Teodoreto di Ciro

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Teodoreto di Ciro
Religioso
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battezzato
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Teodoreto di Ciro
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 73 anni
Nascita Antiochia di Siria
393 ca.
Morte Cirro
466
Sepoltura
Appartenenza
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Professione religiosa V secolo
Ordinato diacono
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Collegamenti esterni
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Teodoreto di Ciro (Antiochia di Siria, 393 ca.; † Cirro, 466) è stato un monaco, teologo e scrittore siriaco dell'epoca patristica.

Biografia

Fu allevato negli ambienti monastici siriani, dove apprese la cultura greca classica e quella cristiana. Probabilmente fu discepolo di San Giovanni Crisostomo e di Teodoro di Mopsuestia,

Nel 423 fu eletto vescovo di Ciro, una cittadina presso Antiochia, e subito si mise all'opera per estirpare le eresie che circolavano nella sua diocesi, soprattutto il marcionismo e l'arianesimo.

Lo scontro con Cirillo

Quando nel 430 Cirillo di Alessandria scrisse i suoi dodici (Anatemi) contro Nestorio, Teodoreto prese le difese di quest'ultimo, e, su richiesta di Giovanni di Antiochia, scrisse nel 431 una confutazione degli Anatemi, il cui titolo completo era: Reprehensio duodecim capitum seu anathematismorum Cyrilli ("Confutazione in dodici capitoli o degli anatematismi di Cirillo"), che è andata perduta. Comunque, Teodoreto sottoscrisse la condanna contro Nestorio del Concilio di Calcedonia.[1]

Quanto ci è pervenuto della sua opera lo si deve a Cirillo stesso, che lo cita per esteso nella sua Epistula ad Euoptium adversus impugnationem duodecim capitum a Theodoreto editam ("Lettera ad Euopzio contro l'impugnazione dei dodici capitoli scritta da Teodoreto"). fu condannato dal Concilio di Costantinopoli II nel 553. Teodoreto attaccò duramente sia Cirillo che le decisioni del Concilio in uno scritto, anch'esso andato perduto, dal titolo Pentalogus. Nel 449 venne deposto dalla sua sede episcopale.

Altre opere

Scrisse un'apologia del cristianesimo dal titolo Graecorum affectionum curatio ("La cura delle malattie dei greci"), nella quale in dodici discorsi mette a confronto le risposte pagane e quelle cristiane alle fondamentali questioni filosofiche.

Fu inoltre autore di una Storia ecclesiastica, che continua quella di Eusebio di Cesarea dal 323 al 428, e di un trattato sulla Trinità, De sancta et vivifica Trinitate.

Scrisse due opere contro la dottrina monofisita di Eutiche: il Polymorphos e l'Haereticarum fabularum compendium.

Pensiero

Teodoreto rifiutò di utilizzare formule teopaschiste, cioè di usare espressioni come "Il Figlio di Dio morì sulla Croce", e protestò di continuo nei suoi scritti contro ogni forma di teopaschismo. Egli afferma che la risurrezione è soltanto la risurrezione del corpo di Cristo, ma non della sua anima o della sua divinità. Per Teodoreto la morte di Cristo consistette nella separazione dell'anima immortale dal corpo mortale.

La riflessione di Teodoreteo non considera l'unione ipostatica, e le azioni di Cristo sono pensate come frutto di due nature. Le parole physis e hypostasis vengono utilizzate da Teodoreto come sinonimi di umanità, realtà umana, natura umana.

Edizione critica delle opere

  • Clavis Patrum Graecorum III, 6200-6288
Bibliografia
Voci correlate
  1. Cf. E. Cattaneo - G. De Simone - C. Dell'Osso - L. Longobardo, Patres ecclesiae. Una introduzione alla teologia dei Padri della Chiesa, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2009, p. 210.