San Cromazio
San Cromazio Patriarca | |
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Santo | |
Affresco del Tiepolo nel Palazzo Patriarcale di Udine. | |
Nascita | Aquileia 335 o 340 |
Morte | 407 o 408 |
Consacrazione vescovile | Aquileia, 388 |
Incarichi ricoperti | Patriarca di Aquileia |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 2 dicembre |
Attributi | Pastorale |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 2 dicembre, n. 4:
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San Cromazio (Aquileia, 335 o 340; † 407 o 408) è stato uno scrittore e patriarca italiano di Aquileia dal 388 sino alla morte (408 ca.), succedendo a San Valeriano. Amico di Sofronio Eusebio Girolamo, fu un esponente dell'ortodossia, impegnato a contrastare l'arianesimo, dottrina eretica. È un santo venerato dalla Chiesa cattolica e celebrato il 2 dicembre.
Vita
Nacque ad Aquileia verso il 345. Venne ordinato diacono e poi presbitero; infine fu eletto Pastore di quella Chiesa nell'anno 388.
Nel settembre 381 Aquileia fu sede di un Sinodo, che vide convenire circa 35 Vescovi dalle coste dell'Africa, dalla valle del Rodano e da tutta la Decima regione. Il Sinodo si proponeva di debellare gli ultimi residui dell'arianesimo in Occidente. Al Concilio prese parte anche il presbitero Cromazio, in qualità di esperto del vescovo di Aquileia, Valeriano che resse la diocesi dal 370 al 388. Gli anni intorno al Sinodo del 381 rappresentano l'età d'oro della comunità aquileiese. San Girolamo, che era nativo della Dalmazia e Rufino di Concordia parlano con nostalgia del loro soggiorno ad Aquileia tra il 370 e il 373, in quella specie di cenacolo teologico, che Girolamo non esita a definire quasi chorus beatorum (come un coro di beati)[1]. In questo cenacolo - che ricorda per alcuni aspetti le esperienze comunitarie condotte da Eusebio di Vercelli e da Agostino - si formarono le più notevoli personalità delle Chiese dell'Alto Adriatico.
Ricevuta la consacrazione episcopale dal vescovo Sant'Ambrogio e si dedicò con coraggio ed energia a un compito immane per la vastità del territorio affidato alle sue cure pastorali: la giurisdizione ecclesiastica di Aquileia del tempo, si estendeva dai territori attuali della Svizzera, della Baviera, dell'Austria e della Slovenia fino all'Ungheria. Quanto Cromazio fosse conosciuto e stimato nella Chiesa del suo tempo, lo si può arguire da un episodio della vita di san Giovanni Crisostomo. Quando il arcivescovo di Costantinopoli fu esiliato dalla sua sede, scrisse tre lettere a quelli che egli riteneva i più importanti vescovi d'Occidente, per ottenerne l'appoggio presso gli imperatori: una lettera la scrisse al vescovo di Roma, la seconda al vescovo di Milano, la terza al vescovo di Aquileia, Cromazio appunto[2]. Quest'ultimo, però, si trovava pure lui in grande difficoltà a motivo della precaria situazione politica: molto probabilmente nello stesso anno 407, in cui Crisostomo soccombette ai travagli della sua deportazione, anche Cromazio morì in esilio, a Grado, mentre cercava di scampare alle scorrerie dei barbari.
Scritti di Cromazio
Esiste un corpus di suoi testi, in latino, ricostruito da Joseph Lemarié e Raymond Etaix, in cui egli documenta l'attività pastorale e la liturgia aquileiese, 43 sermoni liturgici, e un Commento al Vangelo di Matteo rimasto probabilmente incompiuto.
Influssi asiani nella Chiesa di Aquileia
Dalle testimonianze di Cromazio si rilevano tre precisi influssi provenienti dall'Asia Minore nella liturgia aquileiese, che fanno oltretutto pensare alla presenza aquileiese di missionari asiani:
- Nel Rito del Battesimo, la collocazione dopo il Battesimo del rito della Lavanda dei piedi, mentre a Milano, secondo il Rito ambrosiano, era post-battesimale. La lavanda dei piedi fu poi trasferita al Giovedì santo[3].
- La Pasqua era identificata col medesimo ideale di Passione e di vittoria sulla morte del Cristo quale agnello pasquale, riportato dall'Omelia Pasquale di Melitone di Sardi, secondo la consapevolezza teologica e secondo la conseguente liturgia pasquale detta Quartodecimana. La Pasqua quartodecimana delle Chiese asiane è in stretta correlazione tipologica con la Pesah ebraica: la Pasqua quale passaggio di Dio liberatore dalla morte e celebrata dagli Ebrei nella notte del 14 del mese di Nisan (qualunque fosse il giorno settimanale). Così la Pasqua delle Chiese asiane celebrava la vittoria sacrificale di Cristo-Messia quale agnello immolato proprio nella veglia del 14 del mese di Nisan, cioè nella sera del primo pleniluino di primavera, qualunque fosse il giorno che vi corrispondeva. L'omologazione della tradizione asiana con la Pasqua domenicale fu stabilita dal concilio di Nicea I (325).
- Seguendo l'antica tradizione greca di Smirne, conosciuta tramite Sant'Ireneo di Lione, Cromazio modifica il simbolismo animale dei Vangeli, identificando San Giovanni col leone invece di San Marco Evangelista e quest'ultimo con l'aquila. San Gerolamo in seguito ristabilirà il leone per Marco.
Predecessore: | Patriarca di Aquileia | Successore: | |
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San Valeriano d'Aquileia | 388 - 407 | Agostino |
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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