Galleria Alberoni di Piacenza
Galleria Alberoni di Piacenza | |
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Antonello da Messina, Ecce Homo detto anche Gesù Cristo alla colonna (1473), olio su tavola | |
Categoria | Musei di Fondazione ecclesiastica |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Emilia Romagna |
Regione | Emilia Romagna |
Provincia | Piacenza |
Comune | Piacenza |
Diocesi | Diocesi di Piacenza-Bobbio |
Indirizzo | Via Emilia Parmense, 67 29121 Piacenza (PC) |
Telefono | +39 0523 322635; +39 0523 577011 |
Fax | +39 0523 322635 |
Posta elettronica | info@collegioalberoni.it opalberoni@libero.it, |
Sito web | [1] |
Proprietà | Fondazione Opera Pia Alberoni |
Tipologia | arte, arte sacra |
Contenuti | arazzi, arredi, dipinti, paramenti sacri, sculture, suppellettile ecclesiastica |
Servizi | accoglienza al pubblico, biblioteca, bookshop, didattica, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Collegio Alberoni |
La Galleria Alberoni di Piacenza, allestita nel Collegio Alberoni, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza della collezione d'arte raccolta dal cardinale Giulio Alberoni (1664 - 1752) ed ampliata con donazioni successive.
La Galleria e le Raccolte Scientifiche sono parte integrante del Collegio Alberoni di Piacenza.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale museale si sviluppa in sei sezioni espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XVI al XVIII secolo.
Sezione I - Appartamento del Cardinale
Il cardinale Alberoni, oltre ad avere la sua residenza piacentina nel palazzo presso San Savino, anche presso il Collegio, al piano nobile, si era riservato un piccolo appartamento di tre camere, con attigua cappella privata, all'interno del quale si possono ammirare alcuni preziosi arredi, tra cui si notano:
- Pendola (primo quarto del XVIII secolo), in legno laccato decorata con motivi di cineseria, realizzata a Londra dall'orologiaio George Clarke, probabile dono della principessa polacca Maria Clementina Sobieski (1702 – 1735).
- Scrittoio da viaggio (metà del XVIII secolo), in legno laccato decorato in oro, di bottega cinese.
- Scrivania con stemma del cardinale (metà del XVIII secolo), in legno intarsiato ed impellicciato, di un anonimo ebanista emiliano.
Inoltre, nell'appartamento ospitano alcuni significativi dipinti, fra i quali spiccano:
- Gesù Cristo risorto appare a Maria Vergine (XV secolo), tradizionalmente attribuito a Dirck Bouts.
- Sacra Famiglia con san Giovannino (1490 ca.), attribuita al Maestro dei Putti Bizzarri.
- Madonna con Gesù Bambino (prima metà del XVI secolo), opera della scuola di Jos van Cleve.
- Visione di san Giovanni evangelista a Patmos (prima metà del XVI secolo), di Heni Met de Bles detto il Civetta.
- Madonna con Gesù Bambino (prima metà del XVI secolo), di Vincenzo degli Azani.
- San Pietro apostolo che piange (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuito a Guido Reni.
- Giovinezza e vecchiaia (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuito ad Angelo Caroselli.
- Due dipinti con Ballo della scimmia e Scena pastorale (prima metà del XVII secolo), olio su tela, di Michelangelo Cerquozzi.
- Sogno di san Giuseppe (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela, di Pier Francesco Mola.
- Ritratto di papa Clemente IX (1667 - 1669), olio su tela, di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia.
- Due dipinti con Sant'Anna che insegna a leggere a Maria bambina e San Giuseppe che contempla Gesù Bambino (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, di Luca Giordano.
- Ritratto del cardinale Giulio Alberoni (prima metà del XVIII secolo), olio su tela, di Giovanni Maria delle Piane detto il Mulinaretto.
Sezione II - Pinacoteca
Nella pinacoteca sono conservati preziosi dipinti, tra cui spiccano:
- Ecce Homo detto anche Gesù Cristo alla colonna (1473), olio su tavola, di Antonello da Messina.[1]
- Dittico con Madonna della fontana e Bicchiere di fiori (1510 ca.), olio su tavola, del pittore fiammingo Jan Provost.
- Pala d'altare raffigurante Compianto su Gesù Cristo morto (1526), di Zenone Veronese, probabilmente proveniente dalla Chiesa di San Lazzaro.
- Due dipinti con Decapitazione di san Paolo e Crocifissione di san Pietro apostolo (XVII secolo), opere su rame di di Pietro del Po.
- Ritratto di gentiluomo (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuita ad Andrea Sacchi.[2]
- Due dipinti con Continenza di Scipione e Morte di Marco Giunio Bruto (seconda metà del XVII secolo), di Giovan Battista Lenardi.
- Quattro dipinti con Pollivendola, Fioraia, Venditore di limoni e di cedri e Venditore di meloni (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, del pittore danese Eberhart Keilhaud detto Bernardo Monsù.
- San Francesco d'Assisi in meditazione (secondo - terzo quarto del XVII secolo) di Sebastiano Martinez.
- Probatica piscina (fine XVII - inizio XVIII secolo), di Domenico Maria Viani.
- Cacciata dei mercanti dal Tempio (1725), di Gian Paolo Panini.
- San Turibio de Mogrovejo divide l'acqua di un fiume (post 1726), olio su tela, di Sebastiano Conca.
Sezione III - Argenti
Nella sezione sono esposti pregevoli oggetti liturgici, tra i quali si notano:
- Ostensorio (1761 - 1762), in argento dorato e pietre preziose, realizzato dall'orafo piacentino Angelo Maria Spinazzi, su commissione dei padri Vincenziani, per onorare la memoria del cardinale Giulio Alberoni a dieci anni dalla sua scomparsa.
- Turibolo e navicella portaincenso (1760 ca.), in argento, di Angelo Maria Spinazzi.
- Madonna con Gesù Bambino (inizio XVIII secolo), in argento, opera di un anonimo argentiere napoletano, donata al Collegio da Gian Felice Rossi nel Secondo dopoguerra.
Sezione IV - Sculture e crocifissi
Le sculture conservate nella collezione alberoniana sono soprattutto legate alle pratiche devozionali del cardinale, tra le quali si distinguono:
- Due crocifissi (fine XVI secolo), in bronzo dorato ed ebano, della cerchia del Giambologna.
- Crocifisso (inizio XVII secolo), in avorio.
- Crocifisso (ante 1735), in avorio, legno di pero foderato d'ebano e bronzo dorato.
- Statua di san Lazzaro mendicante (1751), in legno policromo, opera dello scultore fiammingo Jan Geernaert, commissionata dal cardinale per l'altare del santo nella chiesa del Collegio.
Sezione V - Arazzi
Pregevole, per numero e qualità dei pezzi, è la collezione di arazzi lasciata dal cardinale. Si tratta di diciotto capolavori, suddivisi in tre serie diverse:
- Due arazzi con Storie di Priamo (primo quarto del XVI secolo), in lana e seta, di manifattura fiamminga.
- Otto arazzi con Storie di Alessandro Magno (seconda metà del XVII secolo), in lana e seta, di manifattura fiamminga su probabili cartoni di Jacob Jordaens.
- Otto arazzi con Storie di Enea e Didone (1670 ca.), in lana e seta, tessuti dall'arazziere Michel Wauters di Anversa su cartoni di Giovan Francesco Romanelli.
Sezione VI - Paramenti
Eccezionale per quantità e qualità, anche se in gran parte non esposta per esigenze conservative, è la collezione di paramenti sacri conservata al Collegio. In questa sezione se ne può ammirare una scelta significativa, tra i quali si segnalano:
- Pianeta verde (XVIII secolo), in lampasso fondo raso a trame broccate in oro filato e sete policrome con motivi vegetali, di manifattura italiana.
- Tonacella (prima metà del XVIII secolo), ricamata in filato d’oro a racemi vegetali riportato in teletta d'argento, di manifattura italiana.
- Tonacella rossa (prima metà del XVIII secolo), in Gros de Tours in seta con filo d'oro intessuto a racemi vegetali, di manifattura romana.
- Pianeta rossa (metà del XVIII secolo), in Gros de Tours liseré broccato in seta policroma su fondo violaceo con motivo di tralci fioriti, di manifattura francese.
- Pianeta rosa (metà del XVIII secolo), in fondo taffetas, broccature in sete policrome e argento lamellare a tralci fioriti, di manifattura francese.
- Piviale e tonacella (metà del XVIII secolo), in fondo a spina di pesce in argento filato con ricami in oro filato e lamellare a racemi vegetali, di manifattura emiliana.
- Piviale avorio (fine XVIII - inizio XIX secolo), ricamata in filato d’oro a motivi vegetali su fondo in Gros de Tours moirè, di di manifattura italiana.
Galleria fotografica
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Note | |
Bibliografia | |
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