San Guglielmo di Malavalle

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San Guglielmo di Malavalle
Laico
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Santo
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San Guglielmo di Malavalle
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Francia
Morte Castiglione della Pescaia
10 febbraio 1157
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione 1202, da Innocenzo III
Ricorrenza 10 febbraio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi abito monacale nero, maglia di ferro da cavaliere, drago, bordone
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Castiglione della Pescaia, Buriano, Vetulonia, Nicola di Ortonovo e Tirli
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 10 febbraio, n. 8:
« Nella grotta di Stabulum Rhodis presso Grosseto, san Guglielmo, eremita di Malavalle, dal cui modello sorsero molte comunità di eremiti. »

San Guglielmo di Malavalle, conosciuto anche con il nome di San Guglielmo il Grande (Francia; † Castiglione della Pescaia, 10 febbraio 1157), è stato un eremita e fondatore italiano dell'Ordine di San Guglielmo (Guglielmiti).

Biografia

Tra storia e leggenda

I primi anni della vita di San Guglielmo sono incerti. Esistono diverse tradizioni e leggende, ma le prime testimonianze scritte a noi pervenute sono molto posteriori alla sua morte.

Secondo una tradizione molto viva in Toscana, e in parte avallata dalla breve biografia lasciata dal suo primo discepolo Alberto, sarebbe stato un cavaliere francese appartenente alla famiglia ducale d'Aquitania e discendente da una nobile famiglia del Poitou. Avendo condotto una vita immorale e sregolata, intorno all'anno 1140 fu scomunicato da Papa Eugenio III. La colpa di Guglielmo doveva essere grave se il Eugenio III rifiutò di concedergli il perdono durante la sua visita all'Abbazia di Clairvaux. Si tramanda che Guglielmo si sia convertito a opera di Bernardo di Chiaravalle. Dopo aver compiuto tutti e tre i grandi pellegrinaggi medioevali (a Santiago di Compostella, Roma, Gerusalemme, sarebbe giunto in Toscana dove sarebbe diventato eremita.

Lotta con il drago

La tradizione agiografica si sovrappone con quella di San Giorgio: tipica la lotta con il drago, la presenza sotto il saio eremitano, di una maglia di ferro. Infatti secondo la leggenda San Guglielmo avrebbe ucciso un drago che infestava le campagne di Castiglione della Pescaia.

Eremo

Scelse vari luoghi per ritirarsi in solitudine, tutti in Toscana (tra cui l'Eremo di Santa Maria ad Martyres e l'eremo dei Santi Jacopo e Verano alla Costa d'acqua sul Monte Pisano, Volterra) e infine a Malavalle nel territorio di Castiglione della Pescaia.

Pochi sono i fatti tramandati da Alberto sul periodo tra lo sbarco a Pisa di Guglielmo di ritorno dal suo pellegrinaggio in Terra Santa e il suo arrivo a Malavalle. L'eremita aveva cercato presso diverse comunità cenobitiche e di anacoreti, l'ideale di vita a cui aspirava, l'ascesi più rigida nella solitudine e nell'isolamento.

Inizialmente aveva tentato influenzare con il suo modo di vivere gli eremiti delle comunità in cui entrava, ma dopo qualche anno abbandonò tali aspirazioni e si allontanò dalla vita comunitaria. Trascorse gli ultimi anni della sua vita come anacoreta in preghiera, in silenzio, in digiuno e penitenza.

Nascita dell'Ordine di San Guglielmo

San Guglielmo non fondò alcun ordine religioso, né scrisse alcuna regola, ma dall'Epifania del 1156 accolse come discepolo, Alberto. Dopo la morte di Guglielmo, poco più di un anno dopo, questi ne avrebbe trascritto gli insegnamenti e fissato la Regola Guglielmita di derivazione benedettina cistercense, le Consuetudines e Regula sancti Guillelmi. Nel 1211 la regola dell'ordine di san Guglielmo fu approvata dal papa Innocenzo III.

La comunità degli eremiti di Malavalle crebbe velocemente subito dopo la sua morte, diffondendosi in Toscana, nel Lazio e nelle Marche.

Nel 1244 furono fondate le prime comunità all'estero, nel 1256 conventi erano presenti nel nord della Francia, in Belgio, in Boemia e in Ungheria.

Canonizzazione

Alla sua morte il suo sepolcro fu subito meta di pellegrinaggi di devoti dalla Toscana, dal Lazio e dalle Marche.

Il culto di San Guglielmo venne approvato dal papa Alessandro III tra il 1174 e il 1181.

La festività di San Guglielmo è il 10 febbraio ma, nei paesi maremmani, si festeggia di solito agli inizi di maggio con delle feste e delle processioni fino all'eremo.

Iconografia

Guglielmo viene rappresentato con l'abito grigio, caratteristico dell'ordine fino al 1256 o con la veste nera adottata dopo l'unificazione con gli eremitani agostiniani. Sotto la quale si intravede la maglia di ferro da cavaliere, in ricordo del suo passato e perché si dice che fu portata dal santo come cilicio. Molte sue immagini riportano il drago e il bastone da pellegrino.

Il Guercino ha disegnato un San Guglielmo di Aquitania [1] un carboncino conservato nella Pinacoteca civica di Cento

Si possono trovare dipinti e/o statue di san Guglielmo nelle seguenti chiese:

Nome

Viene anche indicato come san Guglielmo d'Aquitania, confondendolo con il duca di quella regione Guglielmo d'Aquitania.

Bibliografia
  • Fabio Figara, San Guglielmo di Malavalle. La storia e il culto di un eremita medievale, collana "TuttiAutori" Milano, Lampi di Stampa, 2009.
  • Margherita Eichberg, L'Eremo di San Guglielmo di Malavalle a Castiglione della Pescaia. La storia, lo scavo, il restauro, collana "QUaderni del patrimonio culturale" a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Siena e Grosseto, Roma, Edizioni Kappa, 2004.
  • Kasper Elm, Beiträge zur Geschichte des Wilhelmitenordens, Bohlau Verlag, Köln 1962 [2]
Collegamenti esterni