Beata Anne-Marie Javouhey

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Beata Anne-Marie Javouhey, S.J.C.
Religiosa
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battezzata
Beata
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Jallanges
10 novembre 1779
Morte Parigi
15 luglio 1851
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa 12 maggio 1807
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 15 ottobre 1950, da Pio XII
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 15 luglio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 15 luglio, n. 21:
« A Parigi in Francia, beata Anna Maria Javouhey, vergine, che fondò la Congregazione Cluniacense delle Suore di San Giuseppe per la cura dei malati e la formazione cristiana della gioventù femminile, diffondendola nelle terre di missione. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beata Anne-Marie Javouhey (Jallanges, 10 novembre 1779; † Parigi, 15 luglio 1851) è stata una religiosa e fondatrice francese della congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cluny: nel 1950 papa Pio XII l'ha proclamata beata.

Cenni biografici

Nata a Jallanges, diocesi di Digione, secondogenita di undici figli. Papà Baldassarre, benestante agricoltore, si trasferì a Chamblanc, dove Anna Maria frequentò la scuola privata e ricevette la Prima Comunione[1].

Nel 1791 il parroco di Chamblanc fu esiliato perché non aveva voluto giurare la [[costituzione civile del clero[[. In quegli anni di persecuzione della Chiesa francese e solitudine spirituale, Anna Maria andò soggetta a una crisi, cedendo alla vanità femminili finché il sacerdote Ballanche, missionario diocesano di Besancon, iniziò a recarsi di notte nella casa del fratello maggiore di lei per celebrare la Messa con pericolo persino della vita. Sotto la sua direzione spirituale riacquistò il gusto delle pratiche religiose. Allestì perciò, nel giardino di casa, un oratorio in cui si recava sovente a pregare e a preparava ai Sacramenti bambini e adulti con l'aiuto delle sue tre sorelle[1].

A 18 anni Anna Maria ricevette una lusinghiera proposta di matrimonio, ma confidò alla madre che voleva essere soltanto la sposa del Signore e in quell'occasione così scrisse al padre:

« Tutti i vostri rifiuti non mi scoraggiano. Io credo che bisognerebbe strapparmi il cuore, prima di togliermi il desiderio della vita religiosa...Io ho promesso a Dio di dedicarmi interamente al servizio dei malati e all'istruzione delle bambine. Il giorno di san Martino, che è il giorno della mia nascita alla grazia, è stato da me fissato per compiere questa grande azione. [1] »

l'anno prima ebbe in quel giorno una visione di Maria Santissima la quale le aveva detto che era volontà di Dio che fondasse una famiglia religiosa. Papà Baldassarre, da buon cattolico, si arrese alle suppliche della figlia e 11 novembre 1798 permise, nel corso di una messa celebrata dal sacerdote Ballanche, che sua figlia si consacrasse al Signore con il voto perpetuo di verginità e si dedicasse alla cura dei bambini, dei poveri e dei malati.

Nel 1800 decise di abbracciare la vita religiosa ed entrò nel noviziato delle Suore della Carità di Besançon, appena fondato da Jeanne-Antide Thouret: dopo essersi dedicata, per un certo periodo, all'insegnamento, nel 1803 decise di ritirarsi nel monastero delle trappistine di Sembrancher, nel canton Vallese, fondato da Augustin de Lestrange dopo la dissoluzione dell'ordine in Francia.

Non sentendosi attratta dalla vita contemplativa, nel 1804 la Javouhey lasciò la Trappa e tornò in patria dove, assieme a tre sue sorelle, iniziò a pensare alla fondazione di una nuova congregazione femminile dedita all'insegnamento: ebbe modo di esporre i suoi progetti anche a papa Pio VII che, dopo l'incoronazione di Napoleone, sostò a Chalon-sur-Saône e concesse alla religiosa un'udienza.

Nel 1806 aprì a Chalon una scuola per fanciulle povere, autorizzata con decreto di Napoleone del 12 dicembre 1806: il 12 maggio 1807 la Javouhey e altre otto consorelle emisero la loro professione dei voti religiosi, dando formalmente vita alla congregazione delle Suore di san Giuseppe. Nel 1810, al tempo della guerra con la Spagna, le suore si aprirono anche all'attività ospedaliera. Nel 1812 madre Javouhey acquistò l'ex convento dei francescani recolletti di Cluny e ne fece la sede del suo istituto, che assunse così la definitiva denominazione.

Nel 1817 le suore iniziarono a dedicarsi anche all'attività missionaria nelle colonie francesi: la stessa fondatrice, nel 1822, raggiunse il Senegal e organizzò scuole e ospedali anche in Gambia e in Sierra Leone: fu poi in Guyana, dove abbracciò la causa della redenzione degli schiavi di colore (donde l'appellativo di "madre dei Negri"). Promosse anche la formazione del clero indigeno.

La sua opera venne apprezzata e sostenuta dal re Luigi Filippo, che la definì "un grand homme" (un grand'uomo).

Il culto

La causa di beatificazione di madre Anne-Marie Javouhey venne introdotta il 13 febbraio 1908: papa Pio XII la elevò all'onore degli altari il 15 ottobre 1950.

La commemorazione liturgica della beata è collocata dal Martirologio Romano al 15 luglio.

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 Guido Pettinati, I Santi canonizzati del giorno, Edizioni Segno, Udine, Vol. VII, 1991, p. 171-180.
Bibliografia
  • Gaetan Bernoville. Una gloria della Francia missionaria. La beata Anna Maria Javouhey, fondatrice delle suore di s. Giuseppe di Cluny. Roma, 1950.
  • Domenico Rusconi, La beata Anna Maria Javouhey, pioniera delle missioni, (1779-1851). Fondatrice delle suore di S. Giuseppe di Cluny. Roma, 1950.
Collegamenti esterni