Beata Maria di Gesù

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Beata Maria di Gesù, M.R.
Religiosa
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al secolo Emilia d'Oultremont d'Hooghvorst
battezzata
Beata
vedova
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Émilie d'Oultremont (1818-1878).jpg

Titolo
Incarichi attuali
fondatrice dell'ordine
Età alla morte 60 anni
Nascita Wégimont Liegi (Belgio)
11 ottobre 1818
Morte Firenze
17 dicembre 1878
Sepoltura Chiesa di Santa Croce e San Bonaventura (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Vestizione 1º maggio 1857
Professione religiosa Strasburgo, 2 maggio 1858
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore {{{predecessore}}}
Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il 23 dicembre 1993, da Giovanni Paolo II
Beatificazione 12 ottobre 1997, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 22 febbraio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 22 febbraio, n. 9:
« A Firenze, beata Maria di Gesù (Emilia) d'Oultremont, che in Belgio, madre di quattro figli, rimasta vedova, senza per nulla trascurare i suoi doveri materni, si dedicò a fondare e guidare la Congregazione delle Suore di Maria Riparatrice e, confidando nell'aiuto divino, superate non poche difficoltà, concluse piamente il suo pellegrinaggio terreno mentre faceva ritorno in patria. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beata Maria di Gesù, al secolo Emilia d'Oultremont d'Hooghvorst (Wégimont Liegi (Belgio), 11 ottobre 1818; † Firenze, 17 dicembre 1878) è stata una religiosa e fondatrice belga della Società di Maria Riparatrice.

Biografia

Unica figlia femmina del conte Emile d'Oultremont e della contessa Marie de Lierneux de Presle, nacque l'11 ottobre 1818 a Wegimont, presso Liegi, in Belgio; fu battezzata lo stesso giorno con il nome di Emilia. Con i suoi due fratelli, ebbe una solida formazione in tutti i campi e un'eccellente educazione morale e religiosa.

Sin dalla tenera età fu attratta dalla bellezza di una vita che ha al centro unicamente Gesù, a tredici anni, sperimentò nella preghiera un incontro profondo con il Signore che le fece pregustare grande gioia e pace. La devozione al Sacro Cuore, alla vergine Maria e soprattutto all'Eucaristia misero radici nel suo animo e caratterizzarono fin da quel momento lo sviluppo della sua spiritualità.

Nonostante queste inclinazioni obbedì al desiderio dei genitori di sposarsi con un giovane degno della sua posizione e delle sue qualità per formare cosi una nuova famiglia. Dopo essersi accertata delle qualità soprattutto spirituali e religiose, accettò di sposare Victor van der Linden barone d'Hooghvorst. Il matrimonio ebbe luogo il 19 ottobre 1837 a Liegi. Emilia visse in pienezza la vita di una giovane sposa e continuò a vivere la sua unione con Dio; infatti, il suo nuovo stato e la comunione di ideali con il marito le permettevano di essere più libera di dedicarsi alla preghiera e alle opere di carità. La loro unione fu allietata dalla nascita di quattro figli.

A 24 anni, si trovava a Roma con il marito e i primi due figli quando, pregando nelle camerette di sant'Ignazio, presso la chiesa del Gesù a Roma, si presentò in una visione interiore sant'Ignazio con le Costituzioni nella mano, assicurandola che un giorno avrebbe seguito le sue regole.

Il 10 agosto 1847 morì il marito Victor d'Hooghvorst, colpito dalla malaria contratta nelle Paludi Pontine. Emilia sopportò questa prova con fede e si dedicò completamente ai suoi figli, a molti poveri e malati e a diverse opere diocesane. Si consacrò a Dio con il voto di castità, autorizzata dal suo padre spirituale. Vivendo con i genitori non tralasciò nessuno dei suoi doveri familiari assistendoli fino alla morte, avvenuta rispettivamente nel 1850, per la mamma e nel 1851 per il padre.

Sentendosi sempre più spinta verso la vita religiosa, decise di stabilirsi a Parigi con le due figlie, per essere più vicina agli altri due figli, posti in un collegio dei gesuiti. Emilia dovette far fronte per questo all'opposizione della sua famiglia e del suo ambiente, ma niente poteva farla recedere dalla decisione che sentiva di dover prendere nella fede, per obbedire a Dio.

L'8 dicembre 1854, mentre si trovava in visita a una zia a Bauffe, proprio mentre a Roma Pio IX proclamava il dogma dell'Immacolata Concezione, Emilia sperimentò nella preghiera la presenza della Madre di Dio e il suggerimento di amare e servire suo Figlio, con la delicatezza di amore che si trova nel cuore di una madre. Fu questo l'inizio della sua nuova missione nella Chiesa. Cominciò a riunire intorno a se alcune giovani, che, come lei, volevano consacrare la loro esistenza a una vita di riparazione e a seguire Maria scelta come Madre e modello nell'amore da testimoniare a Gesù.

Nel 1855 Emilia iniziò con le sue compagne una prima forma di vita in comune. L'avvio ufficiale della nuova famiglia religiosa, sotto il nome di Maria Riparatrice, ebbe luogo a Strasburgo, il 1º maggio 1857 con la vestizione di Emilia, che assunse il nome di Madre Maria di Gesù e delle sue prime dieci compagne. Il 2 maggio 1858, le stesse emisero i primi voti.

Con l'aiuto di alcuni padri gesuiti, in particolare di padre Paul Ginhac, pose le basi di una solida formazione e organizzazione ed elaborò le Costituzioni. Intanto sorsero le prime fondazioni, fra cui quella in Madure (India), la terza casa dell'Istituto, dove Madre Maria inviò, nel 1859, sette Riparatrici. Nel maggio 1860 fece un pellegrinaggio a Loyola, che fu per lei quasi una conferma della vita intrapresa, sotto la protezione di sant'Ignazio, il vero Padre della sua anima. Il 2 luglio 1862 scrisse una celebre lettera sullo spirito che doveva animare le religiose della Congregazione, un invito dinamico a fissare lo sguardo su Maria per apprendere da lei il cammino tipico di una Riparatrice. Affermava:

« Accanto a Maria e con il suo cuore, tutto nella nostra vita sarà per Dio, la sua gloria e la Riparazione. »

Desiderava che le religiose esprimessero il loro impegno nella Chiesa, con una presenza di semplicità e di servizio, attraverso la preghiera, l'adorazione del Santissimo Sacramento esposto ogni giorno, gli Esercizi Spirituali ignaziani, l'istruzione religiosa e altre opere secondo le necessità e i luoghi. Unico fine doveva essere sempre quello di far maggiormente conoscere, amare, adorare il Signore;

« restaurare nelle persone, con l'aiuto di Maria, l'immagine di Dio offuscata dal peccato»

E altrove aveva affermato:

« Nessuno meglio di Maria può formarci ad amare nostro Signore, perché nessuno meglio di lei ha compreso il Cuore di Dio e il cuore dell'uomo... e lei ci domanda di essere sue Compagne di dedizione, di riparazione, di adorazione e di amore. »

Accanto alla dedizione al suo Istituto madre Maria non trascurava la sua famiglia. Mentre i due figli scelsero il matrimonio, le due figlie entrarono nella sua Congregazione. Questo fatto tuttavia le procurò profonde sofferenze e incomprensioni, poiché venne accusata, soprattutto dai familiari, di averle influenzate. Dovette inoltre sperimentare il terribile dolore di vederle morire entrambe. Il 23 gennaio 1867, Marguerite, entrata sette anni prima in congregazione, morì per tubercolosi. Anche sua sorella maggiore, Olympe, si ammalò gravemente e dopo lunghe sofferenze morì il 14 dicembre 1872. Disse un giorno:

« Solo Dio sa ciò che un cuore di madre può sopportare. »

Madre Maria affrontò così un abbandono spirituale che la portò talvolta quasi alla disperazione, ma la sua attività restò la stessa. Sorsero in questo periodo nuove fondazioni a Wexford, Nantes, Le Mans, Bruxelles, Liesse, Pau, Siviglia e Cordova.

Il 23 dicembre 1873 arrivò a Roma, quando i Gesuiti dovevano lasciare la città per l'ostilità del governo. Ebbe perciò ragione di pensare che sarebbe stata più che mai isolata. Pochi giorni dopo, ascoltando una conferenza sull'Immacolata Concezione, data dal Superiore generale dei Resurrezionisti, padre Pierre Semenenko, ritrovò improvvisamente la gioia spirituale della quale era stata privata così a lungo.

La vita mistica di Maria di Gesù, per quasi quattro anni, fu di notevole progresso. Accettò con pazienza altre prove e difficoltà di vario genere: lutti familiari, salute sempre più malferma, separazione di alcune comunità. Un'ultima sofferenza Maria di Gesù la visse in seno al suo consiglio, per atteggiamenti di incomprensione di alcune religiose nei confronti del padre Semenenko, alimentati dal timore ingiustificato che la sua influenza avrebbe condotto la Congregazione fuori dal solco ignaziano.

Mentre si trovava di passaggio a Firenze, in casa del figlio Adrien, aspettando di proseguire per il Belgio le sue ultime capacità di resistenza cedettero. Terminò così il suo cammino terreno il 22 febbraio 1878 a Firenze.

La sua tomba si trova nella Chiesa di Santa Croce e San Bonaventura, in via dei Lucchesi a Roma.

Culto

Papa Giovanni Paolo II le ha attribuito il titolo di Venerabile il 23 dicembre 1993: lo stesso pontefice ha presieduto alla sua cerimonia di beatificazione il 12 ottobre 1997, in Piazza San Pietro a Roma.

Il Martirologio Romano indica per la sua memoria la data del 22 febbraio.

Collegamenti esterni