare: a tal fine, promulgò un parvum decretulum che impose ai sacerdoti la vita comune e stabilì per essi l'obbligatorietà dell'ufficiatura di tipo monastico. Queste norme, 34 canoni ricalcati sulla regola di san Benedetto, vennero riprese e ampliate nel concilio di Aquisgrana dell'816 ed estese al territorio di tutto l'Impero; la regola servì di modello anche ai canonici regolari, che considerano Crodegango il loro fondatore.

Nel 753 si recò a Roma per portare papa Stefano II a Ponthion, dove il pontefice incontrò Pipino (6 gennaio 754) e lo persuase ad assumersi la difesa di Roma e a indurre il re dei Longobardi, Astolfo, ad abbandonare i territori conquistati all'Impero bizantino. Dopo il suo viaggio Crodegango si adoperò per introdurre nei territori franchi la prassi liturgica e l'architettura sacra che aveva avuto modo di conoscere nell'Urbe: per discutere e far adottare le nuove regole canoniche indisse e presiedette i concili provinciali di Verneuil (755), Compiègne (757) e ad Attigny.

Fu promotore del canto liturgico. Probabilmente in occasione del suo viaggio a Roma, Crodegango scopre il canto romano antico, da questo elabora una sintesi con il canto gallicano e nasce il canto carolingio, precursore del canto gregoriano.

Promosse la diffusione del monachesimo benedettino, fondando diverse abbazie, tra cui quelle di Gorze, Gengenbach e Lorsch.

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Metz Successore: Blason fr Bishop of Metz.svg
San Sigibaldo 742-6 marzo 766 Angilramo I
II
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con
con
San Sigibaldo {{{data}}} Angilramo
Collegamenti esterni
Voci correlate