San Gerasimo

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San Gerasimo
Monaco
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Nascita Licia
Morte Giordano
5 marzo 475
Sepoltura
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Professione religiosa [[]]
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica e Chiese orientali
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 5 marzo
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Saio e leone
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Cefalonia
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Figli
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Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 5 marzo, n. 5:
« In Palestina sulle rive del Giordano, san Gerásimo, anacoreta, che, al tempo dell'imperatore Zenone, ricondotto alla retta fede da sant'Eutimio, fece grande opera di penitenza, offrendo a tutti coloro che sotto la sua guida si esercitavano nella vita monastica, un modello irreprensibile di disciplina e di vita. »

San Gerasimo (Licia; † Giordano, 5 marzo 475) è stato un monaco, anacoreta e fondatore bizantino. Nato in Licia, nell'Asia Minore, visse ai tempi dell'imperatore Zenone di Bisanzio e fondò una comunità monastica nei pressi del fiume Giordano. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.

Biografia

Da giovane visse da eremita in Licia per diversi anni ed entrò in contatto con l'eresia monofisita eutichiana, poi condannata dal Concilio di Calcedonia del 451. Dopo andò in Palestina e conobbe Eutimio che lo riportò verso la vera fede. Volle visitare la Tebaide e i Padri del deserto, fondò diversi monasteri in quella regione, poi fece ritorno in Palestina, dove entrò in contatto con San Saba Archimandrita, San Giovanni Silenziario e Sant'Atanasio di Gerusalemme, diacono a Gerusalemme.

Si stabilì sulle rive del Giordano, nei pressi di Gerico per vivere da anacoreta, ma presto furono talmente tanti i suoi discepoli, che dovette fondare una laura (antico nome delle aggregazioni monastiche della Palestina di ben settanta celle .[1]. La sua regola monastica era caratterizzata da dura disciplina e una sola razione di cibo fatta di pane, datteri e acqua. I monaci dovevano osservare il più assoluto silenzio, dormire su letti di giunco in celle mai riscaldate dal fuoco. Se si assentavano dalla cella dovevano lasciarne la porta aperta, affinché tutti potessero utilizzare le loro cose, se necessario, perché tutto quello che avevano era proprietà comune. Vivevano isolati dal lunedì al venerdì e solo il sabato e la domenica si riunivano nella chiesa per partecipare alle funzioni religiose. Solo in quei due giorni potevano mangiare cibi cotti e bere poco vino. Spesso gli abitanti della vicina Gerico, avrebbero voluto offrire loro cibo e bevande, ma i monaci rifiutavano qualunque dono che avrebbe potuto interrompere i loro digiuni. Gerasimo per i quaranta giorni della Quaresima si nutriva unicamente dell'Eucarestia. Tra i suoi novizi ci fu anche san Ciriaco, un giovane di Corinto che gli fu affidato da Eutimio e che fu suo discepolo fino al 475 anno della morte di Gerasimo.

Giovanni Mosco, che scrisse il Prato Spirituale, un'opera in cui è riportata la vita di Gerasimo, narra che un giorno gli si avvicinò un leone che zoppicava. Gerasimo vide che aveva una grossa spina in una zampa, gliela estrasse e medicò la zampa. Da allora il leone lo seguì fedelmente come un cagnolino, e divenne il compagno di un asino che trasportava l'acqua per il monastero. Quando alcuni predoni rubarono l'asino, il leone tornò da solo da Gerasimo, che pensando che avesse mangiato l'asino lo incaricò di trasportare l'acqua, il leone accettò docilmente. Qualche tempo dopo i ladri tornarono portando con sé l'asino e tre cammelli, il leone li assalì mettendoli in fuga, poi prese le briglie dell'asino e dei cammelli e li portò dal santo, che si scusò con lui per la punizione ingiusta che gli aveva dato. Il leone visse con i monaci per cinque anni, e quando Gerasimo morì, si fermò sulla sua tomba battendo il muso a terra, senza mangiare né bere fino a morire d'inedia[2].

Curiosità

Nelle raffigurazioni artistiche Gerasimo viene rappresentato in abiti monastici mentre cura un leone.

Si pensa che la rappresentazione di Girolamo accompagnato da un leone derivi dalla confusione generata dall'assonanza del nome latino di Gerasimo Hierasimus con quello di Gerolamo Hieronimus, cosa che ha indotto gli antichi artisti ad attribuire a Gerolamo il leone di Gerasimo.

Note
  1. San Gerasimo, Abad su ar.geocities.com (archiviato)
  2. Paul Guérin (a cura di), Vie des Saints des Petits Bollandistes, Parigi, Bloud et Barral editori, 1876, tomo III, pag.185-186.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni