Museo Diocesano "Giovanni Speciale" di Caltanissetta
Museo Diocesano "Giovanni Speciale" di Caltanissetta | |
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Sala espositiva | |
Categoria | Musei diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Sicilia |
Regione | Sicilia |
Provincia | Caltanissetta |
Comune | Caltanissetta |
Diocesi | Diocesi di Caltanissetta |
Indirizzo | Viale Regina Margherita, 29 93100 Caltanissetta (CL) |
Telefono | +39 0934 21165 +39 0934 23014 |
Posta elettronica | museodiocesano@diocesicaltanissetta.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Diocesi di Caltanissetta |
Tipologia | arte sacra, arte sacra contemporanea |
Contenuti | arredi sacri, ceramiche, codici miniati, dipinti, manoscritti, metalli, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, bookshop, didattica, fototeca, internet point, organizzazione di eventi e mostre temporanee, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | ex Seminario Vescovile |
Datazione sede | 1901-1912 |
Fondatori | mons. Giovanni Speciale |
Data di fondazione | 1983 |
Il Museo Diocesano "Giovanni Speciale" di Caltanissetta, allestito nell'ex Seminario Vescovile, è stato aperto al pubblico nel 1983 per volere di mons. Giovanni Speciale (1931-2008) per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di Santa Maria la Nova e dal territorio diocesano
Storia
Il Museo è stato dedicato per volontà del vescovo Mario Russotto (n. 1957) alla memoria di mons. Giovanni Speciale, spentosi nell’estate del 2008, ed a Lui intitolato perché è suo il merito di aver promosso la costituzione del primo nucleo della struttura espositiva, di averne curato con straordinaria competenza l'arricchimento e di esserne stato l'anima fin dal 1983, anno della sua fondazione. Come egli soleva raccontare, l'inizio fu occasionale: un giorno, invitato dalla suora sagrestana dell'ospedale Vittorio Emanuele a prendere in custodia "dei vecchi quadri e delle tele arrotolate che giacevano in uno sgabuzzino", perché li salvasse dalla dispersione e dal deterioramento, li portò via e, dopo il restauro, scoprì che erano opere di Fedele da San Biagio e di Felice da Sambuca. A queste si aggiunsero pian piano altri dipinti e sculture, paramenti e arredi sacri.
Il 9 marzo 1987 il vescovo Alfredo Maria Garsia (1928–2004) aprì la prima sala del Museo: si trattava di un salone con soppalco in struttura metallica collegato con una scala nell'ala nord-est del piano terra del Seminario. Seguirono alcuni lavori di ampliamento iniziati il 5 luglio 1993 per ricavare altre cinque sale espositive, ormai indispensabili per il moltiplicarsi delle opere e per l'adeguamento delle misure di sicurezza. Tra il 1999 e il 2000 furono portati a termine i lavori già avviati e vennero realizzate altre quattro sale espositive, un'ampia sala convegni, un locale segreteria, una sala per l'accoglienza. L'attuale allestimento del Museo, articolato in dieci sale e due gallerie, con accesso dall'ingresso principale del Palazzo Vescovile, è stato inaugurato il 31 gennaio 2007.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale si sviluppa in dieci sale e due gallerie espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XIV al XXI secolo, disposti in ordine cronologico e tipologico.
Sala I
La sala presenta paramenti sacri e suppellettile liturgica, databili al XVI secolo, legate alla celebrazione eucaristica e all'amministrazione dei sacramenti. Tra essi si notano:
- Pace con Pietà (prima metà del XVI secolo), in rame rivestito di smalti dipinti, realizzata nella bottega limosina di Pénicaud, proveniente dalla Chiesa di San Pietro e Santa Maria Maggiore di Calascibetta: l'iconografia dell'opera è tratta da un disegno di Albert Dürer.
Inoltre, contiene anche alcune interessanti dipinti e sculture, tra le quali si distinguono:
- Gesù Cristo crocifisso (fine XV - inizio XVI secolo), in legno scolpito, intagliato e dipinto, bottega siciliana.
- Statua di san Giovanni Battista (XVI secolo), in terracotta, attribuita alla bottega di Antonello Gagini, proveniente dall'omonima chiesa di Caltanissetta.
- Statua di San Pietro in cattedra (metà del XVI secolo), in legno scolpito, intagliato e dipinto, di bottega siciliana.
- Sant'Eligio vescovo e storie della sua vita (fine XVI - inizio XVII secolo), olio su tela di ambito siciliano.
- Coppia di dipinti con San Pietro e San Paolo in carcere (fine XVI - inizio XVII secolo), olio su tela di ambito siciliano.
Sala II
Nella sala sono custodite opere databili dal XV al XVIII secolo, tra le quali si segnalano:
- Reliquiario a cofanetto (metà del XV secolo), in avorio, osso e legno, eseguito della bottega degli Embriachi, proveniente dalla sagrestia del Duomo: l'opera, realizzata per contenere monili femminili, fu successivamente trasformata in teca per la custodia di alcune reliquie di martiri.
- Ostensorio architettonico (primo quarto del XVI secolo), in rame cesellato, inciso e dorato, realizzato da argentieri catanesi: l'opera presenta sulla cuspide due statuette raffiguranti Gesù Cristo risorto e la Pietà, immagini che con la loro presenza affermano come nell'ostia consacrata, che veniva inserita nella lunetta sottostante, vi è la presenza reale di Cristo morto e risorto.
- Statua di Sant'Apollonia (XVI secolo), in legno scolpito e intagliato, di bottega siciliana.
- Salita di Gesù Cristo al monte Calvario (seconda metà del XVI secolo), olio su tavola, di ambito siciliano: l'opera è ritenuta una copia del dipinto su tela, con il medesimo soggetto, detto lo Spasimo di Sicilia (1517) di Raffaello Sanzio, attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid.[1][2]
- Statua di Santa Margherita d'Antiochia (inizio del XVII secolo), in legno scolpito, intagliato, dipinto e dorato, di bottega siciliana.
- Tondo dipinto con San Gregorio Magno (terzo quarto del XVIII secolo), olio su tavola attribuita al pittore palermitano Gioacchino Martorana.
Sala III
Nella sala sono raccolti pregevoli esempi della scultura siciliana dal XVI al XVIII secolo, tra le quali si notano:
- Acquasantiera (inizio del XVI secolo), in marmo bianco scolpito, di ambito siciliano, proveniente dalla Chiesa di San Francesco di Paola ma la ubicazione originaria doveva essere probabilmente la Chiesa di Maria SS. Annunziata annessa al Convento dei Carmelitani: l'opera sulla fronte presenta:
- Statua della Madonna in preghiera (fine del XVI secolo), in legno scolpito, intagliato, dipinto e dorato, di bottega siciliana.
- Statua di santa Margherita (inizio del XVII secolo), in legno scolpito, intagliato, dipinto e dorato, di bottega siciliana.
- Statua della Madonna con Gesù Bambino detta Madonna di Trapani (prima metà del XVII secolo), in marmo bianco scolpito e dorato, di bottega trapanese.
- Gruppo scultoreo dell'Adorazione dei pastori (fine del XVII secolo), in marmo bianco scolpito e dorato, attribuita alla scuola di Vincenzo Gagini.
- Statua dell'Immacolata Concezione e angeli con pellicani (fine XVII - inizio XVIII secolo), in marmo bianco scolpito, di bottega trapanese.
Inoltre, nella sala si possono ammirare:
- Due reliquiari a tempietto di san Pietro e san Paolo apostoli (1598), in argento sbalzato, cesellato e inciso, di Nibilio Gagini.
- Sant'Andrea apostolo (inizio del XVII secolo), olio su tela, di ambito siciliano.
Sala IV
La sala una accoglie suppelettile liturgica e paramenti sacri databili tra il XVII e il XVIII secolo: tra questi è particolarmente rilevante:
- Tabernacolo (XIX secolo), in legno intagliato e dorato, di Giovanni Careri, proveniente da Sutera.
Sala V - Vincenzo Roggeri
La sala, dedicata al pittore nisseno Vincenzo Roggeri (1634–1713), presenta alcuni sui interessanti dipinti, eseguiti ad olio su tela, databili in prevalenza all'ultimo quarto del XVII secolo, nei quali mostra una forte capacità pittorica, che ha saputo assorbire il verismo caravaggesco e l'uso dei colori del manierismo paladinesco. Tra essi spiccano:
- Annunciazione,
- Presentazione di Gesù al Tempio,
- Adorazione dei pastori;
- Adorazione dei Magi;
- Sant'Apollonia;
- San Francesco d'Assisi in estasi;
- Madonna con Gesù Bambino e san Luigi Gonzaga;
- San Raffaele arcangelo e Tobia;
- Santa Teresa d'Avila ha la visione della processione di sant'Ignazio di Loyola.
Al centro della sala, inoltre, è collocata entro una macchina processionale del XVIII secolo:
- Statua della Madonna con Gesù Bambino in trono detta Madonna di Monserrato (XVII secolo), in legno intagliato, policromo e dorato.
Sala VI - Pittori cappuccini
La sala è dedicata ai pittori cappuccini siciliani, il cui Ordine è stato sempre molto presente nella storia della Diocesi nissena, in particolare alle figure di Fedele da San Biagio (1717-1801) e Felice da Sambuca (1734-1805),[3] dei quali si conservano di notevole interesse storico-artistico:
- Sant'Agostino (1739), olio su tela di Fedele da San Biagio.
- San Girolamo (1739), olio su tela di Fedele da San Biagio.
- San Gregorio Magno (1739), olio su tela di Fedele da San Biagio.
- Ritratto del cardinale Francesco Maria Casini (1739), olio su tela di Fedele da San Biagio.
- Pala d'altare con San Francesco d'Assisi rinuncia al sacerdozio (post 1780), olio su tela, attribuita a Felice da Sambuca, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Assunta: alcuni studiosi assegnano quest'opera a Fedele da San Biagio.
- Pala d'altare con Madonna con Gesù Bambino tra san Felice da Cantalice, san Fedele da Sigmaringen, san Giuseppe da Leonessa, san Serafino da Montegranaro e san Bernardo da Corleone (post 1780), olio su tela, di Felice da Sambuca, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Assunta.
- Madonna con Gesù Bambino e san Bernardo da Corleone (post 1780), olio su tela, di Felice da Sambuca, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Assunta.
- Martirio di santa Flavia Domitilla (post 1780), olio su tela, di Felice da Sambuca, proveniente dall'Abbazia di Santo Spirito.
- Madonna addolorata piange su Gesù Bambino addormentato e simboli della passione detto Veglia Materna (XVIII secolo), olio su tela, di Felice da Sambuca, proveniente dalla Cappella della Casa del Clero "San Giuseppe" di Santo Spirito (Caltanissetta).
Nelle vetrine, inoltre, sono custoditi piviali e pianete realizzati da manifatture nissene tra il XVII e XVIII secolo, e ostensori e calici eseguiti da argentieri siciliani del XVIII secolo.
Galleria di destra
Nel primo corridoio, che unisce e dà accesso alle sale precedenti, sono collocate opere di notevole interesse, fra le quali si distinguono:
- Due codici miniati (XIV secolo), in cartapecora, vergati in caratteri gotici, che contengono l'Antico e Nuovo Testamento.
- Pala d'altare con Santi martiri giapponesi (1640), olio su tela del pittore messinese Mario Morrioni: l'opera è una preziosa testimonianza dell'attenzione alle missioni suscitata dai gesuiti nel Collegio di Caltanissetta, dove si formò Girolamo Gravina (1603 – 1662), uno dei primi religiosi che tradusse la Bibbia in cinese.
- Santi Crispino e Crispiniano (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, di Vincenzo Roggieri.
- Gesù Cristo raccoglie le vesti dopo la flagellazione (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, di ambito siciliano.
- Due dipinti con Flagellazione di Gesù Cristo e Salita di Gesù Cristo al monte Calvario (1741), olio su tela di Antonino Fasulo.
- Sacra Famiglia (fine XVIII - inizio XIX secolo), olio su tela, di ambito siciliano.
Galleria di sinistra
Attraverso un cancello in ferro battuto, si entra nella galleria della seconda ala del Museo, destinata all'esposizione delle opere d'arte moderna e contemporanea (XVIII – XX secolo), accogliendo in particolare i dipinti e le sculture, appartenute a Mons. Speciale, e realizzate principalmente in terracotta e bronzo, tra le quali si notano:
- Volto di Gesù Cristo agonizzante (1920), in gesso modellato, dello scultore palermitano M. Titolo.
- Gruppo scultoreo dell'Annunciazione (seconda metà del XX secolo), in bronzo di Ennio Tesei.
Sala VII - Guglielmo Borremans
La sala è dedicata all'opera di Guglielmo Borremans (1672 ca.-1744), pittore fiammingo, giunto in Sicilia e chiamato a Caltanissetta dal sacerdote e mecenate, Filippo Riccobene, per decorare la Cattedrale di Santa Maria la Nova. Tra i suoi dipinti qui esposti, si segnala:
- Pala d'altare con San Vincenzo Ferrer (1722), olio su tela.
Inoltre, sono custoditi due dipinti di Luigi Borremans, figlio di Guglielmo, raffiguranti:
- Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia (1747), olio su tela;
- Il popolo ebreo dopo il passaggio del Mar Rosso (1747), olio su tela.
Sala VIII
La sala documenta alcuni artisti che operarono a Caltanissetta, quale testimonianza della cultura dell'entroterra siciliano nell'Ottocento. Tra essi emergono:
- Madonna con Gesù Bambino e sant'Anastasia (1741), olio su tela di Angelo Falduzza.
- San Michele arcangelo lotta contro i demoni (fine XVIII - inizio XIX secolo), olio su tela di Tommaso Pollace.
- Coppia di dipinti con Disputa di santa Caterina d'Alessandria con i filosofi e Martirio di santa Caterina d'Alessandria (metà del XIX secolo), olio su tela di Giuseppe Scillia: le figure delle due scene, in atteggiamento melodrammatico sono rappresentate secondo il gusto del teatro ottocentesco.
- Anime del Purgatorio (ultimo quarto del XIX secolo), olio su tela di Carmelo Giunta.
- Statua di Gesù Bambino dormiente (fine XIX secolo), in cera modellata e dipinta, di Domenico Fasulo.
- Due dipinti con Trinità e Castello di Mussomeli (fine XIX - inizio XX secolo), olio su tela di Salvatore Frangiamore.
Sala IX
La sala presenta prevalentemente opere realizzate nel Novecento e acquistate da mons. Giovanni Speciale, collezionista e fondatore del Museo, tra le quali si possono ammirare:
- Statua di san Michele arcangelo (seconda metà del XIX secolo), in terracotta dipinta, dello scultore nisseno Giuseppe Frattallone.
- Volto di Maria Vergine (fine XIX secolo), in marmo di Michele Tripisciano.
- Testa di fanciullo detta il Malatiello (fine XIX - inizio XX secolo), in bronzo di Vincenzo Gemito.
- Gesù Cristo detto la Protezione (1941), tempera su tavola di Aldo Carpi.
- Due dipinti con Crocifissione di Gesù Cristo e Cena in Emmaus (terzo quarto del XX secolo), olio su tela di Silvio Consadori.
- Annunciazione (terzo quarto del XX secolo), olio su tela di Luigi Filocamo.
Sala X
Questa sala espone opere del Novecento appartenute a mons. Giovanni Speciale e da lui donate al Museo, tra cui spiccano:
- Pietà (seconda metà del XX secolo), in metallo, di Ennio Tesei.
- Statua della Madonna con Gesù Bambino detta Bocciolino (ultimo quarto del XX secolo), in metallo, di Giovanni Prini.
- Gruppo scultoreo dell'Annunciazione (ultimo quarto del XX secolo), in bronzo di Eros Pellini.
- Rilievo con San Francesco d'Assisi in estasi (ultimo quarto del XX secolo), in terracotta, di Francesco Prosperi.
- Rilievo con Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino (fine del XX secolo), in terracotta, di Giovanni Prini.
- Madonna con Gesù Bambino detta la Maternità (fine del XX secolo), in marmo bianco scolpito, di Antonio Bonifiglio.
Auditorium
Completa il percorso museale una grande sala convegni, dove alle pareti laterali sono collocate due pregevoli librerie che custodiscono il fondo antico della biblioteca del Seminario Vescovile, con volumi che vanno dal XVI al XIX secolo. Vi si conservano anche alcune opere pittoriche, tra le quali si notano:
- Agnello di Dio (fine del XVI secolo), olio su tela di Vincenzo Roggeri.
- Santi Martiri di Gorcum (1903), olio su tela di Egidio Amico Roxas: l'opera è una copia del dipinto eseguito nel 1867 da Cesare Fraccassini, attualmente custodito nei Musei Vaticani.
Note | |
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Bibliografia | |
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