Sant'Anselmo di Nonantola
Sant'Anselmo di Nonantola, O.S.B. Presbitero | |
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Santo | |
Michele di Matteo, Scomparto di polittico con Sant'Anselmo di Nonantola (1460), tempera su tavola; Nonantola, Museo Benedettino e Diocesano d'Arte Sacra | |
Età alla morte | 83 anni |
Nascita | Cividale del Friuli 720 |
Morte | Nonantola 803 |
Professione religiosa | VIII secolo |
Ordinazione presbiterale | VIII secolo |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 3 marzo |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 3 marzo, n. 7:
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Sant'Anselmo di Nonantola (Cividale del Friuli, 720; † Nonantola, 803) è stato un abate e presbitero longobardo. Fu uno dei personaggi più importanti del monachesimo dell'Alto Medioevo e l'unico santo longobardo di cui ci siano pervenute notizie certe.
Biografia
Si suppone che Anselmo sia nato verso il 720 a Cividale o Vicenza, figlio di Wectari di Vicenza, duca del Friuli e fratello di Giseltrada che ancò sposa a re Astolfo e di Aidin con cui possedeva beni terrieri a Verona e Vicenza.
Fu per qualche tempo anche duce del Friuli; nel 749, Anselmo lasciò tutte le attività e cariche politiche per dedicarsi a una vita di ascesi; lasciò il Friuli risalendo la valle dell'Alto Panaro, dove il cognato re Astolfo, gli dona la terra di Fanano e qui si ferma a fondare un cenobio per accogliere i discepoli che ormai gli si erano radunati attorno e più in alto verso il passo di Santa Croce Arcana, aprì un ospizio per pellegrini che prese il nome di san Jacopo di Val d'Amola.
L'opera di accoglienza dei pellegrini, molto numerosi nella valle, che era uno dei passaggi obbligati tra il Nord e la Toscana, costituì un impegno primario nell'attività dei suoi monaci. Nel 751 il re Astolfo che aveva mire espansionistiche, aveva occupato Ravenna e donato ad Anselmo un altro territorio tolto dal Ducato di Persiceta, di nome Nonantolae, che controllava le strade che da Verona e Piacenza scendevano a Bologna.
Il santo abate e i suoi monaci, si diedero da fare per edificare una chiesa e il monastero, bonificando e coltivando quelle terre ormai abbandonate e incolte, attività che produsse un vantaggio economico e sociale a tutta la regione. Si sa che la chiesa dedicata alla Madonna venne consacrata l'8 ottobre 752 dal vescovo Geminiano della diocesi di Reggio Emilia per delega di Papa Adriano I. Una seconda dedica questa volta agli Apostoli è fatta dall'arcivescovo di Ravenna Sergio, la Vitae continua a narrare dicendo che nel 752 Anselmo insieme a re Astolfo si recò a Roma, per offrire in dono al Papa Adriano I il monastero nonantolano.
Il Sommo Pontefice, conferì ad Anselmo la dignità di abate e gli donò le reliquie del santo Papa Silvestro e di altri martiri; così il 20 novembre 756 il vescovo di Bologna, Romano compì una terza dedicazione della chiesa e monastero questa volta a san Silvestro I Papa.
L'opera dell'abate Anselmo fu marcata dalla grandiosa attività di assistenza sociale e spirituale svolta a favore delle folle degli umili che si sviluppò e proseguì nei secoli, attraverso i suoi monasteri. Oltre quello di Fanano, egli fondò altri tre monasteri con annessi ospizi, dipendenti dall'abbazia di Nonantola: quello di sant'Ambrogio dove il fiume Panaro taglia la via Emilia, quello del Vicus Domnani a Vicenza ora san Silvestro e quello non meglio identificato nel luogo detto Susonia con l'oratorio di santa Giustina.
Oltre 1100 monaci da lui dipendenti si dedicarono all'ascesi, all'assistenza sociale, alla trascrizione dei codici, all'attività ospedaliera, alla bonifica dei terreni, in perfetta armonia con la regola di san Benedetto da Norcia. Per un certo numero di anni fu esilaiato a Montecassino, durante il regno di Desiderio. Anselmo poté ritornare a Nonantola solo dopo la morte di Desiderio; nel periodo cassinese acquistò per la sua abbazia vari codici, infatti queste operazioni sono registrate nell'archivio Nonantolano compilato verso il 1000.
Si prodigò anche per la pace fra longobardi e franchi, al punto che il re franco Carlo Magno, lo ringraziò con larghi benefici e privilegi per la sua abbazia.
Morì il 3 marzo 803 ad 80 anni di età e a 50 dalla fondazione del monastero; fu sepolto nella chiesa della stessa abbazia.
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