Gonzalo Gudiel
Gonzalo Gudiel Cardinale | |
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Età alla morte | ca. 61 anni |
Nascita | Toledo 1238 o 1239 |
Morte | Roma 7 novembre 1299 |
Sepoltura | Cattedrale di Toledo davanti all'altare di Santa María la Blanca. |
Nominato vescovo | 1272 |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Elevazione ad Arcivescovo | 3 maggio 1280 papa Niccolò III |
Creato Cardinale |
4 dicembre 1298 da Bonifacio VIII (vedi) |
Cardinale per | 11 mesi e 3 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Gonzalo Gudiel anche Gonzalo Pétrez Gudiel o Gonzalo Pérez (Toledo, 1238 o 1239; † Roma, 7 novembre 1299) è stato un cardinale e arcivescovo spagnolo.
Cenni biografici
Nacque intorno al 1240, terzogenito del nobiluomo mozarabico Pedro Juanes, sindaco della città di Toledo nel Regno di Castiglia e León, e di Teresa Juanes Ponce, anch'essa di importante famiglia.
Formazione e ministero sacerdotale
Mentre imparava le prime lettere in qualche scuola della città, probabilmente legata a qualche parrocchia mozarabica, si risvegliò in lui la vocazione religiosa. In molte scuole i bambini delle famiglie mozarabiche imparavano la grammatica araba, parlata in famiglia. Più tardi imparò la grammatica latina. Oltre a questo, conosceva la lingua della strada, che era il romanzo castigliano, che non sarebbe salito al rango di lingua letteraria fino a pochi anni dopo, con re Alfonso X di Castiglia.
Gonzalo fu scelto insieme ad altri chierici per far parte della famiglia dell'infante Sancho di Castiglia, figlio di Ferdinando III, quando l'infante divenne arcivescovo di Toledo, inviò il giovane a completare gli studi a Parigi nel 1251. Con l'appoggio del giovane principe arcivescovo ottenne un canonicato a Toledo prima del 1255, le cui entrate servirono sicuramente a pagare i suoi studi a Parigi, dove studiò arti o filosofia fino a divenire magister artium.
Nel 1260 divenne rettore dell'università di Padova, primo giurista a ricoprire questa carica. Dopo un soggiorno a Roma, tornò in Castiglia per diventare prima canonico della cattedrale di Burgos e poi decano del capitolo della cattedrale di Toledo.
Ministero episcopale
Nel 1272 fu nominato vescovo di Cuenca e nel settembre del 1275 vescovo di Burgos. Dalla seconda metà del 1277 fu assente non solo da Burgos, ma anche dalla Castiglia, risiedendo presso la corte romana. Questo soggiorno è legato all'elezione di Fernando Rodríguez de Covarrubias[1] come arcivescovo di Toledo, fatta all'inizio del 1276 su proposta reale. Fernando Rodríguez era stato anche notaio del re e, quindi, collega di Gonzalo Pétrez. L'eletto di Toledo rimase per cinque anni in tale veste, senza che la curia romana lo confermasse e gli concedesse il pallio arcivescovile. Ci deve essere stato qualche serio impedimento canonico, di cui Gonzalo potrebbe essersi fatto portavoce. Fernando de Covarrubias si dimise dall'arcivescovado di Toledo e Gonzalo fu trasferito a Toledo dal papa nel 1280.
Ma Gonzalo non tornò subito a Toledo, rimanendo presso la curia romana per altri quattro anni. Nel 1285, rientrato in sede, fu nominato primate di Spagna.
Come arcivescovo di Toledo fu promotore di un piano per riformare il clero urbano di Toledo. Nella città c'erano ventisei parrocchie, venti di rito latino e sei di rito mozarabico. In ognuna di esse erano stati creati benefici ecclesiastici per il sostentamento del clero. I redditi dei parroci erano molto disparati e c'era disagio tra loro per questo motivo. L'arcivescovo intervenne in materia e nel 1285 emanò un'ordinanza, che partiva dal rispetto dei diritti acquisiti, ma che alla lunga consisteva nel diminuire le disparità, attraverso l'utilizzo dei benefici vacanti a favore delle parrocchie più povere.
L'ordinanza conteneva anche un mandato categorico al clero mozarabico di aderire ai loro riti peculiari nelle celebrazioni e di educare i candidati secondo le proprie norme nelle scuole. Ciò permise il recupero della liturgia mozarabica e alla riattivazione dei codici liturgici visigoti, le cui ultime copie risalgono a quel periodo.
Cardinalato
La morte del suo amico Sancho IV nel 1295 creò instabilità nella vita politica del Regno. Accusato di aver nominato fra Munio Zamora[2], O.P. come vescovo diella diocesi di Palencia in condizioni di mancanza di libertà, dovette recarsi presso la curia romana per rendere conto della sua condotta. Ma non solo dimostrò la sua innocenza, ma nel concistoro del 4 dicembre 1298 fu creato cardinale vescovo da papa Bonifacio VIII della sede suburbicaria di Albano.
Morte
Morì a Roma il 7 novembre 1299 e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore in un bellissimo cenotafio gotico di Giovanni de Cosma, di influenza bizantina. Nel 1303 i suoi resti furono portati a Toledo dall'arcidiacono Ferrant Martínez e riposano davanti all'altare del coro della cattedrale toledana.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Cuenca | Successore: | |
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Pedro Laurencio[3] | 1272-1275 | Gonzalo Diego Palomeque[4] |
Predecessore: | Vescovo di Burgos | Successore: | |
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Juan Villahoz[5] | 1275-1280 | Fernando Covarrubias[6], O.F.M. |
Predecessore: | Arcivescovo di Toledo | Successore: | |
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Fernando Rodríguez de Covarrubia 1276-1280 |
1280-1298 | Gonzalo Diego Palomeque |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | |
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Bérard de Got 1294-1297 |
1298 - 1299 | Leonardo Patrasso 1300-1311 |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Cardinali vescovi di Albano
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