Why do I use my paper, ink and pen?
Why do I use my paper, ink and pen? | |
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William Byrd | |
Compositore | William Byrd |
Tipo di composizione | canzone |
Sottotipo | consort song |
Data composizione | 1582 ca. |
Luogo composizione | Londra |
data pubblicazione | 1588 |
Luogo pubblicazione | Londra |
Editore | Jeremy Smith |
Organico | |
Durata | 6.40 |
Documenti Partitura dell'opera - versione a cappella del 1588 | |
Invito all'ascolto |
Why do I use my paper, ink and pen? (inglese, "Perché uso la mia carta, il mio inchiostro e la mia penna?") è il titolo di una canzone scritta da sant'Enrico Walpole e musicata da William Byrd probabilmente nel 1582, in ricordo del martirio di sant'Edmondo Campion, avvenuto il 1º dicembre 1581.
Una canzone per i martiri gesuiti
Per approfondire, vedi le voci William Byrd , Sant'Edmondo Campion , sant'Enrico Walpole e Santi quaranta martiri di Inghilterra e Galles |
Il conflitto religioso fra Cattolici e Anglicani nell'Inghilterra del XVI secolo ebbe fatalmente una escalation nella seconda metà degli anni 70.
Il primo passo avvenne a Roma nel 1576, quando l'antico Ospizio inglese fu trasformato in seminario, per volontà del cardinale William Allen[1] che fondò così il Venerabile Collegio Inglese[2] con lo scopo di formare sacerdoti di nazionalità inglese e gallese.
L'anno seguente, 1577, nel regno britannico entrarono in vigore le leggi contro la recusancy (rifiuto di frequentare i servizi liturgici della Chiesa d'Inghilterra). Nello stesso anno morì il primo presbitero condannato a morte, San Cuthberto Mayne, impiccato e squartato.
Nel 1580, poi, cominciò in Inghilterra la missione ufficiale pontificia dei gesuiti, iniziata con l'arrivo di due presbiteri, Edmondo Campion e Roberto Persons, che portarono seco il novizio Alessandro Briant. Dopo un mese dal suo arrivo, Campion diffuse un documento, il famoso "Brag" (provocazione, o manifesto al Consiglio Privato della Regina), con il quale spiegò a Elisabetta lo scopo della missione:
« | di portare lietamente la croce e di non disperare mai di potervi ricuperare finché rimane un uomo da godere il vostro Tyburn[3], o per subire le vostre torture o consumarsi nelle vostre prigioni » |
Il punto di svolta fu la brutale esecuzione di Campion e Briant il 1º dicembre 1581, il primo torturato e squartato, il secondo morto a seguito delle torture prima ancora di arrivare al patibolo: questo evento scosse tutta l'Inghilterra, ma soprattutto la comunità cattolica.
Assistendo alla sanguinaria uccisione di Campion, il poeta sant'Enrico Walpole, scioccato per la ferocia con la quale il potere si era macchiato del sangue dei gesuiti, compose tra la fine del 1581 e gli inizi del 1582 un poema polemico di denuncia, che prese il titolo dal primo verso "Why do I use my paper, ink and pen?". A seguito di quei fatti Walpole decise di cambiare vita e diventare sacerdote; anch'egli fu in seguito vittima delle persecuzioni elisabettiane.
La poesia fu pubblicata dall'editore Vallanger, che per questo motivo fu arrestato e punito col taglio degli orecchi; Why do I use continuò a circolare assai rapidamente negli ambienti cattolici clandestini inglesi, mentre dalle autorità fu considerata sediziosa (inflammatory) e vietata. Tuttavia, anziché sparire, essa fu addirittura messa in musica da William Byrd, il quale probabilmente già nel 1582 ne scrisse lo spartito.
La canzone fu anche pubblicata da Byrd, che coraggiosamente la incluse nella raccolta Psalmes, Sonets e Songs del 1588, ma il musicista ebbe l'accortezza di purgare il testo dai versi più pericolosi, soprattutto di tutte le stanze in cui comparivano espliciti riferimenti alla vicenda dei gesuiti.
Il brano
Il testo di Enrico Walpole
Il testo inglese integrale della poesia | |
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Le notizie più antiche su questo componimento ci giungono dal libretto "A briefe historie of the glorious martyrdom of twelve reverend priests"[4] scritto nel 1582 dal cardinale Allen, nonché dalle lettere del 7 luglio e del 3 settembre dello stesso anno, indirizzate dal cardinale a padre Agostino Agazzari[5].
Il cardinale Allen nel suo libriccino accluse il testo integrale di vari poemi nonché la riproduzione di incisioni raffiguranti le raccapriccianti tappe delle torture e conseguenti esecuzioni capitali cui erano sottoposti preti e laici cattolici: egli raccontò che, anche se la morte di Campion non fu la prima, essa suscitò numerosi moti di ribellione molto accesi nelle comunità cattoliche.
Anche le arti si mobilitarono, e cominciarono subito a circolare una serie di poesie e libelli in prosa, come "True Report of the death and Martyrdome of. M. Campion, Jesuite, whereunto is annexid certayne verses made by sundrie persons", stampato e ristampato da Stephen Vallenger e contenente anche i versi di "Why do I use my paper, ink and pen?".
Questo rimase comunque il più famoso tra i componimenti in onore della morte di Campion: fu attribuito a Enrico Walpole, soprattutto in forza della testimonianza scritta dal fratello, il gesuita padre Christopher Walpole, dopo il martirio di sant'Enrico.
Il cardinale Allen nel suo scritto espresse qualche riserva sull'esattezza di tale attribuzione, ritenendo che il santo martire ne fosse stato l'autore principale ma che il testo fosse il prodotto dell'intervento di più mani: la tesi è condivisa anche dalla prefazione alla "Briefe historie", che ritenne evidente la presenza di stili molto diversi nelle varie strofe.
Il componimento è piuttosto lungo, in trenta strofe di sei versi endecasillabi ciascuna, le cui rime seguono lo schema ABABCC (quattro versi a rima alternata e due a rima baciata).
La musica di William Byrd
Il testo inglese e italiano della canzone musicata | ||||||||||||
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Byrd compose una canzone nella forma della consort song, cioè del brano cantato da una voce solista, solitamente un Altus, accompagnata da un gruppo di quattro strumenti, preferibilmente viole da gamba. Questa versione, inserita nei "Dow partbooks"[6], divenne ben presto famosa nei circoli cattolici, nonostante la pericolosità del testo.
Per la stampa del 1588 invece Byrd riarrangiò, adattando tutte le linee melodiche alle voci, ed il pezzo così diventò a cappella.
La tecnica con cui vengono trattate le voci è l'imitazione; inoltre tutto il brano è la partitura di un testo commovente in lunghi paragrafi, che nell'andamento melodico fluido riflette lo stato d'animo espresso dalle parole del testo, cioè il lamento per la morte gloriosa ma ingiusta di un santo.
Gli aspetti di cui sopra, uniti all'uso delle tecniche del contrappunto alla maniera di Alfonso Ferrabosco, fanno di Why do I use un brano nel più tipico stile di Byrd, quello che con espressione coniata da Joseph Kerman possiamo chiamare affettivo-imitativo.
La fortuna del brano
La fortuna che il brano ebbe nel XVI secolo non durò: la melodia ripetitiva, il clima cupo, forse anche l'oscurità del testo ne fecero declinare pian piano la fama, e non vi sono stati molti studi su questa canzone.
Solo verso la fine del XX secolo i musicologi ne hanno rivalutato la qualità ed avviato approfondimenti: per esempio, la studiosa Denise Pelusch ha sottolineato la somiglianza di Why do I use con l'Elegie sur le Despart de la Royne Marie retournant à son Royaume d'Escosse composta da Pierre de Ronsard nel 1561: secondo la studiosa la somiglianza non è casuale, dal momento che la Royne Marie di Ronsard era la cattolica Maria Stuarda.
In ogni caso, probabilmente non si tratta della partitura più bella di Byrd: ma la sua importanza, tenendo conto delle vicende legate ad essa, va ben al di là del mero aspetto musicale.
Note | |
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Fonti | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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Collegamenti esterni | |
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