Museo del Tesoro e Area Archeologica di Sant'Eulalia (Cagliari)
Museo del Tesoro e Area Archeologica di Sant'Eulalia | |
Palazzo, sede del museo | |
Categoria | Musei parrocchiali |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Sardegna |
Regione | Sardegna |
Provincia | Cagliari |
Comune | Cagliari |
Diocesi | Arcidiocesi di Cagliari |
Indirizzo |
Vico del Collegio, 2 09124 Cagliari (CA) |
Telefono |
+39 335 463313 +39 347 6916204 |
Posta elettronica | museosantaeulalia@gmail.com |
Sito web | [1] |
Proprietà | Parrocchia di Sant'Eulalia |
Tipologia | arte sacra, archeologia, architettura |
Contenuti | ceramiche, dipinti, ex voto, libri antichi a stampa, manoscritti, monete, metalli, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio storico, audioguide, biglietteria, bookshop, organizzazione di eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Chiesa di Sant'Eulalia, edificio attiguo e sotterranei |
Il Museo del Tesoro e Area Archeologica di Sant'Eulalia (Cagliari) è stato allestito in un edificio attiguo alla Chiesa di Sant'Eulalia per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico proveniente dalla chiesa parrocchiale e da altri edifici di culto del territorio.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa su due piani e comprende anche la sottostante area archeologica, lungo il quale sono presentati reperti archeologici, opere e suppellettile liturgica, databili dal IV a.C. al XX secolo
Museo del Tesoro
Nel Museo sono esposti dipinti, paramenti sacri, sculture e suppellettile liturgica, databili dal XIV al XX secolo, provenienti prevalentemente dalle tre chiese di Sant'Eulalia, Santa Lucia e Santo Sepolcro.
Pittura e scultura
Il Museo conserva pregevoli dipinti e sculture, tra cui spiccano:
- Dipinto ovale con Madonna con Gesù Bambino (metà del XIV secolo), tempera su tavola, di ambito toscano: l'opera venne donata nel 1966 alla Parrocchia dal Carlo Enrico Zanda, è appartenuta alla sua famiglia almeno dalla metà del XIX secolo.
- Statua della Madonna degli Abbandonati (ultimo quarto del XVI secolo), in legno intagliato policromo e dorato, di ambito sardo.
- Statua della Regina Angelorum (XVII secolo), in legno intagliato policromo, di ambito sardo.
- Ecce Homo (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuito al pittore fiammingo Giovanni Bilevelt.
- Statua di santa Lucia (XVII secolo), in legno intagliato policromo e dorato, di ambito sardo.
- Quattro dipinti con Ritratti del vicerè Antonio Lopez de Ayala, la moglie e i figli (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, attribuiti a Giuseppe Deris, provenienti dalla Chiesa del Santo Sepolcro.
- Gruppo scultoreo della Pietà (XVIII secolo), in legno intagliato policromo, di ambito campano.
- Statua di san Giovanni Nepomuceno (seconda metà del XVIII secolo), in legno intagliato policromo, attribuita alla bottega di Giuseppe Antonio Lonis.
Suppellettile liturgica e paramenti sacri
Nel Museo sono conservati preziosi oggetti liturgici e paramenti sacri. Di rilievo:
- Coppia di candelieri e croce processionale (fine del del XVI secolo), attribuibili all'orafo cagliaritano Giovanni Mameli.
- Pianeta della Passione (metà del XVII secolo), di manifattura ligure: nell'opera sono ricamate, entro medaglione, due scene raffiguranti:
- sulla fronte, Gesù Cristo in preghiera nell'orto del Getzemani;
- sul retro, Gesù Cristo nel pretorio.
- Calice (1673), in argento sbalzato e dorato, di bottega sarda.
- Croce processionale (inizio del XVIII secolo), in argento di ambito sardo, proveniente dalla Chiesa del Santo Sepolcro.
- Pianeta floreale (prima metà del XVIII secolo), in raso di seta avorio, di manifattura romana.
- Parato liturgico (fine del XVIII secolo), costituito da 10 pezzi (piviale, pianeta, due tunicelle, velo omerale, due stole, due manipoli e una borsa del corporale), probabilmente di manifattura genovese: in alcuni paramenti è ricamato lo stemma della famiglia Zapata, donatrice della preziosa opera, e dell'Arciconfraternita del Santo Sepolcro, beneficiaria della donazione.
- Tronetto per esposizione eucaristica (1817), in argento, di bottega genovese.
Inoltre, sono conservati reperti archeologici (vasellame da cucina e da mensa, lucerne, ecc.), databili dalla fine del V all'inizio del VI secolo, provenienti dall'area archeologica scavata nel livello inferiore della sede museale ed inserita nel percorso espositivo.
Area archeologica
L'area archeologica di Sant'Eulalia si estende per circa 900 m2 al di sotto della chiesa omonima, nel quartiere medievale della Marina: sono visibili strutture legate ai mutamenti del centro abitato dal IV a.C. al XIX secolo d.C. In età tardopunica (IV-III secolo a.C.), il sito era compreso in una zona periferica di Krly, nome punico di Cagliari. In tale zona sorgeva un santuario utilizzato sino all’inizio dell'età romano-imperiale (I secolo a.C.).
Intorno al IV-V secolo d.C. l'area venne interessata da una riorganizzazione urbanistica come settore abitativo residenziale, servito da un'ampia strada lastricata e successivamente da un colonnato. La città, ora detta Karales, aveva il suo fulcro nell'attuale Piazza del Carmine e quindi l'area di Sant'Eulalia apparteneva ad un quartiere orientale.
Al VII secolo circa si pone l'inizio di un mutamento urbanistico che poi comportò l'abbandono dei settori più periferici a causa dell'instabilità dovuta a invasioni marittime; inoltre il tessuto urbano si fece più rado con aree non costruite fra gli edifici. Fu così che tale zona fu lentamente abbandonata e nei secoli ricoperta da accumuli di terra.
Giunti a Cagliari nel 1326, i catalano-aragonesi crearono in quest'area un quartiere abitativo ben organizzato in cui impostarono una chiesa ad una sola aula. Questa venne dedicata a sant'Eulalia, patrona di Barcellona. Nel XVI secolo l'edificio venne ampliato, divenendo a tre navate e rinnovato nel secolo successivo, quando venne intercettato un pozzo di un'abitazione tardoantica.
Tra XVII e XVIII secolo, al di sotto del piano pavimentale vennero costruite una prima cripta centrale e poco dopo altre cinque familiari ai suoi lati.
La scoperta di questa parte di abitato tardoantico avvenne nel 1990, a seguito di lavori nella sacrestia, quando fu individuato l'imboccatura di un pozzo rialzato nel XVII secolo, colmo di detriti. Fu così che presero avvio le attività di scavo che proseguirono per circa vent'anni.
Gli scavi hanno restituito un'immagine inedita della Cagliari antica ed alto-medioevale, segnata da manufatti di eccezionale significato storico e monumentale. Tra questi si segnalano:
- Strada lastricata (IV secolo), larga più di 4 metri e percorribile per un tratto di 13 metri, verosimilmente collegata con le attività del vicino porto.
- Vasto ambiente di cui è visibile parte di un lato colonnato connesso con un pavimento in tasselli irregolari di calcare e marmo. Le colonne, calcaree e rivestite di stucco, poggiano su basi marmoree attiche e presentano caratteristiche tipologiche riferibili alla tarda età romana repubblicana.
Galleria fotografica
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