Diego Hurtado de Mendoza y Quiñones

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Diego Hurtado de Mendoza y Quiñones
Cardinale
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battezzato
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Cardenal Diego Hurtado de Mendoza (1444-1502).jpg

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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 58 anni
Nascita Guadalajara
1444
Morte _Madrid
14 ottobre 1502
Sepoltura Cappella di santa Maria la Antigua, nella Cattedrale metropolitana di Siviglia
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Nominato vescovo 13 febbraio 1470 da papa Paolo II
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Creazione
a Cardinale
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Creato
Cardinale in segreto
20 marzo 1500 da Alessandro VI (vedi)
Pubblicato
Cardinale
28 settembre 1500 da Alessandro VI (vedi)
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Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 2 anni e 16 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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pontificato
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Diego Hurtado de Mendoza y Quiñones (Guadalajara, 1444; † _Madrid, 14 ottobre 1502) è stato un cardinale e patriarca spagnolo.

Cenni biografici

Nacque a Guadalajara in Spagna nel 1444, secondogenito di Íñigo López de Mendoza, primo conte di Tendilla, e di Elena Quiñones.

Destinato dai genitori alla carriera ecclesiastica, mantenne stretti rapporti con il fratello del padre, Pedro González de Mendoza, allora vescovo di Calahorra.

Formazione e attività

Prima dell'ordinazione presbiterale, iniziò i suoi studi a Salamanca, dove ebbe rapporti con una giovane donna con la quale ebbe un figlio naturale. Aveva appena diciassette anni quando suo padre, si recò come ambasciatore presso papa Pio II, che allora risiedeva a Siena. Diego lo seguì e una volta terminata la missione paterna, si trasferì a Roma e vi rimase per diversi anni assimilando la cultura classica, l'arte rinascimentale e gli studi umanistici.

Al suo ritorno in Spagna si stabilì nella casa dello zio, che in quel periodo ottenne la cattedra a Sigüenza (1467). Qui Diego divenne decano della cattedrale. Ben presto, grazie all'intervento dello zio, fu nominato vescovo di Palencia nel 1470.

All'inizio del suo regno, i Re Cattolici nominarono Diego Hurtado de Mendoza presidente della Cancelleria Reale di Valladolid, una posizione che era considerata una posizione ideale per scalare traguardi più alti sia nella sfera ecclesiastica che in politica.

Apparendo sempre al fianco dello zio, Diego interveniva nei principali atti della monarchia. Dopo la celebrazione delle Cortes di Toledo, Diego Hurtado de Mendoza faceva parte dell'entourage di suo zio il cardinale, uno dei favoriti dei Re e una figura di tale grandezza e autorità da essere conosciuto come il terzo re di Spagna.

Nell'inverno del 1482-1483, un nunzio papale arrivò in Spagna con la bolla per la crociata di riconquista del Regno di Granada dai Mori; fu ricevuto dai monarchi a Santo Domingo el Real de Madrid con una processione alla quale presero parte González de Mendoza e il suo inseparabile nipote, Diego, insieme ad altri prelati.

Episcopato

Fu elevato arcivescovo di [[Siviglia]] nel 1485; occupò la sede fino alla sua morte. Nelle successive campagne militari combattute dai monarchi spagnoli, coronate dall'occupazione di Granada, le truppe dell'arcivescovo si unirono a quelle finanziate da suo zio il cardinale; le truppe parteciparono alla conquista di Vélez-Málaga e Malaga nel 1487 e Baeza nel 1489. Non solo offrì il suo sostegno militare, ma aiutò anche nelle funzioni amministrative della conquista; condivise il trionfo con i monarchi che entrarono a Granada il 2 gennaio 1492.

Nel maggio del 1494 si trovava a Guadalajara per assistere lo zio, che era malato, rimase con il cardinale fino alla sua morte, avvenuta l'11 gennaio 1495; presiedette i funerali e la sepoltura a Toledo.

Cardinalato

Papa Alessandro VI lo creò cardinale in pectore nel concistoro del 20 marzo 1500 e lo pubblicò nel concistoro del 28 settembre 1500. Ricevette la berretta rossa il 2 ottobre seguente; e tre giorni dopo il titolo di Santa Sabina. Allo stesso tempo, fu nominato patriarca latino titolare di Alessandria, sede che occupò fino alla sua morte.

Nel 1501 presiedette a nome dei monarchi le Cortes di Siviglia; lui e i vescovi suffraganei inviarono diversi sacerdoti a Granada per la conversione dei Mori e molti di essi trovarono il martirio. Il 15 ottobre 1501 terminò il documento di erezione e dotazione di tutte le chiese, collegiate e parrocchiali della città e della diocesi di Granada, che papa Innocenzo VIII gli aveva affidato quindici anni prima.

All'inizio del 1502 donò diversi gioielli alla cattedrale di Siviglia. In seguito, si recò a Toledo per prestare giuramento a Doña Juana[1] e Felipe el Hermoso[2] come principi eredi di Castiglia e Aragona. Al ritorno si fermò a Tendilla per poi proseguire il viaggio verso Madrid.

Morte

Morì a Madrid, il 14 ottobre 1511. Le sue spoglie furono trasferite a Siviglia nel 1504 e sepolte nella cappella di santa Maria la Antigua, nella cattedrale metropolitana; un magnifico sepolcro di alabastro, opera di Miguel Florentín, commissionato da suo fratello Íñigo López de Mendoza, fu completato nel 1508.

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Palencia Successore: BishopCoA PioM.svg
Rodrigo Sánchez de Arévalo 13 febbraio 1470 - 29 agosto 1485 Alfonso de Burgos, O.P. I
II
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IV
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VIII
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X
con
con
Rodrigo Sánchez de Arévalo {{{data}}} Alfonso de Burgos, O.P.
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Siviglia Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Iñigo Manrique de Lara 29 agosto 1485 - 14 ottobre 1502 Juan de Zúñiga y Pimentel I
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con
con
Iñigo Manrique de Lara {{{data}}} Juan de Zúñiga y Pimentel
Predecessore: Patriarca titolare di Alessandria Successore: PatriarchNonCardinal PioM.svg
Pedro González de Mendoza 5 ottobre 1500 - 14 ottobre 1502 Alonso de Fonseca y Acevedo I
II
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con
Pedro González de Mendoza {{{data}}} Alonso de Fonseca y Acevedo
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Sabina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Jean Bilhères de Lagraulas, O.S.B. Clun. 5 ottobre 1500 - 14 ottobre 1502 Francisco Lloris y de Borja I
II
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X
con
con
Jean Bilhères de Lagraulas, O.S.B. Clun. {{{data}}} Francisco Lloris y de Borja
Note
  1. Juana I de Castilla su es.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  2. Felipe I de Castilla su es.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
Bibliografia