Diocesi di Chalon

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Diocesi di Chalon
Dioecesis Cabillonensis
Chiesa latina

Diocèse Châlon 1789.svg
Vescovo titolare {{{vescovo}}}
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Diocesi suffraganee
Diocesi suffraganea di arcidiocesi di Lione
Stato Francia
Regione ecclesiastica {{{regione}}}
Sede Chalon-sur-Saône
Seconda Sede {{{località1}}}
Terza Sede {{{località2}}}
Quarta Sede {{{località3}}}
Eretta IV secolo
Soppressa 29 novembre 1801
Vacante {{{vacante}}}
territorio unito alla diocesi di Autun


provincia
ecclesiastica
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collocazione
geografica
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(EN) Dati su catholic-hierarchy.org

Chiesa cattolica in Francia
Elenco delle sedi titolari
Diocesi soppresse

Coordinate geografiche
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La Diocesi di Chalon (in latino: Dioecesis Cabillonensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

Territorio

La diocesi comprendeva parte della Borgogna ed era delimitata dalle diocesi di Mâcon, di Autun e di Langres e dalle arcidiocesi di Besançon e di Lione. Appartenevano a Chalon anche tre enclavi nella diocesi di Langres. La maggior parte del territorio era compreso nell'attuale dipartimento della Saona e Loira, mentre una porzione minore, comprese le enclavi, appartenevano all'odierno dipartimento della Côte-d'Or.[1]

Sede vescovile era la città di Chalon (l'odierna Chalon-sur-Saône), dove fungeva da cattedrale la chiesa di San Vincenzo.

Nel 1772 la diocesi racchiudeva 220 parrocchie, suddivise in 4 arcidiaconati, già censiti nel XII secolo, e 16 arcipresbiterati, attestati solo a partire dal 1670:[2]

  • arcidiaconato di Chalon: arcipresbiterati di Chalon, Rully, Saint-Jean-de-Vaux, Jambles, Buxy, Saint-Gengoux e Mont-Saint-Vincent;
  • arcidiaconato di Bresse: arcipresbiterati di Ormes, Mervans, Branges, Allériot e Verdun;
  • arcidiaconato di Tournus: arcipresbiterati di Tournus e Brancion;
  • arcidiaconato dell'Oscheret: arcipresbiterati di Esbarres e Les Maillys.

Alla fine del Settecento nel territorio diocesano si trovavano cinque abbazie maschili e 2 femminili: le abbazie benedettine di San Pietro a Chalon e di Lancharre; l'abbazia dei canonici regolari di Tournus; le quattro abbazie cistercensi di Cîteaux, casa madre dell'ordine, di La Ferté, di Maizières e di Molaise.

Storia

Secondo la tradizione, ricordata dal Martirologio Romano alla data del 4 e del 15 settembre, all'epoca dell'imperatore Antonino Pio a Chalon subirono il martirio san Marcello[3] e san Valeriano. In una lettera pastorale del 1790, il vescovo Jean-Baptiste du Chilleau ricordava come la sua Chiesa, nata con il sangue dei martiri Marcello e Valeriano, fosse per anzianità la seconda di Francia.[4]

La diocesi è documentata per la prima volta verso la metà del IV secolo; il vescovo Donaziano, la cui attribuzione alla sede di Chalon è tuttavia contestata, sottoscrisse, durante li concilio di Colonia del 346, il documento di adesione alla decisione del concilio di Sardica a favore di sant'Atanasio. Lo storico Sidonio Apollinare menziona due vescovi nella seconda metà del V secolo, Paolo e Giovanni, che molti storici considerano essere i primi vescovi della Chiesa di Chalon.[1]

Il castrum Cabillonensis faceva parte della provincia romana della Gallia Lugdunense prima[5]; la sua diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Lione, sede metropolitana provinciale.

Chalon fu sede di 12 concili tra il 470 e il 1073. Tra questi si ricordano in particolare: il concilio del 647-649, che promulgò una ventina di canoni sulla disciplina ecclesiastica; quello dell'813, che impose l'obbligo di creare scuole per i chierici, vietò di ribattezzare più volte i penitenti ed impose a tutti i monaci la regola di san Benedetto; il concilio dell'886, che cercò invano di riconciliare i principi carolingi.

Attorno al 1090 fu iniziata la costruzione della cattedrale, dedicata a san Vincenzo di Saragozza, che fu definitivamente ultimata nel XVI secolo.

Originariamente il capitolo della cattedrale aveva diritto alla nomina dei vescovi, Hugues de Corraboeuf nel 1333 fu il primo vescovo nominato dal papa. Questo cambiamento comportò la nomina a vescovo del clero della Corte del re di Francia o del duca di Borgogna o della Corte pontificia, che talvolta conservò i propri incarichi e non risiedette in diocesi; inoltre il clero locale fu praticamente escluso dall'accesso all'episcopato[6].

Tra i vescovi di Chalon si ricordano Uberto (o Ucberto), che fu ambasciatore di Carlo Magno a Roma, e lo scrittore Pons de Thiard de Bissy, che fu vescovo dal 1578 al 1594.

Nel 1620, durante l'episcopato di Cyrus de Thiard, fu pubblicato l'Officia propria sanctorum insignis ecclesiae cathedralis Cabilonensis et ejus dioecesis,[7] che segna l'inizio dell'adozione del rito romano nella diocesi in sostituzione di quello gallicano.[4] Si deve al vescovo Jean de Maupeou la fondazione del seminario diocesano nel 1675; il seminario minore fu eretto a Tournus nel 1688.

La diocesi fu soppressa in seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 e il suo territorio incorporato in quello della diocesi di Autun.

Un nuovo concordato, stipulato nel giugno 1817, e la successiva bolla Commissa divinitus, prevedevano la restaurazione della diocesi; ma il nuovo accordo non entrò mai in vigore, perché non ratificato dal parlamento di Parigi. La diocesi non venne mai più restaurata.

Dal 19 luglio 1853 ai vescovi di Autun è concesso di aggiungere al proprio titolo quello di "vescovi di Chalon".

Cronotassi dei vescovi

  • Donaziano ? † (menzionato nel 346)[8]
  • Paolo † (? - circa 470 dimesso)[9]
  • Giovanni † (menzionato nel 474 o 475)
  • San Tranquillo ? †[10]
  • Giamblico †[11]
  • San Silvestro di Chalon-sur-Saône[12] † (prima del 486 circa - dopo il 518/523)
  • San Desiderio ? † (menzionato nel 530/531 circa)[13]
  • Sant'Agricola di Chalon-sur-Saône† (532 - 17 marzo 580 deceduto)[14]
  • San Flavio † (581 - dopo il 591)
  • San Lupo † (menzionato nel 601)
  • Wadelino ? †[15]
  • Antistio † (menzionato nel 614)
  • Gelionio (o Gebderino) †[16]
  • San Grato † (menzionato nel 650)
  • Desiderato † (prima del 667 - dopo il 675)
  • Amblaco †[17]
  • Uberto (o Ucberto) † (prima del 779 - dopo il 784/791)
  • Fova † (prima dell'826/827 - dopo l'837)
  • Milone †[17]
  • Godescalco † (prima dell'843 - dopo l'862)
  • Gerbaldo † (prima di giugno 864 - dopo giugno 885)
  • Warnulfo †[18]
  • Stefano † (prima di maggio 886 - dopo maggio 887 dimesso)
  • Ardrado † (prima dell'894 - dopo il 919)
  • Assorano ? †[19]
  • Stateo † (menzionato nel 928)
  • Durando I †[17]
  • Ildeboldo † (prima del 948 - dopo il 949)
  • Frotgario † (menzionato nel 960 o 961)
  • Radulfo † (prima del 977 - dopo il 986)
  • Lambert † (menzionato nel 1017)
  • Geoffroy † (1017 - dopo il 1039)
  • Hugues ? † (menzionato nel 1040)[20]
  • Guy (Wido) † (prima del 1044 - dopo il 1052)
  • Aicard † (prima del 1059 - dopo il 1070)
  • Roderic † (prima del 1072 - dopo il 1077)
    • Sede vacante
  • Gautier † (1080 - circa 1120)[21]
  • Gothaud † (circa 1121 - circa 1126)[22]
  • Gautier de Sercy † (prima del 1129 - 1152 dimesso)
  • Pierre, O.Cist. † (prima del 1164 - dopo il 1173)
  • Engilbert † (prima del 1179 - 1183 dimesso)
  • Robert † (prima del 1185 - 1215 deceduto)
  • Durand II † (1215 - 1231 deceduto)
  • Guillaume de La Tour † (circa 1231 - 25 marzo 1245 nominato arcivescovo di Besançon)
  • Alexandre de Bourgogne-Montaigu † (maggio 1245 - dicembre 1261 deceduto)
  • Thibaud † (1261 - dicembre 1264 deceduto)
  • Guy de Sennecey † (1265 - 19 maggio 1269 deceduto)
  • Ponce de Sissey † (24 luglio 1269 - 14 febbraio 1273 deceduto)
  • Guillaume du Blé † (maggio 1273 - 7 settembre 1294 deceduto)
  • Guillaume de Bellevesvre † (1294 - novembre 1301 deceduto)
  • Robert de Desise † (25 maggio 1302 - settembre 1315 deceduto)
  • Berthaud de La Chapelle de Villiers † (1315 o 1316 - 1332 deceduto)
  • Hugues de Corraboeuf † (15 marzo 1333 - dopo marzo 1341 deceduto)
  • Pierre de Chalon † (26 giugno 1342 - 15 marzo 1345 deceduto)
  • Jean Aubryot † (21 marzo 1345 - 18 dicembre 1350 deceduto)
  • Renaud † (3 gennaio 1351 - 2 ottobre 1353 nominato vescovo di Châlons)
  • Jean de Mello † (2 ottobre 1353 - 8 febbraio 1357 nominato vescovo di Clermont)
  • Jean Germain I † (8 febbraio 1357 - 18 giugno 1361 nominato vescovo di Auxerre)
  • Jean de Saint-Just † (18 giugno 1361 - 27 maggio 1369 deceduto)
  • Geoffroy de Saligny † (18 giugno 1369 - 14 aprile 1374 nominato vescovo di Bayeux)
  • Nicolas de Vères † (12 maggio 1374 - 8 novembre 1386 deceduto)
  • Olivier de Martreuil † (29 gennaio 1387 - 15 marzo 1405 deceduto)
  • Jean de La Coste † (6 aprile 1405 - 10 marzo 1408 nominato vescovo di Mende)
  • Philibert de Saulx † (10 marzo 1408 - 14 agosto 1413 nominato vescovo di Amiens)
  • Jean d'Arsonval † (14 aprile 1413 - 27 agosto 1416 deceduto)
  • Hugues des Orges † (3 settembre 1416 - 26 gennaio 1431 nominato arcivescovo di Rouen)
  • Jean Rolin † (26 gennaio 1431 - 20 agosto 1436 nominato vescovo di Autun)
  • Jean Germain II † (20 agosto 1436 - 2 febbraio 1461 deceduto)
  • Jean de Poupet † (27 maggio 1461 - 14 luglio 1480 nominato vescovo titolare di Salona)
  • André de Poupet † (14 luglio 1480 - 1503 dimesso)
  • Jean de Poupet de La Chaux, O.S.B. † (11 dicembre 1503 - 28 dicembre 1531 deceduto)
  • Antoine de Vienne † (23 febbraio 1532 - febbraio 1552 deceduto)
  • Louis Guillart † (16 ottobre 1553 - 4 settembre 1560 nominato vescovo di Senlis)
  • Antoine Herlault † (14 aprile 1561 - 28 settembre 1573 deceduto)
  • Jacques Fouré, O.P. † (16 novembre 1573 - 20 gennaio 1578 deceduto)
  • Pons de Thiard de Bissy † (17 marzo 1578 - 1594 dimesso)
  • Cyrus de Thiard de Bissy † (24 gennaio 1594 - 3 gennaio 1624 deceduto)
  • Jacques de Neuchèze † (7 ottobre 1624 - 1º maggio 1658 deceduto)
  • Jean de Maupeou † (21 aprile 1659 - 2 maggio 1677 deceduto)
  • Henri-Félix de Tassy † (31 gennaio 1678 - 11 novembre 1711 deceduto)
  • François Madot † (16 marzo 1712 - 7 ottobre 1753 deceduto)
  • Louis-Henri de Rochefort d'Ailly † (1º aprile 1754 - 13 giugno 1772 deceduto)
  • Joseph-François d'Andigné de La Chasse † (7 settembre 1772 - 7 dicembre 1781 dimesso)
  • Jean-Baptiste du Chilleau † (10 dicembre 1781 - 8 novembre 1816 dimesso)[23]
    • Sede soppressa
Note
  1. 1,0 1,1 Gras, DHGE, col. 297.
  2. Gras, DHGE, col. 298.
  3. Martirologio Romano, festa 4 settembre: A Châlon-sur-Saone nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Marcello, martire.
  4. 4,0 4,1 Besnard, op. cit., p. 450.
  5. Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 15 luglio 2015 in Internet Archive., I, p. 555.
  6. Gras, op. cit., col. 299.
  7. l'edizione del 1748.
  8. Non è da tutti ammesso questo vescovo; alcuni autori e storici vedono in questo Donaziano l'omonimo santo di Châlons; cfr. Besnard, op. cit., pp. 467-468.
  9. Menzionato come predecessore di Giovanni da Sidonio Apollinare, il quale scrive che «postquam iunior episcopus Paulus discesserat decesseratque», ad indicare che Paolo avrebbe lasciato l'episcopato in giovane età e sarebbe morto poco dopo. Il documento di Sidonio Apollinare è databile al 470 o poco dopo. Il termine iunior utilizzato da questo autore ha erroneamente indotto Gallia christiana e tutti gli autori che ne dipendono a sdoppiare il vescovo Paolo introducendo nel catalogo episcopale di Chalon un Paulus senior. Cfr. Duchesne, op. cit., p. 192 e nota 1; Besnard, op. cit., p. 468. Quest'ultimo autore ritiene che la morte di Paolo sia avvenuta attorno al 448 o 449, e che la sede sia rimasta vacante per diversi anni, in concomitanza con l'invasione dei Burgundi.
  10. Inserito da Gallia christiana nella sua cronotassi. Un san Tranquillo era celebrato, assieme ad altri sette santi vescovi di Chalon, il 30 aprile (ancora nel proprium del 1620); un santo vescovo con questo nome è menzionato in un catalogo episcopale che era conservato nella cattedrale di Chalon. Cfr. Duchesne, op. cit., pp. 191-192; Besnard, op. cit., pp. 473-474. Gras lo esclude decisamente dalla cronotassi di Chalon come vescovo apocrifo.
  11. Nel 1851 fu scoperta, nei pressi di Chalon-sur-Saône, una lapide con un'iscrizione che menziona un Iamlychus episcopus. Sia Duchesne (p. 193) che Besnard (pp. 470-473) ipotizzano una sua collocazione dopo Giovanni e prima di Silvestro. Secondo Gras potrebbe identificarsi con l'Amblacus menzionato nel catalogo della cattedrale di Chalon dopo Desiderato.
  12. Martirologio Romano, [[Festa (liturgia)|festa 20 novembre: A Châlon-sur-Saône in Burgundia, ora in Francia, san Silvestro, vescovo, che, nel quarantaduesimo anno del suo sacerdozio, pieno di giorni e di virtù passò al Signore.
  13. Questo vescovo è rigettato da Besnard (op. cit., pp. 474-475) e da Gras (op. cit., coll. 297 e 298).
  14. La cronologia di Agricola è stabilita da Gregorio di Tours, che lo dice morto nel 580 e che avrebbe governato la sua Chiesa per 48 anni.
  15. Menzionato da Gallia christiana, ma per escluderlo dalla cronotassi di Chalon. Secondo Duchesne, Wadelino, ricordato nelle Gesta episcoporum Antissiodorensis, potrebbe essere vescovo di Chalon, ma non v'è certezza. Cfr. anche Besnard, op.cit., p. 470, nota 4. Secondo Gras (op. cit., col. 298) Wadelino era un vescovo che possedeva dei beni a Chalon, ma che non necessariamente era vescovo di Chalon.
  16. Menzionato nella vita di san Grato come suo immediato predecessore.
  17. 17,0 17,1 17,2 Menzionato nel catalogo della cattedrale di Chalon, non ha riscontri documentari.
  18. Warnulfo fu realmente un vescovo (cfr. Duchesne, op. cit., p. 195, nota 9.), ma la sua qualifica di "vescovo di Chalon" è dovuta ad un falso di papa Agapito II (X secolo). L'antico catalogo lo inserisce prima di Fova (cfr. Gras, op. cit., col. 298).
  19. Menzionato nel catalogo della cattedrale di Chalon, non ha riscontri documentari. Secondo Gras (op. cit., col. 298), Axoranus è solo una lettura errata per Ardradus; la tradizione lo ha erroneamente trasformato in un vescovo diverso e distinto dal precedente Ardrado.
  20. Un vescovo Ugo è menzionato dal catalogo della cattedrale dopo Frotgario.
  21. Esiste una lettera di papa Callisto II del 15 dicembre 1120 indirizzata a G. Cabilonensem. Il vescovo G. potrebbe essere Gualterius o il successivo Gothaldus. Cfr. Gallia christiana, col. 891.
  22. Gallia christiana, col. 892.
  23. Contravvenendo alle disposizioni di papa Pio VII contenute nella bolla Qui Christi Domini, monsignor du Chilleau, fuggito in Svizzera, non diede le dimissioni nel 1801, ma solo nel 1816.
Bibliografia
Collegamenti esterni