San Frodoino

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San Frodoino, O.S.B.
Religioso
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battezzato
Santo
Abate di Novalesa
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Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita VIII secolo
Morte 10 maggio 816
Sepoltura
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Professione religiosa VIII secolo
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° vescovo di Roma
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Proclamazioni
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Eventi
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San Frodoino (VIII secolo; † 10 maggio 816) è stato un abate francese, di Novalesa, precisamente l'ottavo.

Biografia

Infanzia e vocazione

Molto di quanto si conosce del monaco e della sua abbazia ci è arrivato attraverso un importante documento dell'XI secolo, il "Chronicon Novalicense", proveniente dallo scriptorium dell’abbazia di Novalesa.

Figlio di un nobiluomo franco, Magafredo, Frodoino entrò giovanissimo nell’abbazia benedettina, fondata pochi anni prima[1] all'imbocco della Val di Susa. Lì portò a termine la sua formazione culturale e religiosa e prese i voti.

Alla morte del suo predecessore, Asinario, dopo il breve governo di Wilgarius, fu eletto, il 10 febbraio 773, ottavo abate del monastero.

L’amicizia con Carlo Magno

Secondo il Chronicon Novalicense, l’elezione fu spontanea ed unanime, ma di certo fu favorita dall'amicizia con Carlo Magno, allora re dei Franchi.

Già nel marzo del medesimo anno, Frodoino si recò a Quierzy dal sovrano carolingio, che lo investì ufficialmente, assegnò privilegi ed immunità per l'abbazia e, in data 25 marzo 773, concedette i proventi sui diritti di freda.

Nel settembre il quartier generale di Carlo Magno fu ospitato ed approvvigionato da Frodoino a Novalesa quando, chiamato in aiuto da Papa Adriano I, scese in Italia contro il re longobardo Desiderio.

Ancora il Chronicon Novalicense racconta che Carlo Magno, sconfitti i longobardi, nell'aprile del 774, sulla strada del ritorno, chiamò vicino a sè Frodoino al quale donò la curtis di Gabiano (Alessandria) e i domìni di Arva e Liana (diocesi di Maurienne).

La guida dell’Abbazia di Novalesa

Frodoino rese Novalesa un centro prestigioso e fecondo, sia sotto il profilo spirituale che culturale e politico.

In primo luogo, mise grande impegno nella difesa del patrimonio monastico, ricevendo donazioni come la villa di Olziate (attuale Oulx) lasciata da Hunno e la villa di Cumiana che fu ceduta all'abbazia da Teutcario pro anima nell'810; e ancora, l’intero territorio di Bardonecchia.

Le donazioni furono però anche motivo di numerose vertenze giudiziarie, in cui l’abbazia rimase coinvolta da chi pretendeva di opporsi: per esempio, la donazione di Oulx fu causa di una questione giudiziaria svoltasi in due processi – il secondo nell’827 - fra i servi della villa che pretendevano di essere affrancati e l’abbazia che ne uscì sempre vittoriosa.

In secondo luogo, Novalesa divenne anche un centro culturale e intellettuale, dove i giovani venivano avviati agli studi letterari: anche un figlio di Carlo Magno, Ugo, venne affidato alle cure dell'abate per divenire monaco (ed i seguito divenne lui stesso abate).

Frodoino diede notevole incremento agli studi; sotto di lui lavorò il monaco Atteperto, famoso copista di cui si conserva ancora un magnifico Evangeliario.

Inoltre, in quegli anni l'abbazia si arricchì anche delle preziose reliquie di San Valerico e di frammenti dei corpi dei Ss. Cosma e Damiano. Frodoino commissionò anche la realizzazione di una croce in oro, argento e pietre preziose, per conservare le reliquie del latte e dei capelli della Vergine e alcuni resti del santo prepuzio.

Frodoino iniziò anche lavori di ampliamento della chiesa, terminati poi dal suo successore.

Dopo quarantatré anni di governo, morì in fama di santità nell'816; è ricordato il 10 maggio.

Secondo il Chronicon Novalicense, dopo la morte i monaci commissionarono la stesura di una "Vita" al fine di incoraggiare il culto di Frodoino.

Note
  1. L’atto fondativo di Novalesa è il testamento di Abbone del 727.
Bibliografia
Voci correlate