Filippo Maria Visconti
Filippo Maria Visconti Arcivescovo | |
---|---|
Filippo Maria Visconti, ritratto da Paolo Borroni | |
Nascita | Massino Visconti [1] 1720 |
Morte | Lione 30 dicembre 1801 |
Sepoltura | navata nord del Duomo di Milano |
Appartenenza | Arcidiocesi di Milano |
Ordinazione presbiterale | 31 maggio 1749 |
Nominato arcivescovo | 25 giugno 1784 |
Consacrazione vescovile | 27 giugno 1784 dal card. Antonio Eugenio Visconti |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su catholic-hierarchy.org |
Filippo Maria Visconti (Massino Visconti [1], 1720; † Lione, 30 dicembre 1801) è stato un arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Biografia
Filippo Maria Visconti nacque il 19 agosto 1721 a Massino Visconti, un villaggio vicino al lago Maggiore, possedimento originario del casato dei Visconti, nobile famiglia del Ducato di Milano al quale Filippo Maria apparteneva. Era imparentato con Federico Visconti, cardinale presbitero di Sant'Alessio e Arcivescovo di Milano dal 1681 al 1693. Filippo Maria conseguì il dottorato in Teologia e fu inizialmente ordinato diacono il 5 aprile 1749 per essere ordinato sacerdote il successivo 31 maggio. Prestò servizio come sacerdote diocesano di Milano, prima come canonico della Basilica di San Lorenzo, e poi come canonico del grande capitolo del Duomo di Milano, del quale, nel 1783, fu eletto rettore. In forza di questo ufficio amministrò temporaneamente la diocesi di Milano, dopo la morte dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli a fine aprile del 1783.
Ministero episcopale
Dal 1780, Giuseppe II imperatore del Sacro Romano Impero, governava anche le terre del Ducato di Milano. Egli intraprese riforme vigorose e impopolari al fine di rendere la Chiesa cattolica nel suo impero, uno strumento dello stato indipendente dal papato.
Dopo la morte di monsignor Giuseppe Pozzobonelli, Giuseppe II decise di rompere con la tradizione secolare e di scegliere direttamente il nuovo arcivescovo. Il 1º settembre 1783 nominò come nuovo arcivescovo di Milano, l'amministratore provvisorio della diocesi, Filippo Maria Visconti. Il papa inizialmente respinse tale decisione, ma incapace di far valere la sua autorità, il 25 giugno 1784 nominò formalmente il Visconti che fu consacrato il 27 giugno successivo a Roma per mano del cardinale Antonio Eugenio Visconti Cardinal presbitero di Santa Croce in Gerusalemme assistito da Girolamo Volpi arcivescovo titolare di Neocesarea del Ponto e Francesco Saverio Cristiani O.E.S.A. vescovo titolare di Porfireone. Il nuovo arcivescovo, a Milano, giurò fedeltà a Giuseppe II e non fu mai creato cardinale.
Visconti, non fu mai in grado di opporsi ai comandi delle riforme religiose di Giuseppe II: in particolare accettò l'esproprio del possesso della Valsolda [2] e del Collegio Elvetico[3] che apparteneva alla Diocesi di Milano, la chiusura dei seminari storici fondati da San Carlo Borromeo con l'apertura di un unico seminario a Pavia sotto il controllo del governo e vicino alle posizioni gianseniste, la riduzione delle parrocchie (25 dicembre 1787) dei monasteri e delle confraternite, la nuova legge sui matrimoni celebrati in base al diritto dello Stato e l'ampia riduzione della giurisdizione dei tribunali ecclesiastici.
Con la morte di Giuseppe II nel 1790, la situazione della Chiesa di Milano lentamente migliorò, i seminari furono ristabiliti e il Visconti pubblicò di nuovo il Messale Ambrosiano ed emanò un nuovo testo di dottrina cristiana.
Nel 1793 ordinò al clero di vendere gli oggetti religiosi, anche di valore, al fine di sostenere la prima coalizione contro Napoleone. Il Bonaparte, invece, sconfisse gli austriaci e il 15 maggio 1796 entrò a Milano, fondando la Repubblica Transpadana[4] e requisì le proprietà ecclesiastiche. La popolazione reagì con rivolte, in particolare a Binasco[5] e Pavia, e Visconti, per compiacere il nuovo sovrano, cercò di calmare i fermenti e ordinò preghiere in tutte le chiese a favore dell'esercito della Prima Repubblica francese. La situazione della chiesa milanese, tuttavia, versava sempre peggio a causa degli ordinamenti anticlericali della nuova Repubblica Cisalpina appena creata, come ad esempio l'esclusione del vescovo dalle nomine dei parroci, il divieto di cortei per le strade, la copertura di immagini religiose sulle pareti delle case, la soppressione della maggior parte dei capitoli e di molti ordini religiosi.
Una breve pausa si verificò tra il 1799 e il 1800 quando gli austriaci tornarono a Milano per qualche mese: Visconti fu favorevole apertamente al cambio di governo che revocò alcune delle misure anticlericali. Tuttavia Napoleone rientrò a Milano il 2 giugno 1800 e il Visconti fuggì temporalmente a Padova. Tornato a Milano nel novembre del 1800, si mise a disposizione della Repubblica Cisalpina, che ripristinò le sue regole repressive contro la Chiesa e contro il sentimento religioso della popolazione.
A novembre del 1801 fu invitato da Charles Maurice de Talleyrand-Périgord[6] a Lione per partecipare alla fondazione della Repubblica italiana napoleonica.
In quella sede, il 30 dicembre 1801, Filippo Maria Visconti morì mentre partecipava ad un banchetto formale, e le sue spoglie furono tradotte a Milano e sepolte nella navata nord del Duomo di Milano.
Genealogia episcopale
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Arcivescovo Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Antonio Eugenio Visconti
Successione degli incarichi
Predecessore: | Nunzio apostolico per il Regno d'Inghilterra | Successore: | |
---|---|---|---|
? | ? - 1783 | ? |
Predecessore: | Arcivescovo di Milano | Successore: | |
---|---|---|---|
Giuseppe Pozzobonelli | 1783-1801 | Giovan Battista Caprara |
Note | |
| |
Bibliografia | |