Monte di Pietà
Il Monte di Pietà è un tipo di istituzione creditizia nato nel medioevo per combattere l'usura.
I primi Monti di Pietà furono iniziati e propagandati dal beato Marco da Montegallo, discepolo di san Giacomo della Marca, nelle Marche.
L'istituzione dei Monti di Pietà è profondamente legata ai francescani e alla città di Ascoli Piceno. Tale pagina rimane una delle più belle della storia religiosa e sociale del francescanesimo marchigiano, che ha segnato indelebilmente la storia di questa regione e di questa terra: forse si deve proprio a questa passione sociale e a quest'amore per i più poveri e bisognosi il legame così indissolubile, capillare e profondo dei frati francescani con il popolo marchigiano.
Il contesto sociale e spirituale
Scrive uno storico:
« | Come si combattevano gli sperperi del lusso per il loro virus antieconomico e antisociale, così andava combattuta l'usura che causava la rovina dei sistemi produttivi e che grondava delle lacrime e del sangue dei poveri. Il prestito su pegno erogato dai privati con un tasso di interesse oscillante tra il 14-20% e il 30-50%, ma con punte che oltrepassavano l'80%, era una piaga aperta nel cuore della città colpita nelle classi meno abbienti, condannate con la progressiva perdita per insolvibilità dei beni impegnati a ridursi sul lastrico. Ebbene, contro i micidiali danni materiali e spirituali provocati dall'usura, attorno alla metà del secolo – afferma Marco da Montegallo nel capitolo XI della Tabula della salute - "esso benignissimo Dio", nella sua infinita clemenza aveva ispirato l'Ordine francescano a farsi promotore dei Monti di Pietà, "unico humano rifugio de esso sventurato popolo" cristiano, "manecato, stracciato e devorato" dagli usurai. » | |
(Adriano Gattucci, 2000, 80)
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Nel considerare la nascita dei Monti di Pietà va tenuto presente un altro elemento spirituale e, in certo senso, apostolico: nella seconda metà del XIV secolo nasceva dentro l'Ordine francescano, nell'eremo di Brogliano, in Diocesi di Camerino, una riforma di vita, un gruppo di frati che volevano riferirsi il più possibile all'ideale di vita francescana delle origini. A questa riforma aderirono nel XV secolo uomini usciti dalle università, che portavano con sé una profonda preparazione giuridica, letteraria, umanistica, secondo lo spirito culturale di quel tempo.
La nascita dei primi Monti di Pietà
In questa situazione, per merito dei francescani, doveva sorgere proprio in Ascoli; da lì si sarebbe diffuso in tutta Italia.
I Monti di Pietà furono un tentativo di venire in soccorso dei poveri e insieme rimediare ad una istituzione gravosa, nata dalla convinzione che non si potesse prestare denari a usura o interesse, essendo ritenuto furto ciò che si riscuoteva in più oltre la somma prestata.
Questo convincimento, mentre da un lato non impediva del tutto ai cristiani, e talvolta alle stesse persone del clero, di esercitare l'usura coperta con artifici, dall'altro lasciava liberi gli ebrei di prestare il denaro ad un interesse in misura se non proprio illimitata, certo pesante e differenziata. Con i Monti di Pietà venivano invece date in prestito piccole somme di denaro senza interesse e dietro la consegna di un pegno di valore non inferiore, che veniva restituito con l'estinzione della somma prestata, oppure venduto per rimborsare il Monte della somma prestata.
Il primo Monte di Pietà, per quanto consta, fu fondato in Ascoli Piceno da fra Domenico da Leonessa, nativo di San Severino Marche.
Lo sviluppo seguente
Ventotto Monti di Pietà vennero eretti nelle Marche prima della fine del XV secolo. Tra gli Osservanti della Provincia Picena, l'apostolo per eccellenza ne fu Marco da Montegallo: forse ebbe parte nell'erezione del Monte di Pietà di Borgo San Sepolcro, sorto il 1464 e il 1466, e in quella dei Monti di Macerata e Recanati dal 1468; sappiamo con sicurezza che li fondò a Fabriano nel 1470, con Statuti poi posti a paradigma dell'istituzione, e a Fano nel 1471; nello stesso anno forse diede il suo apporto all'istituzione di quello di Tolentino; li realizzò poi a Jesi nel 1472 e a Fermo nel 1478; rivitalizzò il Monte di Ripatransone nel 1479, intervenne in maniera determinante per l'erezione di quello di Roccacontrada (Arcevia) nel 1483; fuori regione, promosse il Monte di Pietà di Vicenza nel 1486; ispirò probabilmente infine quello di Ancona, sorto sicuramente qualche anno prima nel 1493, concludendo la sua attività in questo campo con la proposta al comune di Macerata nel 1492 dell'erezione di un Monte frumentario; tale l'istituzione, diffusa in quegli anni dall'osservante Andrea da Faenza, anticipava grano da restituirsi al tempo del raccolto.
Ma Marco non fu il solo "montista" della Provincia. Della squadra marchigiana fecero parte molti frati, i più noti dei quali sono:
- il vecchio Giacomo della Marca, che nel 1466 fondava il Monte di Pietà dell'Aquila, con statuti modello in cui veniva ribadita la liceità del prestito ad interesse;
- Domenico da Leonessa, fondatore nel 1468 dei Monti di Pietà di Recanati e di Urbino, e promotore nel 1469 di quello di Fermo, portato poi a compimento da Marco da Montegallo;
- Francesco da Caldarola, che lo istituì nella sua città nel 1491, dopo aver antecedentemente dato vita alla Confraternità di Maria Santissima del Monte, alla cui cura il comune affidava l'ospedale e la pia istituzione.
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