Juan de Torquemada
Juan de Torquemada, O.P. Cardinale | |
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Santa Maria sopra Minerva (Roma), Monument funerario per Cardinale Juan de Torquemada | |
Età alla morte | 80 anni |
Nascita | Valladolid 1388 |
Morte | Roma 26 settembre 1468 |
Sepoltura | Basilica di Santa Maria sopra Minerva (Roma) |
Ordinazione presbiterale | 1463 da papa Pio II |
Nominato vescovo | 27 luglio 1440 da papa Eugenio IV |
Creato Cardinale |
18 dicembre 1439 da Eugenio IV (vedi) |
Cardinale per | 28 anni, 9 mesi e 8 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Juan de Torquemada, Giovanni di Torrecremata (Valladolid, 1388; † Roma, 26 settembre 1468), è stato un vescovo, cardinale e teologo spagnolo.
Cenni biografici
Nacque nel 1388 a Torquemada nella diocesi di Palencia Spagna. Dell'influente famiglia Tovar, da Álvar Fernández de Torquemada, regidor di Valladolid. Zio del primo Grande Inquisitore di Spagna Tomás de Torquemada, O.P. Il suo cognome è anche elencato come Turrecremata. Fu chiamato Cardinale di San Sisto.
Formazione e attività
In tenera età entrò a far parte dell'Ordine Domenicano, e ben presto si distinse per cultura e devozione. Nel 1415 accompagnò il generale del suo ordine al concilio di Costanza. In seguito proseguì gli studi all'università di Parigi dove ottenne il dottorato in teologia nel 1423. Dopo aver insegnato per qualche tempo a Parigi, divenne priore della casa domenicana a Valladolid, e poi a Toledo.
Torquemada partecipò al concilio di Basilea come rappresentante del generale del suo ordine e del re di Castiglia. Al concilio di Basilea fu uno dei più abili sostenitori del punto di vista di papa Eugenio IV e della curia romana. Il presidente del concilio, il cardinale legato Giuliano Cesarini, lo incaricò di riassumere gli argomenti a sostegno della suprema autorità dei papi, che espose in un trattato. Membro di diverse commissioni, preparò anche altri pareri, come quello sulla simonia o quello che valuta favorevolmente le rivelazioni di Santa Brigida di Svezia. In una sintesi delle opinioni contro la proclamazione dell'Immacolata Concezione di Maria, egli concluse, con un centinaio di altri prestigiosi maestri, che è più pio credere che la Beata Vergine Madre di Dio sia stata concepita con il peccato originale.
Dimostrate le sue grandi abilità nel sostenere il primato petrino acquisì grande prestigio presso la curia romana e fu insignito della carica di Maestro del Sacro Palazzo nel 1435 e successivamente del cappello cardinalizio nel concistoro del 18 dicembre 1439.
Nell'ottobre del 1438 entrò a far parte della delegazione pontificia, di cui faceva parte Nicola Cusano, futuro cardinale, inviata alla seconda dieta di Norimberga con lo scopo di convincere i principi tedeschi a riconoscere la nuova sede del concilio di Ferrara; nel suo discorso alla dieta, padre Torquemada confutava le pretese dell'assemblea di Basilea e difendeva la pienezza del potere papale, anche quando si opponeva ai concili generali; fu concesso alla delegazione pontificia di celebrare, pochi mesi dopo, una nuova riunione a Magonza con i rappresentanti di Basilea, di papa Eugenio IV, dei principi tedeschi, di Francia e di Castiglia; Padre Torquemada difese la posizione del papa, il quale, affermò, non aveva spostato il concilio per sfuggire alla riforma ma per evitare lo scisma e per facilitare l'unione con i greci che preferivano riunirsi in una città italiana.
Partecipò al concilio di Firenze, parlando di questioni teologiche che coinvolgevano le Chiese orientali e difendevano il primato papale in un dibattito con il cardinale Giuliano Cesarini. Lavorò anche per conto di papa Eugenio nelle missioni in Germania e in Francia, per chiedere al re francese e ai principi tedeschi di rinunciare al sostegno del concilio di Basilea senza successo, prima di stabilirsi nella Curia Romana. Come cardinale di San Sisto, Torquemada sostenne la politica delle crociate per contenere l'espansione dei turchi ottomani.
Nel 1449 a Toledo, una legge fiscale impopolare, causò un'insurrezione contro un governo debole, durante la quale una folla bruciò la casa di un nuovo esattore cristiano[1]. Una fazione guidata da un certo Pedro Sarmiento impose una legge che privava i conversos degli incarichi governativi e ecclesiastici e li squalificava dal testimoniare nei procedimenti legali. Lo status giuridico dei conversos è stato quindi messo in discussione. La disputa si diffuse al di fuori della Castiglia e giunse all'attenzione di papa Niccolò V. Su sollecitazione di Torquemada, il Papa emise una bolla che condannava la discriminazione contro i conversos; scomunicò Sarmiento e alcuni dei suoi seguaci. Nel 1450 Torquemada pubblicò un trattato – un attacco teologico acuto e implacabile – in cui etichettava Sarmiento e i suoi seguaci come Madianiti e Ismaeliti, i nemici biblici del popolo israelita, paragonandoli al malvagio persecutore Haman. La difesa dei marrani da parte di Torquemada ebbe successo a Roma, ma non in Castiglia.
Torquemada è stato descritto come il più eloquente apologeta papale del XV secolo. La supremazia del papato medievale fu contestata sia dagli hussiti che dai conciliaristi[2]. Il Concilio di Basilea aveva tentato di deporre papa Eugenio IV. Torquemada attaccò entrambe queste posizioni nella sua Summa de ecclesia pubblicata nel 1453.
Torquemada promosse la riforma delle case religiose del suo ordine e dei monasteri. Nel 1456 il nuovo papa Callisto III, gli conferì, in commenda, l'incarico di abate del monastero di Santa Scolastica a Subiaco. Questa connessione può spiegare il suo interesse per l'importazione della stampa a Roma. Il cardinale scrisse molto a favore del primato papale.
Cardinalato
Torquemada divenne cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere, poi cardinale vescovo di Palestrina e infine cardinale vescovo di Sabina. Partecipò a quattro elezioni papali, esprimendo il voto decisivo nell'elezione di papa Niccolò V.
Morì a Roma nel 1468 e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Juan de Carvajal
- Papa Pio II
- Cardinale Juan de Torquemada, O.P.
Opere principali
- Summa de Ecclesia (che gli meritò il titolo di defensor fidei)[3]
- Meditationes J. de T. positae et depictae de ipsius mandato in ecclesiae ambitu S.M. de Minerva
- Expositio brevis et utilis super toto psalterio
- Tractatus de aqua benedicta
- Quaestiones spirituali convivii delicias praeferentes supe Evangeliis tam de tempore quam Sanctis
- Commentarii in decretum Gratiani[4]
- Tractatus de veritate conceptionis Beatissimae Virginis pro facienda relatione coram Patribus Concilii Basileensisi a.D. 1437, Romae 1547. Trattato contro l'Immacolata Concezione.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Maestro del Sacro Palazzo Apostolico | Successore: | |
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Giovanni di Costantinopoli, O.P. | 4 marzo 1435 - 18 dicembre 1439 | Heinrich Kalteisen, O.P. |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Sisto | Successore: | |
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Juan Casanova, O.P. | 8 gennaio 1440 - settembre 1446 | Pietro Riario, O.F.M. Conv. |
Predecessore: | Vescovo di Cadice ed Algeciras | Successore: | |
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Juan González[5] | 27 luglio 1440 - 11 luglio 1442 | Gonzalo Venegas[6] |
Predecessore: | Vescovo di Orense | Successore: | |
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Diego Rapado[7] | 11 luglio 1442 - 10 novembre 1445 | García Martínez de Baamonde[8] | I |
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Pedro Silva y Tenorio[9], O.P. | 26 gennaio 1463 - 8 giugno 1466 | Alonso López de Valladolid[10], O.P. | II |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere | Successore: | |
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Gerardo Landriani Capitani | settembre 1446 - 8 aprile 1460 | Amico Agnifili |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Pietro Barbo | 7 ottobre 1446 - 7 ottobre 1447 | Giorgio Fieschi |
Predecessore: | Abate commendatario di Subiaco | Successore: | |
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Guglielmo II di Subiaco | 16 gennaio 1456 - 26 settembre 1468 | Pietro Barbo |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Palestrina | Successore: | |
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Giorgio Fieschi | 8 aprile 1460 - 5 maggio 1463 | Alain de Coëtivy |
Predecessore: | Amministratore apostolico di León | Successore: | |
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Fortún Velázquez de Cuéllar[11] (vescovo) |
31 luglio 1460 - 26 gennaio 1463 | Antonio Jacopo Venier (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Sabina | Successore: | |
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Isidoro di Kiev | 5 maggio 1463 - 26 settembre 1468 | Basilio Bessarione |
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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