Giuseppe Calvi
Servo di Dio Giuseppe Calvi, O.S.I. Presbitero | |
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Servo di Dio | |
Fotografia di P. Giuseppe Calvi osj | |
Età alla morte | 42 anni |
Nascita | Cortemilia 1º maggio 1901 |
Morte | Lapa, Stato del Paraná, in Brasile 26 settembre 1943 |
Ordinazione presbiterale | 1926 |
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Servo di Dio Giuseppe Calvi (Cortemilia, 1º maggio 1901; † Lapa, Stato del Paraná, in Brasile, 26 settembre 1943) è stato un religioso, presbitero e missionario italiano in Brasile; missionario degli Oblati di San Giuseppe [1].
Biografia
Nacque tra le colline del Piemonte meridionale, ottavo figlio di Giovanni, di professione carrettiere, e di Maddalena Listrino, donna di casa. Nell'agosto 1914, a tredici anni di età, entrò nel Seminario degli Oblati di San Giuseppe a Asti. Il 1º ottobre 1919 emise i voti religiosi nella Congregazione degli Oblati.
Fu ordinato presbitero il 29 maggio 1926 nella cattedrale di Asti.
Il 16 settembre seguente partì insieme a altri quattro missionari per il Brasile, dove iniziò il suo servizio lavorando nell'Abrigo de Minores di Curitiba, nello Stato del Paraná. Nel gennaio del 1928 fu ricoverato in gravi condizioni al sanatorio di Säo Sebastiäo di Lapa (Paraná), affetto da tubercolosi. Vi restò in un primo tempo fino al 22 aprile 1929; da quella data fino al febbraio 1933 passò la sua convalescenza lavorando nella Chiesa di Nostra Signora del Rosario a Paranagua, il porto del Paraná sull'Atlantico.
Dal febbraio 1933 al gennaio 1936 lavorò nella periferia sud di Cutitiba presso la Chiesa del Sacro Cuore, ad Agua Verde.
Il 24 gennaio dello stesso anno fu nuovamente ricoverato nel sanatorio Säo Sebastiäo di Lapa e, quale giovane missionario malato di tubercolosi, fu nominato cappellano del sanatorio, dove svolse lodevoli attività di conforto per gli altri ammalati.
Trascorse nel sanatorio gli ultimi sette anni della sua vita; vi istituì le associazioni dell'Apostolato della preghiera e dell'Apostolato della sofferenza; vi fondò un giornalino mensile che circolava anche al dì fuori del sanatorio, nel quale firmava i suoi articoli definendosi "un sacerdote tubercolitico". Si dedicava senza risparmio, nonostante la tubercolosi, all'assistenza religiosa dei malati del sanatorio; in esso avveniva mediamente un decesso a settimana. Ottenne tra gli infermi, amati come fratelli, diverse conversioni e il ritorno di molti ai Sacramenti.
Lasciò traccia del suo itinerario spirituale in tredici quaderni di appunti, gli ultimi scritti in sanatorio.
Morì il 26 settembre 1943 nel sanatorio dove viveva ed esercitava il ministero per le complicanze polmonari della tubercolosi che in quel tempo, prima dell'era antibiotica, non poteva essere efficacemente trattata. Aveva 42 anni di età.
Culto
La sua fama di santità si diffuse immediatamente. Furono i malati più giovani del sanatorio di Lapa ad esclamare "È morto Padre Giuseppe il santo".
Fu sepolto il 27 settembre a Curitiba, nel cimitero di Agua Verde, con una grande partecipazione di fedeli.
Attualmente è Servo di Dio, dichiarato tale con il decreto del processo diocesano per la causa di canonizzazione, iniziato il 9 novembre2007 presso l'arcidiocesi di Curitiba.[2][3].
Opere
- Ti adoriamo Ostia Santa, 1918
- Per la Santa Comunione, 1919
- Animo forte, 1922
- I profeti che ispirati da Dio, 1922-1923
- Andiamo da Giuseppe, 1923
- Grande Carità, 1924
- Miscellanea, 1926
- Patrona Sanctitatis, 1926
- Pater in Manus Tuas, 1937
- L'immortalità dell'anima, 1941
- Calendario, 1941
- Domenica 24 novembre, 1934-1941
- Domenica XXIV dopo la Pentecoste, 1942
Fasi di Canonizzazione nella Chiesa Cattolica |
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Servo di Dio → Venerabile → Beato → Santo |
Note | |
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