Abbazia di Santa Maria di Montevergine (Mercogliano)

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Abbazia di Santa Maria di Montevergine
Mercogliano AbbaziaMontevergine.jpg
Abbazia di Santa Maria di Montevergine, complesso monastico
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Campania
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Campania
Provincia Avellino
Comune Mercogliano
Località Montevergine
Diocesi Abbazia territoriale di Montevergine
Religione Cattolica
Indirizzo Loc. Montevergine
83010 Mercogliano (AV)
Telefono +39 0825 72924
Fax +39 0825 756074
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Abbazia
Oggetto qualificazione benedettina
Dedicazione Maria Vergine
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Fondatore San Guglielmo da Vercelli
Data fondazione 1119
Architetti Florestano Di Fausto (cattedrale)
Giacomo Conforti (basilica)
Stile architettonico Barocco, Neoromanico, Neogotico
Inizio della costruzione XII secolo, inizio
Completamento 1126
Data di consacrazione 1126
Coordinate geografiche
40°56′10″N 14°43′43″E / 40.936158, 14.728605 Stemma Campania
Mappa di localizzazione New: Campania
Abbazia di Santa Maria
Abbazia di Santa Maria
Napoli
Napoli
Avellino
Avellino

L'Abbazia di Santa Maria di Montevergine è un complesso monumentale che ospita un monastero benedettino, situato nel territorio del comune di Mercogliano (Avellino), sul monte Partenio a 1270 metri di altitudine sul livello del mare.

Il monastero è sede dell'abate ordinario dell'Abbazia territoriale di Montevergine ed al suo interno si trova la Cattedrale.

Storia

Origini

La fondazione dell'abbazia è strettamente legata alla figura di san Guglielmo da Vercelli (1085 - 1142), monaco eremita, attratto dai pellegrinaggi nei luoghi della cristianità. Rientrato in Italia dopo un lungo viaggio a Santiago di Compostela, secondo le fonti agiografiche, decise di intraprendere un nuovo viaggio verso Gerusalemme. Giunto a Ginosa (Taranto) incontrò san Giovanni da Matera, che gli suggerì di rinunciare al pellegrinaggio e di servire il Signore in Occidente, ma egli, non tenendo conto del consiglio, proseguì per il suo cammino fino a che lungo la strada non venne percosso da un gruppo di briganti. Ricordatosi delle parole di san Giovanni, e dopo un lunga riflessione spirituale, comprese il nuovo cammino da seguire, ossia quello di ritirarsi in solitudine sul monte Partenio, dedicando la sua vita alla meditazione ed alla preghiera. Con il tempo la sua fama di santità aumentò sempre più, tanto che venne raggiunto sul monte da vari uomini desiderosi di trovare Dio sotto il suo magistero: nel 1119, il Santo eresse il monastero costituito da numerose celle, realizzate in fango e malta, per ospitare i discepoli, ed una chiesa, che fu consacrata nella Pentecoste (25 maggio) del 1126 dal vescovo di Avellino, e dedicata a Maria Vergine. La fondazione dell'abbazia fu quindi alquanto spontanea, poiché san Guglielmo non aveva in realtà pensato inizialmente ad una propria comunità monastica.

Ben presto i monaci di Montevergine formarono una congregazione benedettina detta Verginiana, di cui il monastero era il centro, che diede origine a numerosi altri cenobi in tutta l'Italia meridionale: essa fu attiva sia nell'evangelizzazione, utilizzando addirittura il dialetto locale pur di arrivare ai ceti più bassi della società, sia nell'assistenza ai malati, con la costruzione di vari ospedali.

Dal XIII secolo ad oggi

I secoli successivi (XIII - XIV secolo) segnarono il massimo splendore del cenobio: papi, sovrani e nobili arricchirono il monastero sia di beni spirituali che terreni.

Tra il 1378 ed il 1588, l'abbazia conobbe un periodo di profonda crisi sia dal punto di vista spirituale sia economico, iniziata con lo Scisma d'Occidente (1378 - 1420), proseguita ed accentuata quando nel 1430 fu data commenda, che assegnò ad uomini senza alcun interesse religioso i benefici del cenobio. L'ultimo abate commendatario il cardinale Lodovico d'Aragona vendette il monastero alla Casa dell'Annunziata di Napoli, ma nel 1588 papa Sisto V la restituiva alla sua indipendenza.

Nel 1807, l'abbazia venne soppressa da Giuseppe Bonaparte e ripristinata nel 1818.

Nel 1861 subì la confisca dei beni da parte del Governo italiano, che gli vennero però restituiti nel 1868, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato.

Nel 1879, la congregazione Verginiana dell'Ordine di San Benedetto venne unita a quella Cassinese.

All'inizio del XX secolo, la situazione migliorò notevolmente ed il monastero ritornò ad essere uno dei cenobio più importanti dell'Italia meridionale.

Durante la Seconda Guerra mondiale, dal 1939 al 1946, nel monastero venne nascosta la Sacra Sindone di Torino,[1] fortemente ricercata da Adolf Hitler.

Descrizione

Il complesso monastico è attualmente costituito da:

  • Cattedrale
  • Basilica
  • Museo
  • Corretto di notte
  • Refettorio
  • Osservatorio meteorologico

Piazzale dei Tigli

Si accede all'abbazia dall'ampio piazzale dei Tigli, dominato un tempo da un maestoso tiglio che la tradizione faceva risalire all'epoca di san Guglielmo, che è andato distrutto nel 1967.

Cattedrale

Cattedrale (interno)

Sul piazzale si affaccia la Cattedrale, costruita in stile neoromanico per opera dell'architetto romano Florestano Di Fausto (1890 - 1965): i lavori iniziarono nel 1952 e si conclusero con la solenne consacrazione nel giorno dell'Ascensione del 1961.

Interno

L'interno, a tre navate, che s'innesta profondamente nella chiesa antica incorporandone quasi completamente la navata sinistra, presenta un pavimento in granito bicolore ed un soffitto a cassettoni in stucco con simboli liturgici ed eucaristici, e cornici in oro.

Nell'ampio presbiterio, è posto il monumentale Trono eucaristico, composto di marmi policromi, entro il quale è collocato il dipinto raffigurante:

Montano d'Arezzo (attr.), Madonna con Gesù Bambino in trono e angeli (fine XIII secolo), tempera su tavola

Attraverso due arcate ai lati del presbiterio la nuova cattedrale comunica con la chiesa antica, nella quale s'innesta trasversalmente.

Cripta di San Guglielmo

Ai lati del presbiterio, dalle navate laterali, per due porte si scende nella cripta, a tre navate, consacrata nel 1963, dove sono conservati:

  • all'altare, Sarcofago di san Guglielmo contenete le sue spoglie, decorato con rilievi raffiguranti Storie della vita del Santo.
  • alle pareti, entro teche, Tesoro delle Sacre Reliquie affluite al santuario per donazioni e per vari eventi storici.

Nelle navate trovano posto posti otto altari, consacrati nel 1964, ciascuno dedicato a due santi:

Sala di San Guglielmo

In un ambiente, posto alle spalle del campanile e parallelo alla navata destra della nuova cattedrale con prospetto sul cortile, sono conservati gli ex voto donati dai devoti al santuario. Qui ancora, in un locale attiguo è collocato, entro un'urna di bronzo, il corpo del beato Giulio di Nardò, monaco di Montevergine, morto nel 1601.

Campanile

Accanto alla Cattedrale, s'innalza il campanile, inaugurato nel 1925, alto 47 metri e rivestito di granito bianco e grigio, la parte inferiore si presenta in stile ionico con tre arcate decorate da colonne, mentre la parte superiore, dove è posta anche la loggia papale, protetta da una parapetto in marmo, è in stile corinzio; internamente è diviso in cinque piani ed esternamente è decorato con alcuni rilievi marmorei.

Cortile interno

Cortile

Dal piazzale dei Tigli, per un portale quattrocentesco, si accede al cortile interno, di forma irregolare, chiuso su due lati da un porticato cinquecentesco ed adorno di una fontana circolare in ghisa.

Basilica

Della Basilica, risalente al 1126, non rimane quasi nulla: crollata nel 1629, fu ricostruita nel 1645 dall'architetto Giovanni Giacomo Conforto che conservò sostanzialmente lo slancio della struttura gotica originaria.

Esterno

Si entra nella chiesa, dal cortile del monastero, salendo un'ampia scalinata angolare in cima alla quale si attraversa:

  • Portale gotico (fine del XIII secolo), in marmo bianco, costruito per volere della Casa regnante d'Angiò di Napoli: esso si presenta a sesto acuto, decorato da gigli angioini.

Interno

La chiesa si presenta a tre navate suddivise da pilastri: gran parte della navata sinistra è stata demolita per la costruzione della nuova cattedrale.

Della navata sinistra, rimasta intatta, si notano:

Nel presbiterio, si notano:

Nell'abside, a cui si accede per due porte ai lati dell'altare maggiore:

Nella navata destra, si notano:

Basilica, Monumento funebre di Caterina Filangeri (XV secolo), marmo

Museo

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Museo Abbaziale di Montevergine

Accanto alla basilica, in alcuni ambienti del monastero è allestito il Museo Abbaziale di Montevergine, istituito nel 1968, per conservare il ricco patrimonio di opere d'arte e suppellettile liturgica, provenienti dall'abbazia e dal suo territorio.

Altri ambienti monastici

Dal museo si accede ad altri ambienti del monastero, dove si possono visitare:

  • Coretto di notte, così chiamato perché utilizzato per l'ufficiatura notturna, risalente al 1632; sotto l'altare, dal 1939 al 1946, fu custodita segretamente la Sacra Sindone.
  • Refettorio, in origine sala della biblioteca, conserva la struttura del XVIII secolo.
  • Osservatorio meteorologico, che contiene strumenti di osservazione, collegato con l'Ufficio Centrale di Meteorologia.
Note
  1. La sacra Sindone a Montevergine su avellino.agendaonline.it. URL consultato il 19-05-2011
  2. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
  3. Sito del santuario online
Bibliografia
  • AA.VV., Il Santuario di Montevergine. Storia e Arte, Montevergine 2005
  • Gian Maria Grasselli, Pietro Tarallo, Guida ai Monasteri d'Italia, col. "Piemme Pocket", Editore Piemme, Casale Monferrato 1994, pp. 395 - 396 ISBN 9788838443558
  • Placido Mario Tropeano, Montevergine, nella Storia e nell'Arte, Editore: Arturo Berisio, Napoli 1973
  • Touring Club Italiano (a cura di), Campania, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2005, pp. 422 - 427 ISBN 9770309107016
Voci correlate
Collegamenti esterni