Utente:Quarantena/Riforma Protestante
La Riforma protestante è il nome dato al movimento religioso, con risvolti politici rivoluzionari, che ha portato alla nascita del protestantesimo.
L'origine del movimento è da attribuire al monaco agostiniano Martin Lutero, ma altri protagonisti importanti furono Giovanni Calvino, Ulrich Zwingli, Thomas Müntzer e Filippo Melantone.
Il termine Riforma
Questo termine, scelto non a caso dai protestanti stessi, è fuorviante: la Riforma protestante non è propriamente una riforma. Per riforma di qualsiasi fenomeno storico, specialmente nella Chiesa, si intende, infatti, una ripresa di autenticità della propria identità e delle proprie origini, un approfondimento, una maturazione: un "rinnovamento", quindi, che tiene conto delle nuove circostanze. La riforma Cluniacense del IX-X secolo è, in tal senso, una riforma della Chiesa: infatti, attraverso di essa, acquisì una nuova vitalità. Il ragionamento è identico per la nascita dell'ordine francescano e di quello domenicano. Al contrario, la Riforma protestante tronca i legami con le origini. Quello che nasce da Lutero non si può definire un approfondimento, ma uno sviluppo e una reinterpretazione in senso moderno della originale identità cristiana.
Prima della Riforma
È possibile vedere alcuni dei motivi ripresi nella Riforma nei numerosi movimenti rinnovatori che attraversavano l'Europa tardo medievale, movimenti che, in genere, nascevano dal basso, reclamando una forma di cristianesimo più austero: questi movimenti, però, sfociavano solitamente in confraternite o ordini religiosi che rimanevano all'interno della Chiesa cattolica. Invece, isolati "riformatori religiosi" (come Jan Hus in Boemia), movimenti ereticali quali Catari, Valdesi, Begardi e Beghine avevano scelto di manifestare un cristianesimo che contrastava quello praticato dalla Chiesa.
La Riforma protestante, nata anch'essa come movimento dissenziente, riuscì ad affermarsi, diffondersi ed imporsi in alcune aree d'Europa sia per il particolare momento storico, sia soprattutto perché, diversamente dagli altri movimenti ereticali, ebbe l'appoggio politico ed economico di molti principi, che ne fecero la religione di stato per ottenere i beni materiali di proprietà delle diocesi.
La Riforma Protestante
Le cause
La causa occasionale fu la polemica sorta a seguito delle 95 tesi di Lutero pubblicate contro la dottrina delle indulgenze. Lutero non appese le tesi sulla cattedrale come forma di protesta contro la chiesa, ma per ricevere da essa dei chiarimenti su nozioni dottrinali poco chiare o contraddittorie.
Le cause reali sono molteplici e spesso intrecciate fra loro:
- Tra le cause maggiori vi fu la nuova interpretazione di Lutero, influenzato anche dal pensiero di Guglielmo da Occam, dei fondamenti della fede e dell'organizzazione ecclesiastica. La predicazione di Lutero da un lato riprendeva motivi anticlericali diffusi nella società tedesca ed europea, dall'altro proponeva in modo convincente e vigoroso un nuovo modo di vedere il rapporto con Dio e la Chiesa, attraverso una lettura personale della Scrittura. Seppe anche avvalersi di collaboratori come Filippo Melantone, umanisti e tendenzialmente conservatori, che evitarono estremismi che avrebbero reso il protestantesimo poco gradito ai principi e alle città che ne furono i promotori.
- Altra causa fu la diffusa rilassatezza della gerarchia ecclesiastica cattolica: al tempo, le cariche ecclesiastiche potevano essere cumulate per beneficiare di più rendite e senza che a questo corrispondesse effettivamente lo svolgimento di un ministero ecclesiastico. Al beneficium spesso non corrispondeva l'officium. La predicazione era il più delle volte affidata agli ordini mendicanti, mentre vescovi e abati dei grandi monasteri erano spesso membri di famiglie di nobili che si disinteressavano dell'aspetto religioso dell'amministrazione delle diocesi. Ciò indebolì la reazione religiosa, più che quella politica, alle critiche teologiche di Lutero all'organizzazione ecclesiastica.
- La chiesa possedeva vasti territori e riscuoteva decime. I nobili passati al protestantesimo potevano secolarizzare queste proprietà e prenderne possesso, rendendole ereditarie. Fu in questo modo che ad esempio si costituì il nucleo della Prussia, con la secolarizzazione dei territori dell'Ordine Teutonico dopo che il Gran maestro Albert di Hohenzollern passò al luteranesimo.
- A tutto questo si intrecciò il fattore politico. Il Sacro Romano Impero era un organismo complesso, costituito dall'imperatore, al tempo Carlo V, che doveva regnare col consenso dei principi e dei feudatari. La religione divenne un importante elemento in questo equilibrio precario, a sua volta in relazione col papato, con le altre monarchie europee e minacciato dai Turchi nelle frontiere sud orientali.
Martin Lutero
L'inizio della riforma viene tradizionalmente fatto coincidere con la pubblicazione il 31 ottobre 1517, da parte di Lutero, delle 95 Tesi a Wittenberg in Sassonia, in cui si criticava l'abuso di questa usanza da parte dei predicatori a lui contemporanei, senza peraltro mettere in discussione la struttura tradizionale della Chiesa cattolica.
Lo scalpore suscitato dalle Tesi e la denuncia da parte dell'arcivescovo Alberto di Brandeburgo, banditore dell'indulgenza, fece sì che Lutero venisse chiamato a Roma a discutere le Tesi. Lutero, grazie alla protezione dell'Elettore di Sassonia Federico, ottenne che le tesi venissero discusse in Germania. Ebbe quindi diverse discussioni con teologi, fra cui Johannes Eck nel 1518, che lo confermarono sempre più nelle sue opinioni, che nel frattempo diventavano più nette: la Bibbia era la sola autorità, e la salvezza era dovuta alla sola fede.
La rottura definitiva con Roma avvenne nel 1519, quando Papa Leone X emanò la bolla Exsurge Domine nella quale si richiedeva a Lutero di ritrattare le sue dottrine entro 60 giorni. Lutero reagì dando fuoco alla bolla e bruciando anche i libri di diritto canonico, simbolo dell'autorità romana. La sentenza definitiva da parte del Papa fu la scomunica del 1520.
Le opinioni di Lutero vennero ampliate in tre importanti scritti del 1520: La libertà del cristiano, La cattività babilonese della Chiesa, Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca.
Compare anche l'altro fattore fondamentale per la diffusione della riforma: l'appoggio ricercato nel potere politico, che troverà in Lutero il modo per eliminare il legame fra Roma e principi tedeschi e anche di poter secolarizzare i beni ecclesiastici, che diventavano proprietà del principe o, nelle città, acquistati dai borghesi.
Carlo V, d'accordo con il Papa, fece un nuovo tentativo di conciliazione, invitando Lutero alla Dieta di Worms (1521). Nuovamente il riformatore rifiutò di ritrattare le proprie affermazioni. L'imperatore, che si era impegnato nei suoi confronti con un salvacondotto, decise comunque di metterlo al bando dell'Impero con un editto.
L'Elettore Federico III di Sassonia organizzò allora un finto rapimento e lo fece portare al castello di Wartburg (1521-1522) per proteggerlo. Qui Lutero si dedicò alla traduzione della Bibbia in tedesco.
Motivi della Riforma
Un'attenta analisi storica conduce ad evidenziare come Martin Lutero non avesse l'intenzione di creare un movimento religioso ereticale né volesse - almeno inizialmente - giungere allo "strappo" con Roma.
Quando il cardinal Tommaso Caetano cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, poiché egli non si considerava un eretico, rifiutò la richiesta del legato invocando la protezione del Papa contro i calunniatori e i nemici: fino a quel momento Lutero non aveva mai auspicato una frattura del mondo cristiano, tutti gli scritti di quel periodo dimostrano un chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa, che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo. Verso la fine del 1518 fu inviato a Wittenberg il giovane sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica; in cambio il papato avrebbe garantito il silenzio degli avversari di Lutero in Germania. Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato Istruzione su alcune dottrine (1519). La tregua formale non durò che qualche mese giacché le università cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti. Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a Lipsia nel febbraio del 1519 tra Lutero e un professore proveniente da Ingolstadt, Johann Eck. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione da parte di Lutero di condividere alcuni punti della dottrina hussita. Ciò fornì al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché cento anni prima il Concilio di Costanza aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche. Tornato a Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis, ma il chiarimento non sortì alcun concreto effetto. Nel gennaio del 1520 si riunì a Roma il primo concistoro contro Lutero, ed in giugno fu emanata la bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica: infine, poiché il monaco aveva ormai accettato di porsi in contrasto con la Chiesa, il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero, con l'accusa di eresia hussita.
Dottrina luterana e le sue conseguenze
Il luteranesimo prevede un diverso approccio delle Sacre Scritture rispetto alla Chiesa cattolica, in particolare rifiutando l'interpretazione del Magistero in continuità con la Tradizione: ogni credente è libero di interpretare come meglio crede quanto affermato nella Bibbia. Muovendosi in questa direzione, procedette a tradurre nuovamente il sacro testo in tedesco (opera comunque già compiuta da altri prima di lui).
Lutero elaborò la teoria della giustificazione per sola fede: l'uomo può salvare la sua anima solo avendo fede in Gesù Cristo, negando ogni valore salvifico alle opere buone.
In merito all'Eucaristia, che Lutero chiamava "Sacramento dell'Altare" o "Santa Cena", egli negava la transustanziazione, quindi la presenza reale di Gesù mediante la trasformazione di pane e vino in vero Corpo e Sangue di Cristo, affermando invece la consustanziazione, presenza reale di Gesù insieme al pane e al vino. In merito alla Santa Cena, la cui liturgia era celebrata nella lingua del popolo ma parzialmente anche in latino, non vi è uniformità di vedute da parte degli altri protestanti.
La Riforma negò che ci potessero essere altri intermediari tra l'uomo e Dio al di fuori di Gesù Cristo. Ne consegue il rifiuto di venerazione dei santi, (e in particolare di Maria, e del ruolo d'intercessione della chiesa. La riforma nega che il cristianesimo possa avere una struttura ecclesiastica.
Come Sacramenti restano solo il Battesimo, (viene mantenuta parzialmente anche la Confessione), l'Eucarestia, nella quale si riafferma la presenza reale ma si nega (o si riduce ad opinione privata) la transustanziazione, in favore della consustanziazione. Gli altri sacramenti tradizionali, come il matrimonio o l'ordine sacro non sono aboliti ma considerati riti ecclesiastici.
La Riforma fuori dalla Germania
In Inghilterra: l'indipendenza dell'anglicanesimo
La Riforma di Enrico VIII fu inizialmente uno scisma dalla Chiesa di Roma, più che una vera e propria riforma di tipo teologico. Vennero soppressi i monasteri per redistribuire le terre e i beni alle famiglie inglesi.
Enrico VIII sanzionò questa separazione con importanti prese di posizione a difesa della Nazione, reagendo con pugno fermo contro i dissidenti. Fra i cattolici venne condannato a morte il filosofo e Cancelliere Tommaso Moro (1535). Fu con la morte di Enrico VIII, sotto i suoi figli, Edoardo VI ed Elisabetta I[1] che la Chiesa Anglicana ebbe un indirizzo più marcatamente riformato accogliendo idee luterane e calviniste. Edoardo VI (1547-1553) successe al padre a soli sei anni quando i suoi ministri consolidarono la dottrina. Gli successe la sorellastra (Enrico VIII ebbe sei mogli) Maria I d'Inghilterra detta anche Maria la Cattolica (1553-1558) che tentò di ripristinare la fede cattolica nonostante l'opposizione della nobiltà (che le affibbiò il titolo di Maria la Sanguinaria). Sposò Filippo II, re di Spagna (figlio di Carlo V) ed appoggiò il marito nella guerra contro Enrico II perdendo Calais (1558). Morì in quello stesso anno. Le successe la sorellastra Elisabetta I (1558-1603), nemica del papato e della Spagna. Ella ripristinò l'atto di supremazia e diede alla Chiesa Anglicana un ordinamento definitivo.
In Italia
In Italia il protestantesimo rimase sempre un fenomeno di nicchia, limitato a una piccola parte della borghesia. Nel corso del XVI secolo i circoli di simpatizzanti protestanti più importanti si trovavano a Venezia, Napoli e Ferrara.
In seguito al Concilio di Trento, i pochi intellettuali protestanti che decisero di emigrare dall'Italia per professare la loro fede al di fuori da stati apertamente cattolici scelsero prevalentemente la città di Ginevra. Purtroppo, non erano a conoscenza che qui non era diffusa la stessa tolleranza religiosa italiana, per cui molti di essi vennero condannati al rogo dagli stessi calvinisti in quanto luterani o comunque appartenenti ad altri rami del protestantesimo.
Di questo movimento storico non esiste più traccia nell'Italia attuale se non per i Valdesi, movimento riformato medievale diffuso soprattutto nella Val Pellice, che nel XVI secolo aderirono al protestantesimo ispirandosi ai calvinisti.
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