Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani (Giovanni Bellini)

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Giovanni Bellini, Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani (1465 ca.), tempera su tavola
Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani
Opera d'arte
Stato bandiera Regno Unito
Nazione bandiera Inghilterra
Regione ecclesiastica [[|]]
Contea City of London
Comune Londra
Diocesi Westminster
Ubicazione specifica National Gallery, sala 62
Uso liturgico nessuno
Oggetto dipinto
Soggetto Gesù Cristo prega nell'orto di Gethsemani
Datazione 1465 ca.
Ambito culturale
Autore Giovanni Bellini
detto Giambellino
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 81,3 cm; l. 127 cm
Virgolette aperte.png

32Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. 36E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu»...
37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 39Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. 40Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
Virgolette chiuse.png

L'Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani è un dipinto, eseguito nel 1465 circa, da Giovanni Bellini detto Giambellino (1433 ca. - 1516), conservato nella National Gallery di Londra (Gran Bretagna).

Descrizione

Ambientazione

La scena è ambientata in un paesaggio naturale, avvolto nell'atmosfera limpida dell'aurora, sullo sfondo, in alto, possiamo notare la presenza di due città a destra l'altra a sinistra connotate da edifici che non sono più dotte rievocazioni dell'antichità romana, ma sono reali costruzioni del tempo.

Soggetto

Nel dipinto, che presenta l'episodio della Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani, compaiono:

  • Gesù Cristo, solitario, scosso da un profondo turbamento, prega inginocchiato su uno sperone rialzato del monte degli Ulivi sagomato come se fosse un altare.
  • Angelo, quasi in trasparenza, illuminato dalla vivace luce dell'aurora, appare a Gesù porgendogli il calice, prefigurazione della sua Passione.
  • Apostoli (san Pietro, san Giacomo e san Giovanni), in primo piano, dormono profondamente. I tre apostoli sono stati invitati da Cristo a seguirlo nell'orto, ma si sono addormentati, mentre gli stessi avevano vegliato in occasione della Trasfigurazione.
  • Soldati, sullo sfondo, stanno arrivando ad arrestare Cristo, guidati da Giuda Iscariota, che indica loro la via. Il gruppo si trova in riva ad un fiume che sembra un canale scavato fra lisce pareti rocciose.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • Il dipinto di Bellini, rispetto all'opera con il medesimo soggetto di Andrea Mantegna, è interamente giocata sullo sviluppo coloristico e su toni più tenui e morbidi. Le rocce sono più levigate, il paesaggio si perde in dolci colline digradanti all'orizzonte, perdendo ogni artificiosità e attenendosi maggiormente al vero. La luce dell'aurora, che illuminando le nubi si fa strada nel lontano orizzonte, non è la sola fonte luminosa del dipinto: è presente un'altra calda luce dorata che investe dal dorso il Cristo.
  • La profondità nel dipinto è data dalla sinuosità delle strade e dal disegno dello steccato sulla destra, ma, in particolare, dall'uso sapiente dei colori caldi, per i primi piani, e dei colori freddi per i piani successivi. Con Giovanni Bellini si ha l'utilizzo della prospettiva cromatica perseguita, cioè, con i soli mezzi del colore. Il pittore dispone in primo piano i colori caldi, nell'ultimo quelli freddi e nelle posizioni intermedie quei colori che, ben dosati, costituiscono il graduale passaggio dagli uni agli altri.
  • La figura di Gesù non ha l'aureola sulla testa: questo riconduce alla visione antropocentrica che nel XV secolo si stava diffondendo in tutta Europa che vedeva l'uomo al centro di ogni cosa e fondamentale protagonista della storia. Così l'artista vuole ricordare che Gesù prima di diventare Maestro e Salvatore era un uomo proprio come tutti.

Notizie storico-critiche

Non si conoscono le circostanze di esecuzione del dipinto, che viene in genere paragonato, sia stilisticamente che cronologicamente, a due opere con lo stesso tema e schema compositivo:

Nel XVII secolo il dipinto figurava nella collezione del console britannico a Venezia, Smith, che la esportò a Londra dove entrò a far parte della raccolta di J. Reynolds con l'attribuzione ad Andrea Mantegna.

Nel 1863 l'intera collezione passò alla National Gallery di Londra, a quel tempo dedita ad una politica di incremento nell'acquisizione di opere italiane del XV e XVI secolo.

Note
Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 2, Editore Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, p. 387 - ISBN 9788842445227
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, vol. 2, Editore Zanichelli, Bologna 1999, p. 366 - ISBN 9788808079503
  • Renato Ghiotto, T. Pignatti, L'opera completa di Giovanni Bellini (detto il Giambellino). Apparati critici e filologici , Editore Rizzoli, Milano 1969, p. 87
  • Mauro Lucco, Giovanni Carlo Federico Villa (a cura di), Giovanni Bellini, Editore Silvana, Milano 2008 ISBN 9788836611331
  • Rolf Toman (a cura di), Arte italiana del Rinascimento: architettura, scultura e pittura, Editore Könemann, Colonia 1998, p. 366 ISBN 9783829020404
Voci correlate
Collegamenti esterni