Santa Flavia Domitilla

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Santa Flavia Domitilla
Laica · Martire
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Santa
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Ambito umbro, Santa Flavia Domitilla (XV secolo), tempera su tavola; Varsavia, Museo Nazionale
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte anni
Nascita Roma
I secolo
Morte Ponza
I secolo
Sepoltura Roma, Chiesa dei Santi Nereo ed Achilleo alle Terme di Caracalla
Conversione
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Extra Santa Flavia Domitilla
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione Pre-canonizzazione
Ricorrenza 7 maggio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Palma, corona con Trigramma di Cristo
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
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Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 7 maggio:
« A Roma, commemorazione di santa Domitilla, martire, che, nipote del console Flavio Clemente, accusata durante la persecuzione di Domiziano di aver rinnegato gli dèi pagani, per la sua testimonianza di fede in Cristo fu deportata insieme ad alcuni altri nell'isola di Ponza, dove consumò un lungo martirio[1]. »

Santa Flavia Domitilla (Roma, I secolo; † Ponza, I secolo) era una matrona romana, appartenente alla famiglia imperiale dei Flavi, martirizzata dal cugino Domiziano.

Biografia

Era figlia di Domitilla minore, a sua volta figlia dell'imperatore Vespasiano e sorella degli imperatori Tito e Domiziano. Sposò il console Tito Flavio Clemente, primo cugino di sua madre e nipote di Vespasiano.

Da questo matrimonio nacquero due figli che, ancora bambini, furono adottati da Domiziano come suoi successori e assunsero rispettivamente i nomi di Vespasiano e Domiziano. È molto probabile che questi bambini abbiano ricevuto un'educazione cristiana; se fossero arrivati al trono, dunque, già alla fine del I secolo ci sarebbero stati imperatori cristiani. La loro sorte, però, non è conosciuta e dopo la morte di Domiziano la dinastia flavia si esaurì.

Martirio e sepoltura

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Persecuzione di Domiziano
Felice da Sambuca, Martirio di santa Flavia Domitilla (post 1780), olio su tela ; Caltanissetta, Museo Diocesano "Giovanni Speciale"

Dione Cassio[2] dice che marito e moglie si resero colpevoli di ateismo e della pratica di riti e costumi ebraici. Tali accuse, come emerge dalle opere degli apologisti cristiani, indicano chiaramente che entrambi si erano convertiti al Cristianesimo, anche se sono state espresse delle perplessità a tal proposito. Nel caso di Domitilla non sussiste più alcun dubbio[3], dato che Giovanni Battista De Rossi ha dimostrato che il Coemeterium Domitillae era situato su un terreno appartenente a Flavia Domitilla e che fu utilizzato come luogo di sepoltura cristiano fin dal I secolo.

A seguito delle accuse mosse contro di loro, Clemente fu condannato a morte e Flavia Domitilla fu bandita sull'isola di Ponza, nell'arcipelago pontino, dove morì martire.

Nell'imminenza del Giubileo del 1600 il cardinale Cesare Baronio (15381607) fece traslare nella Chiesa dei Santi Nereo ed Achilleo le spoglie di santa Domitilla e quelle dei santi Nereo ed Achilleo, che furono riposte in un'urna ancora oggi situata sotto l'altare maggiore.

Dubbi sull'identità e sul luogo dell'esilio

Eusebio di Cesarea[4], gli atti spuri di Nereo e Achilleo e san Girolamo[5] indicano Flavia Domitilla come la nipote e non la moglie del console Flavio Clemente. Dicono, inoltre, che il luogo del suo esilio fu Ponza, anziché Ventotene. Queste affermazioni hanno fatto sorgere l'ipotesi dell'esistenza di due Flavia Domitilla, zia e nipote, entrambe cristiane, l'ultima delle quali generalmente indicata come Flavia Domitilla la Giovane.

Joseph Lightfoot ha dimostrato che questa opinione, adottata da Tillemont e da De Rossi e mantenuta da molti altri scrittori, tra cui Allard e Duchesne, dipende interamente da Eusebio, che da parte sua dovette essere tratto in in inganno da errori di trascrizione o ambiguità di espressione presenti nelle fonti da lui utilizzate.

Note
  1. Non tutte le informazioni riportate nel Martirologio sono corrette. Cfr. la sezione Dubbi sull'identità e sul luogo dell'esilio.
  2. Historia Romana LXVII, 14.
  3. Per il marito vedi la voce san Flavio Clemente.
  4. Storia della Chiesa III, 18; Chronicon ad an. Abrahami 2110.
  5. Epistulae CVIII, 7.
Bibliografia


Voci correlate