Giovanni Lorenzo Cattani
Giovanni Lorenzo Cattani, O.S.A. Presbitero | |
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al secolo Jacopo | |
Frontespizio del libretto dell'opera Quinto Lucrezio Proscritto | |
Età alla morte | 71 anni |
Nascita | Colonnata 1642 |
Morte | Pisa 1713 |
Ordinazione presbiterale | Livorno, XVII secolo |
Giovanni Lorenzo Cattani, al secolo Jacopo (Colonnata, 1642; † Pisa, 1713) è stato un presbitero, compositore di musica sacra e profana, organista e frate agostiniano italiano.
Notizie biografiche
Proveniva da una buona famiglia di Colonnata, cittadina nei pressi di Carrara; fra i suoi antenati contava personaggi che avevano dato lustro alla cultura e alla vita pubblica, come Danese Cattaneo[1] e il di lui figlio Perseo[2]; dai genitori aveva ereditato beni e terreni e una buona condizione economica[3].
Vestì l'abito agostiniano nel convento di Pietrasanta[4], ma dopo due anni di noviziato si trasferì a Livorno, nel convento di san Giovanni Battista[5], dove fece la professione religiosa e fu ordinato sacerdote.
Da Livorno si spostò a Pisa, dove trascorse la maggior parte della sua vita ricoprendo diversi incarichi, sia per il proprio ordine, sia nel campo musicale. Fu nominato secondo organista del Duomo nel 1664 e nel 1668 si trasferì come primo organista alla chiesa conventuale dei cavalieri di S. Stefano; successivamente, a partire dal 1670[6] ne divenne maestro di cappella, incarico che ricoprì per tutta la vita. L'attività presso i Cavalieri di Pisa consistette anche nell'insegnamento della musica ai figli delle famiglie notabili della città, con risultati proficui che gli procurarono ottimi rapporti[7]: di lui si disse che Maestro di cappella dei cavalieri di Pisa (ove dimorò abitualmente) assai dotto sì nel suonare come nel comporre, ha fatto di buoni allievi tanto nel canto quanto nel suono[8]. Ma soprattutto, i risultati significativi degli anni di Cattani in questa chiesa furono il progressivo aumento del numero dei coristi (fino a nove) e degli strumentisti, con l'arrivo di illustri nomi come i violinisti Costantino Clari e Francesco Ciampi, e con l'istruzione di allievi divenuti poi famosi come il cantante castrato Giuseppe Petrilli.
Nel frattempo egli coltivava lo studio e la composizione di musica sacra, e la sua fama crescente lo portava a prendere parte anche a eventi musicali che si svolgevano in altri edifici ecclesiastici della provincia di Pisa e nelle città vicine.
Inoltre, il suo interesse non si limitò alla musica da chiesa, ma si dedicò anche a quei generi profani che a quei tempi erano i più vivaci e innovativi, cioè l'opera e la sinfonia.
Fu attivo nel teatro probabilmente dal 1679 quando per festeggiare la presenza a Pisa del Granduca nel periodo di carnevale furono messi in scena gli spettacoli dell'accademia dei Lunatici. Di sicuro, dal 1681 Cattani fu spesso chiamato a celebrare eventi in onore dei Medici, e scrisse per i teatri fiorentini sia opere serie e opere buffe. Nel 1682 fu rappresentato Il Conte di Castro, che riscosse un notevole apprezzamento, tanto da valergli la nomina alla prestigiosa posizione di maestro di cappella del granduca di Toscana Cosimo III de' Medici[9].
Nel 1690 compose anche oratori, eseguiti da numerosi confraternite fiorentine. Tutto questo non lo distrasse dai suoi doveri verso la vita ecclesiastica che aveva scelto e verso i suoi confratelli agostiniani, i quali lo elessero priore del convento e nel 1695 lo nominarono provinciale.
Per un breve periodo, nel 1708, tornò come organista alla chiesa livornese di san Giovanni Battista dove aveva fatto la professione solenne; ma ben presto tornò a Pisa a ricoprire gli incarichi precedenti. Morì nel 1713 con sentimento grande dei suoi scolari e con duolo dei Sigg. Cavalieri, stante la perdita di sì grand’huomo[10]: lasciò per testamento tutti i preziosi doni che aveva ricevuto in vita per i suoi buoni uffici al convento di Livorno.
Opere
Musica sacra vocale
Si tratta di opere rimaste in manoscritto presso la chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano a Pisa: Cattani aveva infatti un contratto preciso con l’obbligo di comporre ogni anno una messa o un vespro, che divenivano proprietà dell’Ordine.
- Dominica in Palmis col Passio del Venerdì, a quattro voci col basso continuo;
- Mottetto per quattro voci ed organo;
- Introitus, per quattro voci, violino e basso continuo;
- Inni a quattro e a cinque voci con basso continuo e strumenti;
- Responsorio di Natale a quattro voci con basso continuo e strumenti;
- Messe, tutte andate perdute.
Oratori
Purtroppo tutti gli oratori, composti per le confraternite fiorentine, sono andati perduti:
- Il legislatore ebreo;
- Santa Geneviefa, su testo di Giuseppe Gaetano Moniglia, Firenze, 1689;
- Gerusalemme destrutta da Tito, su testo di Antonio Fineschi Radda, Firenze, 1691;
- Il sacrificio di Jefte, Firenze, 1693.
Opere liriche
Anche le partiture delle opere liriche sono state perdute; furono composte su testo di uno stimato librettista dell'epoca, Giuseppe Gaetano Moniglia:
- Quinto Lucrezio proscritto, 12 novembre 1681;
- Il Conte di Cutro, 12 novembre 1682;
- Il pellegrino, 1685;
- Gneo Marzio Coriolano, 25 maggio 1686;
- La pietà di Sabina, composta prima del 1689 e probabilmente rimasta incompiuta;
- Intermedio.
Musica strumentale
Estratto dal libretto del Quinto Lucrezio Proscritto
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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