Monastero di Santa Scolastica (Subiaco)

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Monastero di Santa Scolastica (Subiaco)
Subiaco MonasteroS.Scolastica.jpg
Monastero di Santa Scolastica, complesso
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Subiaco
Diocesi Abbazia territoriale di Subiaco
Religione Cattolica
Indirizzo Via dei Monasteri, s.n.c.
00028 Subiaco (RM)
Telefono +39 0774 82421
Fax +39 0774 8242397
Posta elettronica benedettinisubiaco@pcert.postecert.it
Sito web Sito ufficiale
Sito web 2 [1]
Proprietà Ordine di San Benedetto
Oggetto tipo Monastero
Oggetto qualificazione benedettino
Dedicazione Santa Scolastica
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Fondatore San Benedetto da Norcia
Data fondazione VI secolo
Inizio della costruzione IX secolo
Completamento XX secolo
Coordinate geografiche
41°55′10″N 13°06′33″E / 41.919479, 13.109199 bandiera Lazio
Mappa di localizzazione New: Lazio
Monastero di Santa Scolastica
Monastero di Santa Scolastica
Roma
Roma

Il Monastero di Santa Scolastica è un cenobio benedettino, situato nel territorio del comune di Subiaco (Roma), a 520 metri di altitudine sul livello del mare, ed è disposto longitudinalmente e parallelamente alla valle, dove, per secoli, vissero nella contemplazione e nella preghiera, eremiti e monaci, che per questo le valsero il nome di "valle santa".

Il monastero è sede dell'abate ordinario dell'Abbazia territoriale di Subiaco ed al suo interno si trova la Cattedrale di Santa Scolastica.

Storia

San Gregorio Magno nel libro dei Dialoghi (593 - 594) racconta che san Benedetto da Norcia fondò nella valle sublacense dodici cenobi, dei quali l'unico superstite è quello di Santa Scolastica, che all'epoca era dedicato a san Silvestro.

Nel IX secolo, il cenobio fu distrutto dalle truppe saracene: papa Gregorio IV lo riedificò, Leone IV lo completò e Benedetto VII lo consacrò con il nome di "San Benedetto e Santa Scolastica."

Nel X secolo, sotto l'abate Leone III (947 - 961), fu costruita una grande e nuova chiesa in stile romanico. Nel XI secolo l'abate francese Umberto (1051 - 1060) edificò il campanile, il dormitorio dei monaci, il calefattorio (sala comune riscaldata) ed una parte del chiostro con colonne di marmo. Successivamente, Giovanni V (1013 - 1022), considerato l'abate più importante tra tutti coloro che hanno guidato il cenobio di Subiaco, dotò il monastero di altri ambienti, che divennero ancora più numerosi con l'abate Romano (1190 - 1216).

Nel 1090 aveva preso vita il Monastero di San Benedetto, ad opera del Beato Palombo che richiese all'abate Giovanni VII (1068 - 1120) il permesso di dimorare, come eremita, presso la "sacra grotta"; altri si avvicinarono a quest'esperienza spirituale ed, alla fine del XII secolo, si impiantò il primo cenobio, con un priore dipendente dall'abate della sottostante abbazia. Da questo momento vi furono, quindi, due monasteri e un'unica comunità - salvo l'interruzione dal 1739 al 1853 - che i papi seguirono sempre con grande cura ed attenzione.

Il cenobio conobbe il periodo di maggiore splendore spirituale, economico e politico, tra il XI e il XIII secolo, quando acquisì grandi beni grazie alle donazioni di sovrani ed ecclesiastici, divenendo uno dei feudi più potenti dello Stato pontificio.

Tra il XIV ed il XV secolo, il monastero fu intitolato solo a santa Scolastica, mentre quello del Sacro Speco venne dedicato a san Benedetto.

Dal 1276, la Santa Sede si era riservata il diritto di eleggere gli abati, ma nel 1456 papa Callisto III dispose sui monasteri sublacensi l'istituto della commenda: furono abati commendatari Juan de Torquemada, Rodrigo Borgia (futuro papa Alessandro VI), Antonio e Francesco Barberini, Giovanni Angelo Braschi (futuro papa Pio VI), Giovanni Maria Mastai Ferretti (futuro papa Pio IX) e Giuseppe Melchiorre Sarto (futuro papa Pio X).

Il 21 marzo 1915, papa Benedetto XV con la bolla Coenobium sublacense soppresse il regime della commenda su monasteri di Subiaco.

Nel 1944, il monastero subì i danni della guerra, benché limitati e senza vittime. Oggi è un importante punto di riferimento per tutti coloro che, sulle orme di san Benedetto da Norcia, vogliono "cercare Dio".

Descrizione

Il complesso monastico attualmente si presenta come un insieme di edifici costruiti in epoche e stili diversi:

Chiostro rinascimentale (1580 - 1689)

Ingresso

L'edificio d'ingresso presenta una facciata, ricostruita nel dopoguerra, movimentata da da grandi archi e recante il motto benedettino Ora et Labora.

Chiostro rinascimentale

Per un androne si accede al primo chiostro, la parte più recente del monastero, che iniziò ad essere costruito nel 1580, durante l'abbaziato di Cirillo di Montefiascone, e portato a termine nel 1689, quando era abate Michelangelo Inurea.

Il lato occidentale, ricostruito dopo il bombardamento del 23 maggio 1944, e il lato meridionale sono formati da archi poggianti su robusti pilastri, mentre i lati settentrionale ed orientale, che, prima del 1580, costituivano la facciata e l'ingresso del monastero, sono oggi occupati da altri edifici.

Chiostro gotico

Chiostro gotico (fine XIII - inizio XIV secolo)

Si passa successivamente nel secondo chiostro, costruito tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, presenta una forma irregolare, a sei lati, che deriva dall'unione di due rettangoli con diverso orientamento: i lati adiacenti alla chiesa rispettano la disposizione della parte più antica del monastero, mentre gli altri seguono una direzione che devia verso est.

Il chiostro è circondato da un portico con archi a sesto acuto, con doppio sguancio, che poggiano su robusti pilastri. Al centro è posto un pozzo esagonale con parapetto e colonne di marmo, che provengono dalla villa di Nerone.

Il lato occidentale presenta al suo inizio un arco flamboyant del XV secolo, a doppia arcata, opera di maestranze tedesche, che sottolinea la facciata della chiesa gotica. L'arco, detto anche "a profilo di chiglia" per la forma dell'arcata esterna, è un elemento decorativo tipico del gotico d'oltralpe, usato in particolare nelle entrate delle chiese e in qualche facciata. La prima arcata, in calcare, è decorata con figure di Patriarchi e profeti, sorretti da mensole, mentre sulla cuspide della seconda arcata è rappresentata:

Chiostro cosmatesco

Chiostro cosmatesco (ante 1210)

Il terzo chiostro, edificato prima del 1210 da Jacopo il Vecchio, è circondato da un portico con archetti romanici a tutto sesto e centinati che poggiano su esili colonne marmoree, in parte binate, a fusto liscio o tortile, reggenti eleganti capitelli; al centro, rialzato rispetto al portico circostante, è un pozzale.

La galleria è decorata con dipinti murali, opera di ambito romano, databili alla fine del XIII secolo, realizzati ad affresco e raffiguranti:

  • sulle pareti, Vedute di borghi medievali che erano sotto la giurisdizione temporale dell'abate: sono riconoscibili Cervara (bandiera con il cervo) e Ponza (bandiera con i ponti);
  • sulle volte, Agnello di Dio e Simboli degli Evangelisti.[1]

Cattedrale

La chiesa cattedrale, dedicata a santa Scolastica, sorge sul sito del primitivo oratorio di San Benedetto (VI secolo), i cui resti sono venuti alla luce nel corso di scavi del 1962.

Nel IX secolo, probabilmente, fu edificata una seconda chiesa costruita su quella preesistente, come si può dedurre dai resti che affiorano da sotto il campanile e presenti nella chiesa più moderna.

Una terza chiesa, consacrata nel 980 da papa Benedetto VII, fu eretta in stile romanico e, nel XIV secolo, riedificata, mantenendo immutate le dimensioni, secondo lo stile gotico. È ancora possibile vedere, nel transetto, i resti del rosone originario e di un ciclo di dipinti murali, databile alla prima metà del XV secolo, opera di ambito abruzzese, tra i quali si segnalano:

Nel 1769, l'architetto Giacomo Quarenghi (1744 - 1817) ristrutturò in gran parte la cattedrale in stile neoclassico, seguendo l'impianto gotico precedente.

Esterno

La facciata trecentesca, su un lato del "Chiostro gotico", mostra un portale gotico ed un ciclo di dipinti murali, ad affresco, di scuola senese, databili al XIV secolo, raffigurante:

Interno

L'interno presenta una pianta a croce latina con una sola navata, coperta con volta a botte, e cappelle laterali. Il programma decorativo dell'edificio risale al rifacimento del Quarenghi, che si ispirò al Palladio e in particolare alla Chiesa del SS.mo Redentore alla Giudecca (Venezia). L'abside semicircolare con una calotta sostenuta da due colonne venne terminata nel 1852 dall'architetto Giacomo Monaldi. Di particolare interesse storico-artistico:

Campanile

Campanile (1052 - 1053), visto dal chiostro gotico

Il campanile a cinque ordini venne innalzato tra il 1052 ed il 1053, dall'abate francese Umberto, probabilmente sulla torre campanaria della chiesa del 980, costruita a sua volta sul nartece di quella del IX secolo, di cui restano quattro grossi pilastri con altrettanti archi.

Gli ultimi due ordini furono successivamente rifatti, anche se non si sa ben definire l'epoca, e lo si deduce dalla cornice di archetti romanici intrecciati. Il lato rivolto ad oriente presenta un minor rilievo decorativo: infatti, non ci sono trifore, ma solo bifore con pilastro al centro. Nel lato meridionale la decorazione è a due ordini di nicchie a fondo piatto, con gli archivolti circondati da ghiere di laterizi di forma romboidale.

Biblioteca

Dal Chiostro gotico, si accede alla biblioteca, che contiene 100.000 volumi, oltre a preziosi codici miniati ed incunaboli tra i quali il primo libro stampato in Italia nel 1465; qui, infatti, nel 1464, due stampatori tedeschi, Arnoldo Pannartz e Corrado Sweynheym, allievi di Johann Gutenberg, impiantarono la prima tipografia italiana.

I primi testi stampati nel monastero furono una grammatica latina per lo studio dei ragazzi, il De Oratore di Cicerone, il De Divinis institutionibus del Lattanzio e il De Civitate Dei di Sant'Agostino. Ancora conservati all'interno della biblioteca (tranne la grammatica latina) questi testi, chiamati incunaboli sublacensi, sono ancora oggi esposti nella biblioteca.

Refettorio

Il refettorio, si trova nel lato occidentale del Chiostro cosmatesco: un tempo era sovrastato dal dormitorio, che, in seguito ai numerosi terremoti, fu completamente ricostruito e spostato.

L'attuale refettorio, che risale al 1605, è un ampia sala con volta a botte, che occupa gli antichi spazi del dormitorio, alla quale si accede attraverso un vestibolo, che, al centro della parete orientale, ha una porta di marmo cipollino, di stile rinascimentale.

Museo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Museo "Luigi Ceselli" del Monastero di Santa Scolastica (Subiaco)

Il Museo, collocato in alcuni ambienti sottostanti al il monastero, dove un tempo si trovava un frantoio, è stato istituito per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio archeologico, paleontologico, etnologico e scientifico del monastero.

Note
Bibliografia
  • Gabriele Paolo Carosi, I Monasteri di Subiaco. Notizie storiche, Editore: Monastero S. Scolastica, Subiaco 1987
  • Claudio Giumelli (a cura di), I monasteri benedettini di Subiaco, Editore: Silvana, Milano 1982
  • Gian Maria Grasselli, Pietro Tarallo, Guida ai Monasteri d'Italia, col. "Piemme Pocket", Editore Piemme, Casale Monferrato 1994, pp. 363 - 364 ISBN 9788838443558
  • Monaci Benedettini di Subiaco (a cura di), Il Santuario del Sacro Speco di San Benedetto e il monastero di Santa Scolastica, Subiaco: guida storico-artistica, Editore: Monastero S. Scolastica, Subiaco 1966
  • Padri Benedettini di Subiaco (a cura di), L'abbazia di Santa Scolastica, Subiaco, Editore: Monastero S. Scolastica, Subiaco 1999
  • Touring Club Italiano (a cura di), Lazio, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2005, pp. 518 - 520 ISBN 9770309107016
Voci correlate
Collegamenti esterni