San Frumenzio
San Frumenzio Vescovo | |
---|---|
Santo | |
Nascita | Tiro IV secolo |
Morte | Axum 383 ca. |
Ordinazione presbiterale | IV secolo |
Consacrazione vescovile | IV secolo |
Incarichi ricoperti | Primo vescovo di Etiopia |
Venerato da | Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa, Chiesa copta |
Ricorrenza | 20 luglio |
Altre ricorrenze | 1 agosto nella Chiesa ortodossa etiopica, il 30 novembre nella Chiesa ortodossa e il 18 dicembre in quella Chiesa copta |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 20 luglio, n. 5:
|
San Frumenzio (Tiro, IV secolo; † Axum, 383 ca.) è stato un vescovo latino.
Biografia
In giovane età, assieme a suo fratello Edesia, seguì un ricco commerciante e filosofo, di nome Merope, in un viaggio in India. Nel ritorno, sbarcati nei pressi di Adulis sul Mar Rosso, furono assaliti da pirati che saccheggiarono e trucidarono i viaggiatori, risparmiando solo i due giovanetti, che vennero venduti come schiavi alla corte etiope di Axum. Per la loro cultura e istruzione furono molto apprezzati alla corte locale. Frumenzio divenne così segretario del re ed Edesio coppiere. Alla morte del re, furono nominati reggenti in nome dei figli del monarca, ancora minorenni.
Frumenzio ottenne di poter costruire chiese per i mercanti cristiani di passaggio nel paese. Con questo iniziale impulso, la fede iniziò a diffondersi nella regione.
I due schiavi si guadagnarono, con i loro meriti e la stima della corte, la libertà e fu loro permesso di tornare in patria.
Nel viaggio di ritorno si fermarono ad Alessandria d'Egitto dove era vescovo Sant'Atanasio il Grande. Recatisi presso di lui gli raccontarono la loro storia e lo pregarono di inviare sacerdoti in quelle terre, che avevano accolto il messaggio di Cristo e che necessitavano di presbiteri.
Decisero quindi di comune accordo di dare a Frumenzio una solida istruzione religiosa per poi consacrarlo vescovo e rimandarlo in Etiopia con altri presbiteri. Frumenzio fu accolto trionfalmente ad Axum dal popolo e dalla corte. La sua conoscenza della lingua e dei costumi, il suo ascendente e la sua dignità gli assicurarono immediato e duraturo successo.
Il vescovo è ricordato ancora oggi in Etiopia con il nome di abuna Salama Kesetie Berhan (padre pacifico rivelatore della luce). La prima sede vescovile fu eretta nella capitale etiope di Axum, vicino ai giovani principi Aizana e Sazana di cui aveva curato l'educazione e di cui godeva la massima fiducia.
La sede vescovile fu immediatamente assorbita nel lavoro di traduzione della Bibbia e di introduzione della liturgia alessandrina, con l'inserimento di canti, strumenti e tradizioni del popolo etiope, opportunamente modificati e cristianizzati. Questi due elementi furono fondamentali per l'affermazione definitiva del cristianesimo nel paese.
Non vi sono dati sugli ultimi anni del vescovo e sulla data della morte. Ma la sua opera fu molto fruttuosa. Due secoli dopo Cosmas Indicopleuste riferisce che vi erano in Etiopia vescovi, preti e monaci, prova evidente che l'opera di Frumenzio non solo era sopravvissuta, ma dopo la suo morte si era ulteriormente dilatata. Nel VII secolo, vi fu la sottomissione di tutta l'Africa settentrionale da parte degli Arabi e l'Etiopia fu tagliata fuori da ogni relazione con il resto della cristianità, ad eccezione del patriarcato copto di Alessandria monofisita. Questo patriarcato sceglieva tra i suoi monaci il metropolita da inviare in Etiopia. Egli portava il titolo di Abuna, non poteva consacrare vescovi ausiliari ma solo sacerdoti, consacrare il re e dispensare dai voti.
Bibliografia | |
| |
Collegamenti esterni | |
|