Annunciazione (Beato Angelico, Madrid)
Beato Angelico, Annunciazione (ante 1435), tempera su tavola | |
Annunciazione del Prado | |
Opera d'arte | |
Stato | Spagna |
Comunità | Madrid |
Regione ecclesiastica | [[|]] |
Provincia | Madrid |
Comune | Madrid |
Diocesi | Madrid |
Ubicazione specifica | Museo del Prado |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Fiesole |
Luogo di provenienza | Convento di San Domenico |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | San Gabriele arcangelo annuncia a Maria la nascita di Gesù; Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre; Storie della vita di Maria Vergine |
Datazione | 1435 ca. |
Ambito culturale | |
ambito fiorentino | |
Autore | Beato Angelico (Guido di Pietro) |
Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 194 cm; l. 194 cm |
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L'Annunciazione è una pala d'altare, eseguito entro il 1435 circa, a tempera su tavola, dal Guido di Pietro, detto Beato Angelico, proveniente dal Convento di San Domenico di Fiesole e conservata presso il Museo del Prado a Madrid.
Descrizione
Pannello centrale
Il pannello centrale mostra due scene, che raffigurano due diversi momenti della narrazione:
- a sinistra la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre: la necessità dell’Incarnazione;
- a destra l’Annunciazione, composta dall’arcata dell’Arcangelo e quella della Madonna: inizio della Redenzione.
Il pittore così connette due momenti tra loro lontani nel tempo, ma strettamente collegati, l’inizio del peccato, con la disobbedienza dei progenitori e l’avvento della grazia per l’obbedienza di Maria.
Annunciazione
La scena si svolge in un portico rinascimentale ad arcate leggermente scorciate, eseguite con sapienza prospettica, dove compaiono:
- San Gabriele arcangelo, dal volto bellissimo, in elegante vestito rosa, ha le ali variopinte e ancora dispiegate, segno che è appena arrivato: la testa è circondata da un’aureola dorata, segno della sua santità. Le sue braccia sono incrociate e la sua figura è inclinata verso Maria in segno di rispetto e di venerazione, mentre le annuncia la nascita di Gesù.
- Maria Vergine si piega accettando con umiltà la sua missione, è seduta su un seggio coperto da un ricco drappo che funge anche da tappeto, ed ha sulle ginocchia un libro aperto, simbolo delle Scritture che si avverano. Ella è vestita con una veste rosata, che esprime la sua regalità e la sua dignità di donna, e con un manto azzurro, segno del divino e della contemplazione. Anche le sue mani sono incrociate, racchiuse sul petto, come a manifestare la sua disponibilità, ma anche come se stesse abbracciando il Figlio ormai presente nel suo grembo. [1]
- Colomba dello Spirito Santo scende in un raggio di luce, che parte dalle mani di Dio e va ad illuminare la Madonna.
Sotto un cielo stellato si intravede l’abitazione di Maria, dalle pareti bianche, arredata come una cella monacale, con una finestra, un mobile ed una panca; la semplicità del tutto fa risaltare la dignità dei personaggi.
Al centro dei due archi, entro un medaglione monocromo, è raffigurato il profeta Isaia, che vede realizzazione della sua profezia: "Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato Emmanuele" (Is 7,14 ).
Una rondine, simbolo universale della primavera, è appollaiata sul tirante dell’arco sopra Maria Vergine.
Cacciata dal Paradiso terrestre
Nel dipinto, a sinistra, si svolge la scena con la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, primo momento di rottura tra l'uomo e Dio che è ricomposto proprio dall'accettazione di Maria.
La scena mostra:
- Adamo ed Eva che si muovono in un giardino fiorito (hortus conclusus), allusivo alla verginità di Maria, popolato da una moltitudine di piante e fiori dipinte con grande cura (frutto degli inizi miniaturistici dell’autore). Da notare la palma e le rose rosse, che richiamano la passione di Gesù. I due protagonisti, vestiti con semplici tuniche grigie, in composto atteggiamento penitente, lasciano il giardino su invito dell’Arcangelo. Lo sguardo di Eva è rivolto verso la Madonna, riconosciuta come colei che schiaccerà la testa al serpente suo tentatore. La presenza di dei progenitori sottolinea il ciclo della dannazione dell'umanità, ricomposta tramite la salvezza in Cristo, resa possibile dall'accettazione di Maria.
Confronti
L'opera è simile ad altri due dipinti, con lo stesso soggetto, di Beato Angelico:
- Annunciazione (1430 circa), tempera su tavola, conservata presso il Museo Diocesano di Cortona.
- Annunciazione (1432 circa), tempera su tavola, conservata presso il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie in San Giovanni Valdarno.
Tra le differenze e le analogie, si può rilevare:
- Nei tre dipinti, la superficie pittorica è divisa in tre zone:
- a destra: arcata con Maria Vergine);
- al centro: arcata con san Gabriele arcangelo;
- a sinistra, giardino con Adamo ed Eva.
- In questa pala d'altare come nell'Annunciazione cortonese la superficie dipinta è divisa in tre zone.
- Nell'Annunciazione di San Giovanni il punto di fuga è all'interno della casa, concentrando maggiormente l'attenzione dello spettatore sulla scena dell'[[Annunciazione. Ne risultano meno evidenti Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso terrestre, che nella pala cortonese sono vicini al punto di fuga, per questo Beato Angelico rese più grandi le loro figure.
- L'Arcangelo è simile nella posa e nella veste all'opera di San Giovanni, anche se la sua figura appare più statica e le pieghe della veste più schematiche, frutto forse del pennello di un collaboratore.
- La luce appare unificata, a differenza del dipinto di Cortona, e proviene da sinistra verso destra per tutti gli elementi.
Predella
Nella predella sono raffigurate cinque Scene della vita di Maria Vergine, dove il pittore lavorò con maggiore libertà compositiva, poiché meno vincolato dall'osservanza alla tradizione iconografica nella scena principale, e dove si può notare:
- Sposalizio di Maria Vergine mostra sullo sfondo una chiesa rinascimentale con portico.
- Visitazione è ambientata davanti ad una loggia in tralice, scorciata abilmente.
- Adorazione dei Magi presenta l'innovativa iconografia frontale, ben prima della rivoluzione di Sandro Botticelli (Adorazione dei Magi degli Uffizi), evidenziata dall'ardito scorcio prospettico delle rovine della capanna. Qui si nota bene anche l'uso della luce distintivo di Beato Angelico, che crea un'illuminazione diafana e cristallina, che modella i volumi al posto del chiaroscuro, esalta l'armonia dei colori e collabora ad unificare le scene.
- Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme, è ancora più innovativa della precedente, poiché l'episodio è ambientato in un tempio circolare che sembra essere proiettato, come attraverso una lente, verso lo spettatore, perfezionando uno schema già presente nella Presentazione al Tempio di Gentile da Fabriano.
- Funerali di Maria Vergine (o Dormitio Virginis) è la scena più tradizionale, anche se notevole è l'invenzione dell'avvallamento tra i monti dello sfondo, che crea un canale prospettico per la strada celeste tesa dagli angeli in alto
Beato Angelico, Predella con Scene della vita di Maria Vergine (ante 1435), tempera su tavola
Notizie storico-critiche
L'opera fu dipinta per il Convento di San Domenico di Fiesole, dove era frate lo stesso Angelico ed era una delle tre grandi pale d'altare di sua mano che decoravano la chiesa, insieme a:
- Pala di San Domenico (1425 circa), sull'altare maggiore (la più antica e l'unica ancora in sede);
- Incoronazione della Vergine (1434 - 1435), conservata nel Museo del Louvre di Parigi.
L'opera venne eseguita tra il 1435 circa e nel periodo succesin alla conclusione dei lavori di costruzione del convento e della chiesa annessa (1425 - 1428).
Nel 1611 fu ceduta dal duca di Lerma, alla Chiesa di San Domenico di Valladolid e in seguito entrò nella collezione d'arte della monarchia spagnola, da dove passò nel 1861 nella raccolta del Museo del Prado a Madrid.
Il Beato Angelico ha dedicato la sua opera esclusivamente a soggetti sacri, dedicandosi particolarmente alla cura dei minimi dettagli, alla qualità della natura e dei soggetti raffigurati. Nelle sue opere, Beato Angelico fonde lo stile tardo-gotico con il nuovo linguaggio rinascimentale.
Note | |
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Bibliografia | |
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