San Guglielmo da Vercelli
San Guglielmo da Vercelli, O.S.B. Religioso | |
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Santo | |
Domenico Antonio Vaccaro, San Guglielmo di Montevergine e il lupo mansueto (XVIII secolo, olio su tela; Mercogliano, Museo Abbaziale di Montevergine | |
Età alla morte | 57 anni |
Nascita | Vercelli 1085 |
Morte | Goleto 25 giugno 1142 |
Professione religiosa | 1100 ca. |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 1785, da Pio VI |
Ricorrenza | 25 giugno |
Santuario principale | Montevergine |
Attributi | baculo pastorale |
Patrono di | Irpinia |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 25 giugno, n. 9:
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San Guglielmo da Vercelli detto anche Guglielmo da Montevergine (Vercelli, 1085; † Goleto, 25 giugno 1142) è stato un abate, eremita e fondatore italiano di monasteri; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Di nobile famiglia, dopo molti pellegrinaggi si ritirò a vita eremitica sui monti dell'Irpinia, nei pressi di Avellino.
Tra il 1118 ed il 1124 gli sarebbe apparsa la Madonna, che gli avrebbe chiesto l'erezione del Santuario di Montevergine. Nel 1119 fondò il monastero degli eremiti di Montevergine, da cui ebbe origine la congregazione Verginiana dell'Ordine di San Benedetto (unita nel 1879 a quella Cassinese).
Nel 1128 affidò la comunità al monaco Alberto e si trasferì in Lucania sul monte Cognato, dove fondò un nuovo cenobio quando la comunità fu sufficientemente autonoma, andò a vivere a Goleto, ancora nell'Avellinese. Qui per un anno visse nel cavo di un gigantesco albero per poi riunire attorno a se una nuova comunità religiosa che formò uno monastero doppio: uno di monaci e uno di monache, ognuno con propria sede e propria chiesa. In seguito vondò altri monasteri in Irpinia e in Puglia, come ci è riferito nella sua prima biografia del XII secolo.
Si spense nel monastero di San Salvatore, oggi San Guglielmo al Goleto, nel territorio di Sant'Angelo dei Lombardi il 25 giugno del 1145.
Culto
Guglielmo fu sepolto nel monastero del Goleto, e nelle sue comunità fu subito venerato come santo. Alcuni vescovi autorizzano anche il culto pubblico, che sarà poi esteso a tutta la Chiesa nel 1785. Il suo corpo verrà traslato nel 1807 dal Goleto a Montevergine, dove si trova tuttora. E lo stesso monastero, per tutta la durata della seconda guerra mondiale, sarà il rifugio segreto e sicuro della Santa Sindone di Torino
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