Gerardo Landriani Capitani
Gerardo Landriani Capitani Cardinale | |
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Tomba del cardinale Landriani Capitani nella Basilica di San Francesco alla Rocca a Viterbo | |
Età alla morte | circa 50 anni |
Nascita | Milano 1395 ca. |
Morte | Viterbo 9 ottobre 1445 |
Sepoltura | Basilica di San Francesco alla Rocca, Viterbo |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato vescovo | 15 marzo 1419 da papa Martino V |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
18 dicembre 1439 da Eugenio IV (vedi) |
Cardinale per | 5 anni, 9 mesi e 22 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Gerardo Landriani Capitani (Milano, 1395 ca.; † Viterbo, 9 ottobre 1445) è stato un vescovo e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Milano, alla fine del XIV secolo, da Antonio, feudatario di Landriano dal 1408 e poi attestato come castellano di Melegnano, Abbiategrasso, Vigevano e, probabilmente, Brescia; ebbe almeno due fratelli, Luigi e Pietro, uno di essi fu segretario di Filippo Maria Visconti.
Ottenuto in giovane età un canonicato presso la collegiata della Ss. Trinità di Pavia, studiò diritto civile presso lo Studium Ticinense, dove risulta statutarius nel 1415 all'anno segueente; ottenne gli ordini minori, non aveva ancora concluso l'iter accademico nel 1418, Martino V gli affidò in amministrazione la diocesi di Lodi, vacante per la traslazione di Giacomo Balardi Arrigoni[1], O.P. a Trieste e definitivamente conferitagli l'anno seguente.
Uno dei settori di intervento del presule fu certamente il patrimonio dell'episcopio, compromesso dalle spoliazioni attuate da Bruzio e Bernabò Visconti a vantaggio delle clientele dei Visconti. Nel 1420 dispose l'erezione canonica della chiesa di S. Maria Bianca e dell'ospedale gestito dall'Ordine dei terziari francescani; ai primi anni dell'episcopato del Landriani risalirebbe una visita pastorale della diocesi.
Questo periodo coincise probabilmente con il consolidamento delle relazioni del Landriani con la Curia Romana. Il 22 aprile 1423, infatti, egli figura tra i sette vescovi presenti alla sessione inaugurale del concilio di Pavia; nel 1431 fu tra i diciotto ecclesiastici incaricati dal papa di predisporre la convocazione di un nuovo sinodo; il 14 marzo 1432, infine, fu incorporato al concilio di Basilea, dove operò insieme con un nutrito gruppo di ecclesiastici lombardi.
A Basilea fu iudex causarum e partecipò attivamente ai lavori delle commissioni incaricate di curare la reformacio Ecclesiae. Il 30 dicembre 1432 fu tra i sei rappresentanti del concilio per le trattative con i delegati boemi; il 28 gennaio seguente, con il vescovo di Costanza e col decano di Magonza, fu incaricato di scegliere i messi del sinodo responsabili per trattare la pace con Francia e Italia e due giorni dopo fu incaricato di indagare circa la condotta dei notai affiancati ai giudici conciliari; il 4 maggio gli fu affidata la revisione del decreto sui sinodi provinciali e diocesani e il 10 giugno fu preposto alla riforma del decreto sulle elezioni. Fu investito di delicate missioni diplomatiche finalizzate a guadagnare alla causa della reformatio Ecclesiae il favore delle potenze europee: nel 1432 perorò le posizioni dei padri conciliari presso l'università di Colonia, trattò con i principi renani la pacificazione della Germania e quindi, nel mese di giugno, fu in Inghilterra ottenendo che l'anno dopo due delegazioni del re Enrico VI raggiungessero Basilea. Nel maggio 1434, in concomitanza con l'acuirsi della crisi tra Eugenio IV e il concilio basilese e con l'occupazione dei territori pontifici da parte di Niccolò Piccinino, il Landriani lasciò Basilea, verosimilmente orientandosi più nettamente verso le posizioni del papa.
Il 7 giugno 1435 Eugenio IV gli conferì la cattedra di Tortona, che però rifiutò e che nel 1437 scambiò con Giovanni Barbavara[2], eletto vescovo di Como nel 1436 ma di fatto impossibilitato a prendere possesso della diocesi per l'opposizione di Filippo Maria Visconti. Con l'autorizzazione ducale, il Landriani entrò in Como tra la fine di aprile e i primi di maggio 1437, ma solo sporadicamente risiedette in città.
Quelli dell'episcopato comasco furono anche anni di intensa attività diplomatica per il nostro, che per origine familiare e per la dimestichezza con la corte papale assurse di fatto a interlocutore privilegiato di Filippo Maria Visconti e di Eugenio IV. Il 31 luglio 1436, infatti, Filippo Maria Visconti lo incaricò insieme con Franchino Castiglioni[3] di stipulare un'alleanza con Eugenio IV; nel 1437 il pontefice ne sollecitò la presenza a Roma; lo stesso anno Niccolò Albergati ne chiese la mediazione per propiziare la riappacificazione del duca Visconti con il papa, assicurando il sostegno milanese alla Sede apostolica; il 22 luglio 1439 il Visconti affidò al Landriani - qualificato come consigliere segreto - le delicate trattative di pace con Venezia, Firenze e Genova; il 30 luglio 1444 Filippo Maria lo incaricò di concludere una pace tra il pontefice, Venezia, Genova, Firenze, e Francesco Sforza; il 30 luglio 1445 Eugenio IV e il duca giunsero alla pace attraverso la mediazione del Landriani e di Marcolino Barbavara[4].
I riconoscimenti che scandirono tale intensa attività diplomatica sembrano avvalorare il ruolo del Landriani quale collegamento tra Roma e Milano: nel corso del concilio di Firenze, fu creato cardinale nel concistoro del 18 dicembre 1439 del titolo presbiterale di Santa Maria in Trastevere conferitogli l'8 gennaio seguente. Il 6 luglio 1441 fu nominato dal pontefice legato a latere per la diocesi e provincia di Milano e per tutto il dominio visconteo, qualifica con la quale, peraltro, era già attestato dal marzo 1440.
Conformemente alla pienezza di poteri conferitagli dal pontefice, la sua attività si estese da allora a tutti i livelli delle istituzioni ecclesiastiche del Ducato: ben documentati sono i suoi interventi nel campo della provvista beneficiaria e dell'amministrazione dei patrimoni ecclesiastici, mentre di minore entità sembra essere stata l'azione del Landriani nell'ambito della giurisdizione contenziosa.
Morì il 9 ottobre 1445 a Viterbo, dove fu sepolto nella chiesa di San Francesco.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Amministratore apostolico di Lodi | Successore: | |
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Giacomo Bellardi, O.P. (vescovo) |
13 maggio 1418 - 15 marzo 1419 | se stesso come vescovo |
Predecessore: | Vescovo di Lodi | Successore: | |
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se stesso come amministratore apostolico | 15 marzo 1419 - 6 marzo 1437 | Antonio Bernieri[5] |
Predecessore: | Vescovo di Como | Successore: | |
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Giovanni Barbavara | 6 marzo 1437 - 9 ottobre 1445 | Bernardo Landriani[6] |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere | Successore: | |
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Gabriele Condulmer | 8 gennaio 1440 - 9 ottobre 1445 | Juan de Torquemada, O.P. |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Amministratori apostolici di Lodi
- Vescovi di Lodi
- Vescovi di Como
- Cardinali presbiteri di Santa Maria in Trastevere
- Vescovi italiani del XV secolo
- Italiani del XV secolo
- Vescovi del XV secolo
- Vescovi per nome
- Concistoro 18 dicembre 1439
- Cardinali italiani del XV secolo
- Cardinali del XV secolo
- Cardinali per nome
- Cardinali creati da Eugenio IV
- Biografie
- Vescovi italiani
- Cardinali italiani
- Nati nel XV secolo
- Morti nel 1445
- Morti il 9 ottobre