Dottrina sociale della Chiesa
La dottrina sociale è il frutto della riflessione della Chiesa cattolica sulle realtà dell'esistenza dell'uomo nella società.
Suo scopo è interpretare tali realtà, indicandone la conformità o meno al messaggio evangelico, per orientare il comportamento dei singoli e della società stessa.
La dottrina sociale della Chiesa appartiene al campo della Teologia, e in particolare della Teologia morale[1].
Storia
La dottrina sociale non è stata pensata da principio come un sistema organico, ma si è formata nel corso del tempo, attraverso numerosi interventi del Magistero, soprattutto le famose encicliche sociali dei Pontefici, fra cui la Rerum Novarum (1891) di Leone XIII, Quadragesimo Anno (1931) di Pio XI, Mater et Magistra (1961) di Giovanni XXIII, Octogesima Adveniens (1971) di Paolo VI, Laborem Exercens (1981), e Centesimus Annus (1991) di Giovanni Paolo II, tutte scritte in anniversari decennali della prima.
A queste si aggiunge la Caritas in Veritate (2009) di papa Benedetto XVI, scritta in occasione del quarantesimo anniversario della pubblicazione della Populorum Progressio.
Questi documenti pontifici sono il frutto non solo del Magistero della Chiesa, ma anche del dibattito e degli studi di preti e laici cattolici.
Anche se i documenti indicati qui sopra sono dell'ultimo secolo, o poco più, l'insegnamento sociale della Chiesa è stato una preoccupazione costante fin dall'epoca dei Padri della Chiesa e poi del Medioevo (si pensi per esempio alla proibizione dell'usura e alla creazione dei Monti di pietà).
I principali documenti del Magistero che hanno plasmato la Dottrina sociale della Chiesa sono i seguenti:
Anno | Autore | Titolo | Argomento |
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1891 | Leone XIII | Rerum Novarum | Respinge il socialismo in quanto esso rifiuta la proprietà privata, che è invece necessaria per la persona e la famiglia, e per la lotta di classe; sostiene giuste rivendicazioni proletarie; sussidarietà dell'intervento statale; diritto all'associazione sindacale; salario che assicuri giusto sostentamento |
1931 | Pio XI | Quadragesimo Anno | Contro i totalitarismi, indica i limiti dell'intervento statale introducendo il principio di sussidarietà; si propugna un salario familiare |
1941 | Pio XII | Discorso di Pentecoste | Tutti gli uomini devono poter usare i beni della terra |
1961 | Giovanni XXIII | Mater et Magistra | L'iniziativa privata è diritto del singolo; la proprietà privata è in funzione sociale; si inizia a sottolineare il divario Nord-Sud del mondo |
1963 | Giovanni XXIII | Pacem in Terris | Diritti dell'uomo e della donna; proprietà privata con intrinseca funzione sociale; sussidarietà dei pubblici poteri; collaborazione politica |
1965 | Concilio Vaticano II | Gaudium et Spes | |
1967 | Paolo VI | Populorum Progressio | Crescono squilibri e messianismi; proprietà privata non diritto assoluto; sussidarietà della pianificazione; tentazione materialista-atea |
1971 | Paolo VI | Octogesima Adveniens | Distingue diversi socialismi; aspirazione a società economicamente più giusta; azione politica rivoluzionaria discutibile; ideologia materialistica inammissibile |
1981 | Giovanni Paolo II | Laborem Exercens | Sul significato del lavoro umano |
1987 | Giovanni Paolo II | Sollicitudo Rei Socialis | Nel ventesimo anniversario della Populorum Progressio |
1991 | Giovanni Paolo II | Centesimus Annus | Nel centenario della Rerum Novarum |
1995 | Giovanni Paolo II | Evangelium Vitae | Grandezza e dignità della vita umana, minacciata sia dall'uso sconsiderato delle nuove tecniche di manipolazione genetica, che dalle stesse legislazioni civili, quando permettono crimini contro di essa |
2009 | Benedetto XVI | Caritas in Veritate | Nel quarantesimo anniversario della Populorum Progressio |
È significativo anche il Terzo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo edito dall'Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa nel 2011[2].
Natura
La Dottrina sociale della Chiesa ha come sua fonte la Rivelazione biblica e la Tradizione della Chiesa, in particolare il disegno di Dio sul creato e sull'uomo.
Per poter proporre queste verità anche agli altri membri della società, che non sono necessariamente credenti, essa deve però argomentare con la ragione (illuminata dalla fede). Per questo motivo la Dottrina sociale si avvale anche della filosofia e delle scienze umane e sociali.
Oggetto
Gli argomenti principali della dottrina sociale cristiana sono:
- la persona umana, in quanto creatura di Dio, dotata di dignità spirituale e soprannaturale, fine ultimo dell'ordine economico, sociale, politico. L'uomo ha diritto alla vita religiosa, al lavoro, alla famiglia, all'uso dei beni materiali, alla proprietà, al giusto salario, alla libertà, alla partecipazione alla vita dello Stato, all'istruzione, alla collaborazione nella produzione della ricchezza;
- la famiglia, cellula vitale e originaria della società, titolare di diritti inalienabili (quale l'educazione dei figli) e doveri propri;
- il lavoro, che va visto, come richiama Giovanni Paolo II, sia nel suo aspetto oggettivo, di trasformazione del mondo, e di onesto sostentamento per il lavoratore e la sua famiglia, sia nel suo aspetto soggettivo, di azione che fa crescere la persona e ne manifesta la dignità;
- l'economia, sempre intesa a servizio dell'uomo, pur nell'autonomia dei suoi meccanismi e le sue leggi;
- la politica, perché l'uomo ha il diritto e il dovere di contribuire a creare una società organizzata, dove è garantita la convivenza civile, le giuste libertà individuali e sociali e la giustizia, nel perseguimento del bene comune.
Principi
I principi su cui si fonda la Dottrina sociale della Chiesa sono i seguenti:
- Principio personalista: la dignità della persona umana, che attinge il fondamento ultimo nel suo essere creata ad immagine di Dio, è l'origine di tutti gli altri principi della Dottrina sociale. I diritti umani sono anch'essi fondati sulla dignità della persona.
- Principio del Bene Comune: la società ed ogni singolo devono agire in vista del Bene Comune e non di un proprio bene particolare, o del bene di un gruppo. Anche questo principio deriva dalla infinita dignità della persona umana, in quanto non si può sacrificare il diritto di una persona per quello di un'altra o della collettività. Da questo principio deriva anche la destinazione universale dei beni.
- Principio di Sussidiarietà: lo Stato, e in generale le società di ordine superiore, devono mettersi in atteggiamento di sostegno (subsidium) rispetto a quelle inferiori (associazioni, famiglia, il singolo), in quanto sono a loro servizio.
- Principio di Solidarietà: l'uomo è costituitivamente sociale, e non è possibile realizzare una società veramente umana se non vi è superamento dell'individualismo, per abbattere le strutture di peccato e creare strutture di solidarietà.
La visione cristiana rifiuta ovviamente ogni forma di totalitarismo, di collettivismo, di nazionalismo, di capitalismo selvaggio, ma anche l'idolatria della democrazia relativistica, che antepone al valore della coscienza il voto della maggioranza:
« | Se non esiste nessuna verità ultima la quale guida e orienta l'azione politica, allora le idee e le convinzioni possono essere facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia. » | |
Note | |
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Fonti | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |