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Antonio Barberini, detto juniore (Roma, 5 agosto 1607; † Nemi, 3 agosto 1671), è stato un cardinale e arcivescovo italiano. Nominato cardinale in pectore dallo zio Papa Urbano VIII a vent'anni, conseguì numerosi titoli e benefici, ricoprendo vari incarichi politici e diplomatici a sostegno del partito francese.
Cenni biografici
Ultimogenito di Carlo e Costanza nata Magalotti, nacque a Roma il 4 agosto 1607. Uno dei fratelli, Francesco Barberini seniore, fu pure cardinale. Essi erano per parte di padre nipoti di Papa Urbano VIII e del cardinale Antonio Barberini seniore, O.F.M. Cap., nonché del cardinale Lorenzo Megalotti. Cugini del cardinale Francesco Maria Machiavelli, saranno zii del cardinale Carlo Barberini e prozii di Francesco Barberini juniore, anch'elli cardinali.
I membri della famiglia Barberini che facevano parte del collegio cardinalizio del momento erano pertanto tre: il fratello del pontefice, il cardinale Antonio, detto seniore per distinguerlo dal nostro, il cardinale Francesco, fratello maggiore e lui stesso. Papa Urbano VIII lo aveva già nominato cardinale in pectore fin dal 30 agosto 1627, ma la proclamazione era stata ritardata dall'opposizione del fratello maggiore, il quale accettò la nomina solo dopo che Antonio si fu impegnato a non intervenire nella politica della curia romana della quale Francesco era diventato uno dei più influenti personaggi nella sua qualità di cardinale nipote.
Accumulò presto numerosi titoli e benefici, ricoprì vari incarichi politici e diplomatici nel 1633 ottenne la legazione di Avignone succedendo al fratello. Fu camerlengo di Santa Romana Chiesa nel 1638 e dal 1637 co-protettore degli affari francesi a Roma. Vero responsabile della guerra di Castro, col suo temperamento aggressivo e violento causò pregiudizio all'intero suo casato, alla morte dello zio 1644. Rifugiatosi in Francia con il supporto di Luigi XIV e del primo ministro, il cardinale Giulio Mazzarino, fu nominato cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo. Il cardinale, però, si riconciliò con Papa Innocenzo X e fece ritorno a Roma il 12 luglio 1653 e il 15 agosto fu reintegrato nelle sue precedenti cariche. Da questo momento in poi egli iniziò una conversione totale e personale abbandonando il mondo politico e gli eccessi a cui si era dedicato. Egli, nello specifico, assunse rigidi comportamenti circa l'ortodossia e contro i giansenisti.
Diede con fervore il suo contributo alle Congregazioni di Propaganda Fide del Sant'Uffizio e divenne prefetto della Segnatura.
Partecipò attivamente ai conclavi del 1655, 1667 e 1669. Passato all'ordine dei cardinali vescovi, scelse la chiesa suburbicaria di Tuscolo nel 1655, dove fece restaurare alcune chiese della diocesi. Optò nel 1661 per quella di Palestrina.
Morì a Nemi il 4 agosto 1671, fu inumato nella sua chiesa episcopale di Palestrina. In seguito fu traslato nella vicina chiesa di Santa Rosalia, fatta edificare dallo zio Papa, in ringraziamento per lo scampato pericolo della città alla peste.
Onorificenze
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Commendatore dell'Ordine dello Spirito Santo
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Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
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Bibliografia |
- Alberto Merola Dizionario Biografico degli Italiani - Vol. 6 (1964), online
- Lorenzo Cardella Memorie storiche de' cardinali della Santa Romana Chiesa. Roma: Stamperia Pagliarini, 1793, vol. 6, p. 278 e seg. online
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Collegamenti esterni |
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