Ernesto Buonaiuti

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Ernesto Buonaiuti
Presbitero
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 64 anni
Nascita Roma
25 giugno 1881
Morte Roma
20 aprile 1946
Sepoltura Roma, Cimitero del Verano
Conversione
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale 19 dicembre 1903
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
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Il Cristianesimo è l'unica democrazia possibile; perché in nessun'altra forma di vita religiosa, come in nessun'altra visione filosofica della vita, l'aggregato umano, il senso della solidarietà universale, la coscienza dell'unica famiglia del mondo hanno, come nel Cristianesimo, altrettanto rilievo e altrettanto inconsumabile peso.
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(Da un lettera di Ernesto Buonaiuti in Giulio Andreotti, I quattro del Gesù. Storia di un'eresia, Rizzoli, 1999, pag. 24)

Ernesto Buonaiuti (Roma, 25 giugno 1881; † Roma, 20 aprile 1946) è stato un presbitero, storico e teologo italiano. Studioso di storia del Cristianesimo e di filosofia religiosa, fra i principali esponenti del Modernismo italiano. Scomunicato e ridotto allo stato laicale dalla Chiesa cattolica, fu privato della cattedra universitaria dal regime fascista per essersi rifiutato, con altri tredici docenti soltanto, di giurare fedeltà al regime.

Biografia

Dopo aver frequentato il seminario dell'Apollinare di Roma (qui fra i suoi compagni vi fu Angelo Roncalli, il futuro Giovanni XXIII[1]), Buonaiuti fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1903. Iniziò i suoi studi collaborando con lo storico delle religioni Salvatore Minocchi, utilizzando le risorse offerte dal metodo positivo allo studio del Cristianesimo primitivo (Il cristianesimo primitivo e la Politica imperiale romana, 1911).

Fondò a soli ventiquattro anni la Rivista storico-critica delle scienze teologiche, per la diffusione della cultura religiosa in Italia e diresse in seguito la rivista Ricerche religiose. Queste riviste vennero poste poi all'Indice. Il 25 gennaio 1925 era stato colpito con la scomunica, ribadita più volte, per aver preso le difese del Modernismo soprattutto nelle opere Il programma dei modernisti (1908) e Lettere di un prete modernista (1908). Nell'autobiografia Il pellegrino di Roma (1945), Buonaiuti ricostruì il conflitto con la Chiesa cattolica, della quale, nonostante la scomunica, continuò a proclamarsi figlio fedele.

Dal 1925 fu professore universitario di Storia del cristianesimo presso l'Università La Sapienza di Roma; in seguito al Concordato del 1929, tuttavia, venne esonerato dalle attività didattiche e assegnato a compiti extra-accademici. La cattedra universitaria gli fu tolta definitivamente nel 1931 per aver rifiutato il prestare giuramento di fedeltà al Fascismo.

Dopo la caduta del regime, nel 1945, Bonaiuti venne comunque escluso dai ruoli di professore universitario, sulla base di una discussa applicazione retroattiva del concordato, che prevedeva il divieto, per un sacerdote scomunicato, di occupare una cattedra in una università statale.

Opere

L'opera di Buonaiuti è sterminata: ha lasciato circa tremilaottocento lavori scritti, fra i quali importanti una Storia del Cristianesimo in tre volumi, l'autobiografia (Il pellegrino di Roma) e gli studi su Gioacchino da Fiore (Gioacchino da Fiore: i tempi, la vita, il messaggio) e gli studi su Lutero e la Riforma protestante. Inoltre, un testo sullo gnosticismo (Lo gnosticismo. Storia di antiche lotte religiose, I Dioscuri, Genova 1987). Tra le sue prime opere: Saggi sul cristianesimo primitivo, a cura e con introduzione di Francesco A. Ferrari, pubblicato a Città di Castello, dalla Casa Editrice "Il Solco" (Gubbio, Tip. Oderisi) nel 1923.

Storia del Cristianesimo

L'opera, pubblicata negli anni 1942-1943, si compone di tre volumi, il primo dedicato all'Evo Antico, il secondo all'Evo Medio, l'ultimo all'Evo Moderno.

È considerata l'opera più significativa dell'attività scientifica del Buonaiuti. Come egli stesso ha rievocato nell'autobiografia del 1945, l'opera ha motivazioni apologetiche ("per istituire il bilancio definitivo dell'azione cristiana nella storia, ora che da mille indizi si poteva facilmente e sicuramente arguire che il Cristianesimo si avvicinava ad un'ora di drammatico trapasso").
L'idea centrale dell'opera si svolge intorno al carattere mistico e morale del Cristianesimo e alla sua successiva trasformazione in un sistema filosofico-teologico e in una organizzazione burocratica. Per Buonaiuti, le religioni superiori non sono visioni speculative del mondo e schematizzazioni razionali della realtà, ma indicazione normativa di atteggiamenti pre-razionali e spirituali. Il Cristianesimo, nato come annuncio di palingenesi, veicolava un vastissimo programma sociale "che imponeva un progressivo arricchimento concettuale e un inquadramento disciplinare sempre più rigido. Per vivere e fruttificare nel mondo, il Cristianesimo fu condannato così a snaturarsi e a degenerare" (Storia del cristianesimo, I, p. 15 e segg.). La sola salvezza per la Chiesa e per la società moderna è, per Buonaiuti, il ripristino dei valori elementari del Cristianesimo primitivo: l'amore, il dolore, rimorso, la morte.

Il Pellegrino di Roma (o La generazione dell'esodo)

Opera autobiografica di Ernesto Buonaiuti pubblicata a Roma nel 1945.

Il titolo del libro cita una definizione di Buonaiuti datane dallo storico Luigi Salvatorelli, il quale aveva intitolato un suo saggio Ernesto Buonaiuti, pellegrino di Roma per sottolineare l'amore di Buonaiuti per la Chiesa cattolica, nonostante i gravissimi provvedimenti disciplinari presi contro di lui (La Cultura, XII, 1933, pp. 375-391). Buonaiuti riconosce come sue due opere di argomento modernista pubblicate entrambe nel 1908 anonime: Lettere di un prete modernista, considerate tuttavia dall'autore un peccato di gioventù, e Il Programma dei Modernisti. Le posizioni moderniste sono giustificate da Buonaiuti soprattutto da motivazioni scientifiche (critica biblica ed esegesi). Inizialmente il modernismo di Buonaiuti appariva simile alle posizioni della teologia liberale protestante (Albrecht Ritschl, Adolf von Harnack). Le ricerche sulla spiritualità del mondo antico, da Zarathustra ai tragici greci, portarono tuttavia Buonaiuti a riconoscere nelle esperienze spirituali precristiane un'anticipazione della visione cristiana della vita. Buonaiuti si dichiara cattolico e dichiara di voler rimanere tale usque dum vivam (finché avrò vita), come scrisse alla facoltà di teologia di Losanna, la quale gli rifiutò la cattedra di storia del cristianesimo poiché egli non aveva accettato la condizione di aderire a quella Chiesa Evangelica.

Lutero e la Riforma in Germania

Opera pubblicata la prima volta nel 1926, ristampata al termine della seconda guerra mondiale, con l'aggiunta del capitolo La crisi finale, pubblicata infine postuma nel 1958 col titolo Lutero, è nata da un corso di universitario svolto da Buonaiuti all'Università di Roma. Nella prima edizione lo scisma di Martin Lutero viene interpretato come espressione dell'individualismo della cultura dell'Europa nel Nord che non aveva assimilato i valori della vita sociale propria del Mediterraneo. Nel capitolo aggiunto all'edizione del 1945 Buonaiuti indica nel nazionalsocialismo l'ultima e più drammatica conseguenza dello scisma luterano.

Opere

  • Gioacchino da Fiore. I tempi – la vita – il messaggio, Roma, Collezione Meridionale Editrice, 1930 (poi, con un'introduzione di Antonio Crocco, Cosenza, Lionello Giordano Editore, 1984).
  • Storia del Cristianesino Origini e sviluppi teologici, culturali, politici di una religione , Collana I Big Newton, 2002, Newton & Compton.
  • Pellegrino di Roma. La generazione dell'esodo (1945), Roma, Gaffi, 2008 (con un’introduzione di Giancarlo Gaeta e una Appendice di Raffaello Morghen) e disponibile in copyleft sul suo sito.
Note
  1. Marco Roncalli, Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli. Una vita nella Storia, Milano 2006, pagg. 50 e segg.
Bibliografia
  • F. Parente, «BUONAIUTI, Ernesto». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma : Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vol. XV (on-line)
  • Giordano Bruno Guerri, Eretico e profeta. Ernesto Buonaiuti, un prete contro la Chiesa, Milano, Mondadori, 2001.
  • Giulio Andreotti, I quattro del Gesù, Rizzoli, 1999.
  • Domenico Grasso, Il cristianesimo di Ernesto Buonaiuti, Morcelliana, Brescia 1953.
  • Lorenzo Bedeschi, Buonaiuti il concordato e la chiesa: con un'appendice di lettere inedite, Milano, Il Saggiatore 1970.
  • Fausto Parente, Ernesto Buonaiuti, Roma, Istituto della enciclopedia italiana 1971.
  • Max Ascoli, Ernesto Bonaiuti, Napoli, Arte tipografica 1975.
  • Ambrogio Donini, Ernesto Buonaiuti e il modernismo, Bari, Cressati 1961.
  • Annibale Zambarbieri, Il cattolicesimo tra crisi e rinnovamento: Ernesto Buonaiuti ed Enrico Rosa nella prima fase della polemica modernista, Brescia, Morcelliana 1979.
  • Valdo Vinay, Ernesto Buonaiuti e l'Italia religiosa del suo tempo, Torre Pellice, Claudiana 1956.
  • Enrico Lepri, Il pensiero religioso di Ernesto Buonaiuti, Roma, Libreria Tropea 1969.
  • Liliana Scalero, Colui che vaga laggiù: una biografia di Buonaiuti, Parma, Guanda 1970.
  • Giorgio Levi Della Vida, Fantasmi ritrovati, Venezia, Neri Pozza, 1966 (rist. Napoli, Ricciardi, 2004).
Voci correlate
Collegamenti esterni